“L’infanzia di Gesù” di Joseph Ratzinger si conferma, da alcune settimane, il libro più venduto in Italia ed è un bestseller anche a livello internazionale.
Radio Vaticana - Ancora una volta, dunque, i libri di Benedetto XVI - ma lo stesso si potrebbe dire per le sue Encicliche - diventano dei successi editoriali. Per una riflessione sui frutti che si possono raccogliere nella lettura di questo libro, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede: ascolta
R. – Credo che i frutti siano la possibilità di mettere insieme cuore e ragione, perché il Papa con questo libro si avvicina a entrambe queste due dimensioni, e tra l’altro le attribuisce alla figura stessa di Maria, come donna di grande interiorità, che tiene insieme il cuore e la ragione. E’ proprio ciò di cui noi oggi abbiamo bisogno, cioè di tenere insieme questi due elementi, il cuore e la ragione. Può aiutare tantissimi a capire, con entrambe queste fondamentali facoltà del nostro essere, una figura, una presenza come quella di Gesù. E’ chiaro che il Papa lo fa con uno stile di grande studioso - che a mio giudizio dovrebbe far riflettere tanti esegeti, ecclesiastici e laici - per far capire come bisogna aiutare le persone ad avvicinarsi alla Sacra Scrittura. La fa con un taglio ad un tempo dotto ma anche molto semplice e questo fa anche capire come oggi bisogna argomentare e presentare la fede, le ragioni della fede.
D. – Possiamo dire che anche in questa modalità di comunicazione - i libri, la presenza su Twitter e quindi anche sui social network - ci sia questo grande impegno del Santo Padre di raggiungere l’uomo di oggi in tutte le modalità possibili per annunciare il Vangelo…
R. – Assolutamente, perché per annunciare il Vangelo bisogna saper argomentare. Il problema della diffusione del Vangelo dipende dalla sua capacità di difesa: se io so difendere, se ho gli argomenti, posso diffonderlo, ma se mi mancano gli argomenti come faccio a diffondere qualcosa? Credo che il problema odierno della teologia sia che ha perso le ragioni che, dal greco, si chiamano apologetiche, cioè di dare le ragioni della fede, come dice anche San Pietro nella sua celebre Lettera. Il Papa sa fare questo, con stile non retorico, molto discorsivo, da disputa, come le grandi dispute accademiche medievali, che bisogna riscoprire, mutatis mutandis: avere il coraggio, sia dentro che fuori la Chiesa di discutere. Chi ha argomenti convincenti vincerà.
Radio Vaticana - Ancora una volta, dunque, i libri di Benedetto XVI - ma lo stesso si potrebbe dire per le sue Encicliche - diventano dei successi editoriali. Per una riflessione sui frutti che si possono raccogliere nella lettura di questo libro, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede: ascolta
R. – Credo che i frutti siano la possibilità di mettere insieme cuore e ragione, perché il Papa con questo libro si avvicina a entrambe queste due dimensioni, e tra l’altro le attribuisce alla figura stessa di Maria, come donna di grande interiorità, che tiene insieme il cuore e la ragione. E’ proprio ciò di cui noi oggi abbiamo bisogno, cioè di tenere insieme questi due elementi, il cuore e la ragione. Può aiutare tantissimi a capire, con entrambe queste fondamentali facoltà del nostro essere, una figura, una presenza come quella di Gesù. E’ chiaro che il Papa lo fa con uno stile di grande studioso - che a mio giudizio dovrebbe far riflettere tanti esegeti, ecclesiastici e laici - per far capire come bisogna aiutare le persone ad avvicinarsi alla Sacra Scrittura. La fa con un taglio ad un tempo dotto ma anche molto semplice e questo fa anche capire come oggi bisogna argomentare e presentare la fede, le ragioni della fede.
D. – Possiamo dire che anche in questa modalità di comunicazione - i libri, la presenza su Twitter e quindi anche sui social network - ci sia questo grande impegno del Santo Padre di raggiungere l’uomo di oggi in tutte le modalità possibili per annunciare il Vangelo…
R. – Assolutamente, perché per annunciare il Vangelo bisogna saper argomentare. Il problema della diffusione del Vangelo dipende dalla sua capacità di difesa: se io so difendere, se ho gli argomenti, posso diffonderlo, ma se mi mancano gli argomenti come faccio a diffondere qualcosa? Credo che il problema odierno della teologia sia che ha perso le ragioni che, dal greco, si chiamano apologetiche, cioè di dare le ragioni della fede, come dice anche San Pietro nella sua celebre Lettera. Il Papa sa fare questo, con stile non retorico, molto discorsivo, da disputa, come le grandi dispute accademiche medievali, che bisogna riscoprire, mutatis mutandis: avere il coraggio, sia dentro che fuori la Chiesa di discutere. Chi ha argomenti convincenti vincerà.
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È presente 1 commento
Ciò che non dice il libro del Papa sull'infanzia di Gesù.
http://www.utopia.it/infanzia_gesu_libro_papa.htm
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