Il dibattito sulla migrazione affrontato dal punto di vista di genere
di Mariangela Laviano
In occasione della Giornata Internazionale del Migrante, che si celebrerà il prossimo 18 dicembre, l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, ha organizzato una conferenza presso la Società Dante Alighieri di Roma dal titolo “Il ruolo delle donne migranti tra cooperazione, co-sviluppo e processi di ricostruzione dei paesi di origine”. La donna, soggetto attivo di un fenomeno come quello migratorio, è il motore trainante di sviluppi economici, sociali e culturali da cui non si può più prescindere. La “femminilizzazione” del processo migratorio, iniziata negli anni ’60, si attestava al 46% fino all’anno 2000, per arrivare oggi al 49% su scala mondiale. Nel nostro Paese sono più di 2 milioni e 370mila le donne immigrate che con la loro presenza e soprattutto con il loro lavoro contribuiscono a rafforzare il tessuto economico italiano.
Dalle mansioni più umili fino a quelle più complesse come l’imprenditoria, la donna migrante diventa la protagonista del welfare sia del paese di provenienza che di quello di accoglienza. Le rimesse, cioè la quantità di denaro che i migranti inviano alle proprie famiglie di origine, hanno infatti assunto un ruolo davvero fondamentale nelle economie di alcuni paesi in termini di riduzione della povertà e sviluppo del paese ricevente. La rimessa però se non è inserita in un contesto di sviluppo diviene un mero movimento di soldi.
Grandi risparmiatrici e dotate di forte spirito di adattamento, le donne migranti sono loro stesse mediatrici tra la propria cultura e quella di accoglienza e facilitatrici nelle relazioni con le istituzioni. Come ci ha ricordato il Vice-Presidente del Senato Emma Bonino, presente all’evento, sono le donne a intessere “legami” tra la propria e l’altrui cultura e a snellire i rapporti con i soggetti istituzionali quali la scuola, gli uffici, gli ospedali; pertanto è necessario puntare sulla donna migrante come elemento imprescindibile di integrazione.
Nel corso della conferenza, si è più volte ricordato il lavoro che l’OIM ha svolto e continua a svolgere con i migranti e in particolar modo con le donne, attraverso il programma MIDA (Migration for Development in Africa) avviato nel 2001 e grazie al quale si è potuto promuovere e sostenere i migranti africani residenti in Italia e le loro comunità di accoglienza attraverso investimenti produttivi nei loro paesi.
Tutto ciò però non è così scontato, come ha ricordato il Direttore Generale dell’OIM William Lacy Swing, il quale ha sottolineato l’urgente necessità di un maggiore impegno politico, invitando i governi a lavorare su politiche meno restrittive e più partecipate. Inoltre, il Direttore ha evidenziato quanto sia primaria la riduzione dei costi delle rimesse, mostrando grande apprezzamento per l’impegno del Governo Italiano in tal senso.
di Mariangela Laviano
In occasione della Giornata Internazionale del Migrante, che si celebrerà il prossimo 18 dicembre, l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, ha organizzato una conferenza presso la Società Dante Alighieri di Roma dal titolo “Il ruolo delle donne migranti tra cooperazione, co-sviluppo e processi di ricostruzione dei paesi di origine”. La donna, soggetto attivo di un fenomeno come quello migratorio, è il motore trainante di sviluppi economici, sociali e culturali da cui non si può più prescindere. La “femminilizzazione” del processo migratorio, iniziata negli anni ’60, si attestava al 46% fino all’anno 2000, per arrivare oggi al 49% su scala mondiale. Nel nostro Paese sono più di 2 milioni e 370mila le donne immigrate che con la loro presenza e soprattutto con il loro lavoro contribuiscono a rafforzare il tessuto economico italiano.
Dalle mansioni più umili fino a quelle più complesse come l’imprenditoria, la donna migrante diventa la protagonista del welfare sia del paese di provenienza che di quello di accoglienza. Le rimesse, cioè la quantità di denaro che i migranti inviano alle proprie famiglie di origine, hanno infatti assunto un ruolo davvero fondamentale nelle economie di alcuni paesi in termini di riduzione della povertà e sviluppo del paese ricevente. La rimessa però se non è inserita in un contesto di sviluppo diviene un mero movimento di soldi.
Grandi risparmiatrici e dotate di forte spirito di adattamento, le donne migranti sono loro stesse mediatrici tra la propria cultura e quella di accoglienza e facilitatrici nelle relazioni con le istituzioni. Come ci ha ricordato il Vice-Presidente del Senato Emma Bonino, presente all’evento, sono le donne a intessere “legami” tra la propria e l’altrui cultura e a snellire i rapporti con i soggetti istituzionali quali la scuola, gli uffici, gli ospedali; pertanto è necessario puntare sulla donna migrante come elemento imprescindibile di integrazione.
Nel corso della conferenza, si è più volte ricordato il lavoro che l’OIM ha svolto e continua a svolgere con i migranti e in particolar modo con le donne, attraverso il programma MIDA (Migration for Development in Africa) avviato nel 2001 e grazie al quale si è potuto promuovere e sostenere i migranti africani residenti in Italia e le loro comunità di accoglienza attraverso investimenti produttivi nei loro paesi.
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