domenica, settembre 09, 2012
Un blog di una cagliaritana e un sito web di giovani torinesi impegnati in un progetto: costruire un'enciclopedia vivente attraverso le testimonianze di gente comune, per lo più anziani

Città Nuova - Conosco Alessandra Atzori da quasi 40 anni: abbiamo attraversato i mitici anni Settanta e Ottanta indenni e felici, e soprattutto ancora pieni di entusiasmo. Lei è una cantante lirica, e nella sua famiglia l’estro e il genio sono di casa: suo fratello Lello, che ci ha lasciati troppo presto per l’orologio dell’affetto, insieme ad altri “folli” ha dato inizio nei primi anni Ottanta, con grande spolvero e meraviglia per la pur sempre provinciale, anche se splendida, Cagliari, alle pubblicazioni de “Il Baratto”, fratello non minore di una schiera di altri giornali di annunci economici che hanno rivoluzionato il modo di acquistare in Italia: “Secondamano”, “Porta Portese”, “Bric à brac” e altri. Appassionata del suo lavoro, della sua città, e cultrice dei new media, sei anni fa ha aperto un blog per raccontare la sua vita quotidiana d’artista del Teatro Lirico di Cagliari, uno dei più belli e interessanti del panorama italiano, “Musicamore”.

«Spesso in questo mio pubblicare nella Rete mi è capitato di sentire storie teatrali che poi venivano tramandate da colleghi pensionati. Sentire queste storie era affascinante. C’era chi aveva conosciuto artisti famosi come il tenore Mario del Monaco, ma anche famosi direttori d’orchestra o registi. Storie interessanti, legate a periodi storici particolari; la Seconda guerra mondiale, ad esempio, che aveva decimato la città di Cagliari e distrutto tanti suoi bei teatri cittadini».

Non sazia del suo primo blog, Alessandra ha sentito che non aveva ancora lo strumento giusto per raccogliere queste storie e ha deciso di fondarne un altro: la “Cagliaritana”. «Qui, tra foto, video ed eventi vari – mi racconta – si raccoglie tutto ciò che riguarda la mia città e i suoi personaggi di ieri e di oggi. Insomma, una sorta di enciclopedia vivente».

Navigando in Rete Alessandra ha scoperto che ciò che stava realizzando in piccolo era stato creato in forma molto più ampia da un gruppo di giovani torinesi che, con l’idea di tenere compagnia agli anziani nel periodo estivo, facevano loro raccontare le storie della loro giovinezza. Un bellissimo sito, vasto al punto da raccogliere video-testimonianze nelle lingue principali del mondo, attraverso la voce di persone comuni, ma anche di personaggi noti provenienti dai cinque continenti.

«Il sito si chiama “Memoro, Banca della memoria” – precisa Alessandra – e chiunque può inviare video, basta iscriversi come “Cercatore di memoria”. Io l’ho fatto e devo dire che mi ha talmente appassionato che sono stata nominata dalla redazione addirittura “Paladino”, che significa che sono fra le persone più attive nell’inviare video-testimonianze. Le mie storie nascono come ho detto prima, sia nel mio posto di lavoro, sia in famiglia, cominciando da mia mamma Sebastiana, da mia suocera e dalle loro amiche».

I ricordi riguardano cose di vita ordinaria: la vita d’insegnante nella Sardegna degli anni Cinquanta, quando non esistevano ancora l’energia elettrica e la maestra era anche bidella, mamma, amica di ragazzi raccolti in pluriclassi in spazi adattati a scuola, senza riscaldamento e servizi essenziali; oppure i racconti di chi ha scampato le bombe, la fame e miseria della guerra, di come si era terrorizzati e di come si correva nei rifugi. Cose che si stanno affievolendo, in una sorta di pericoloso “alzheimer” collettivo della storia, anche del passato prossimo.

Alessandra prosegue nella sua appassionata ricerca: «Ho raccolto anche la testimonianze di una ultracentenaria, Silvia Nicolosi, nipote del garibaldino Gaspare Nicolosi, e i ricordi di suo nonno, tramandati da suo padre e da preziosi documenti raccolti, di grande valore storico, sconosciuti agli studiosi. I racconti riguardano anche momenti di vita di Giuseppe Garibaldi di cui si sa poco o nulla. Questa storia ha affascinato lo scrittore Ignazio Salvatore Basile che ne ha subito creato un romanzo che porta la presentazione dell’anziana testimone».

Suddiviso per settori, il sito “Memoro” racconta la scienza (intervista a Rita Levi Montalcini), la letteratura (intervista a Camilleri), la tivù. I ricordi si susseguono nelle più svariate testimonianze, come quella della sorella del famoso giornalista della Rai Tito Stagno, Maria Costanza. Lei racconta di come abbia vissuto la guerra nella città di Pola, della fuga, della paura, dell’orrore che gli occhi di una bimba di allora hanno dovuto vedere. Racconta anche la bellezza della sua storia d’amore con un militare alleato, Bob, che dura da più di 50 anni, lo sbarco sulla luna raccontato da suo fratello Tito, ma visto in una televisione canadese attraverso un servizio dedicato al papa, che osserva lo sbarco nella sua tivù personale. C’è anche il racconto di come è avvenuta la scoperta delle cefalosporine, attraverso le parole di una lontana parente dello scienziato cagliaritano, che fu anche sindaco della città, Giuseppe Brotzu, scopritore appunto di questo fondamentale antibiotico.

Insomma un vero pozzo di acqua preziosa questo sito, fatto di video brevi di circa cinque minuti e spesso intercalati da foto dei testimoni e da preziose documentazioni, a cui senz’altro ci si può unire per dare vita a un’enciclopedia viva, fatta di persone e non solo di storia ufficiale.

«Poter realizzare questi video – conclude Alessandra – gratuitamente, tengo a precisarlo, è molto gratificante perché, oltre che essere un mezzo di raccolta della storia, si dà alle persone non più giovanissime la possibilità di essere ancora utili agli altri. È bellissimo sentirsi dire soprattutto dai testimoni molto anziani che hanno passato una serata diversa. Molti hanno potuto finalmente essere considerati da nipoti che neppure li andavano a trovare ma che, vedendoli su Internet si sono soffermati ad ascoltarli e sono rimasti affascinati da storie che non conoscevano».
Paolo De Maina

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