venerdì, settembre 21, 2012
Don Marco Bottoni, prete lodigiano che opera a Cardona (Argentina), ci racconta l'esperienza fatta con un gruppo di giovani della sua parrocchia e con le suore nel nord dell'Argentina

Ciao! Semplicemente ciao! Difficile trovare parole molto serie, tenterò di disegnare... come un pittore... Inizio così, con una frase di una delle molte canzoni che accompagnarono i 2.340 km percorsi per andare e tornare dal Chaco per vivere con i giovani la missione. A dir la verità non disegno molto bene però mi piace usare i colori, per questo intorno ai colori riassumo l’esperienza dei giovani in Chaco. Rosso: é il colore del fuoco acceso ogni mattina per preparare la colazione per tutti; mantenuto acceso tutta la giornata per cucinare e scaldare l’acqua per il mate dolce e amaro, uruguagio con yerba argentina preparato da un italiano, “sacramento” della nostra amicizia e fraternità tra di noi e con il popolo di Dio che abbiamo incontrato.

Arancio: colore del vestito di Cynthia nel giorno del suo 18° compleanno condiviso con noi e con i più poveri; “segno di contraddizione” che evangelizza l’offerta di alcuni giovani delle loro vacanze, della loro forza, delle loro energie per il bene degli altri. Giallo: colore della terra secca del Chaco, una terra che manca di buona acqua, problema per uomini, animali e piante uniti nella solidarietà della creazione di Dio. Verde: come la yerba del mate, come l’erba e le foglie che sbocciano nonostante tutto per essere segno di speranza in questa terra difficile.

Azzurro: come il cielo d’America, “un mare capovolto”, come la bandiera di Argentina, come il manto della Vergine di Itatí (patrona del Chaco) molto amata da tutti, come il braccialetto che ci siamo regalati per ricordare questa settimana di amicizia, come l’acqua del Battesimo che abbiamo ricordato con i bambini allo scopo di non dimenticare che é questo che ci fa tutti fratelli. Indaco (dal latino indicus: de la India) come le persone che abbiamo incontrato, che é meglio chiamare aborigeni e che hanno una fede che suscita invidia, sanno ripetere frasi del Vangelo a memoria e ti lasciano una speranza che sospinge. Violetto come il desiderio di tornare altre volte e nello stesso tempo saper essere missionari là dove viviamo e vivremo...

Uniti tra loro i colori dell’arcobaleno formano il bianco, bianco come l’interno del pane, il pane casero che ci offrivano le famiglie che incontravamo nel cammino, il pane della Messa sacramento di Gesù, sua presenza nel compartire che anche noi un po’ abbiamo vissuto. Mancherebbe il trasparente... è il colore delle lacrime che son scese nel vedere molta povertà arricchita di grande umanità, lacrime che son cadute leggendo là il Vangelo o le riflessioni su san Alberto Hurtado, nostro compagno nella preghiera e nella riflessione. A lui lascio la ultima parola: Che tutte le creature siano trasparenti e mi lascino sempre vedere Dio e l’Eternitá.

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