giovedì, maggio 03, 2012
Condannato a 9 anni e 6 mesi e a 28mila euro di multa dal Gup del Tribunale di Genova

di Alberto Giannino

Don Riccardo Seppia, 52 anni, genovese, ex parroco di Sestri Ponente (Genova), è stato condannato a nove anni e sei mesi di reclusione e a 28mila euro di multa. Il Gup del Tribunale di Genova, Roberta Bossi, ha accolto quasi tutte le richieste del Pm Puppo, ma la tentata violenza sessuale è stata considerata dal giudice una violenza consumata. Seppia era accusato, tra l'altro, di avere palpeggiato un chierichetto, di avere offerto droga a minorenni in cambio di prestazioni sessuali e di avere ceduto droga al suo amico e sodale Emanuele Alfano. L'unico reato per cui è stato assolto è la detenzione di materiale pedopornografico. L'ex parroco è in carcere da maggio 2010 nella sezione di massima sicurezza per i detenuti che hanno commesso reati sessuali. Prima della sentenza questa mattina in aula don Riccardo ha letto un messaggio nel quale ha spiegato: “Chiedo scusa per il mio comportamento morale perché ho commesso degli sbagli. Ho sbagliato a comportarmi in quel modo”. Il suo legale si è invece detto soddisfatto dell’inquadramento giuridico ed ha annunciato il ricorso in appello.

Il caso di don Seppia ha creato grave sconcerto e disorientamento tra i suoi fedeli e anche nella diocesi di Genova guidata dal cardinale Bagnasco. Non solo, ma tale vicenda ha avuto una vasta eco in tutta Italia: finora sulla stampa avevamo letto di casi di pedofilia del clero, ma con don Seppia siamo arrivati anche alla cessione di droga a minori. Abbiamo toccato il fondo. Ci domandiamo, non senza stupore e indignazione, come mai la vicenda di don Seppia, conosciuta in alcuni ambienti della curia genovese, sia stata tollerata e nessuno abbia mai adottato provvedimenti di alcun tipo.

Ora don Seppia, che ha riconosciuto la sua colpevolezza, deve essere ridotto allo stato laicale. Non può essere un sacerdote, un Pastore che guida il suo gregge (la parrocchia), non può essere un “dispensatore dei misteri di Dio” e neanche un alter Christus. Il Diritto Canonico è molto chiaro: prima la sospensione a divinis, poi la riduzione allo stato laicale. La Curia di Genova adotti al più presto le pene canoniche senza riguardi e senza tentennamenti (qui non è necessario aspettare: don Seppia ha già confessato). “La chiesa - dice San Paolo - è santa e immacolata senza macchia né ruga”. Santa e immacolata perché fondata da Cristo, ma “casta meretrix” (Sant’Ambrogio) perché composta da uomini e donne che peccano e sbagliano.

I fedeli di Sestri Ponente a Genova hanno ora un altro parroco. Don Seppia non poteva certo essere un modello e un punto di riferimento per la sua parrocchia. Egli ha deturpato, macchiato e sfigurato la Chiesa di Dio con i suoi comportamenti deplorevoli e noi ci auguriamo che - come ha detto più volte Benedetto XVI - dentro la Chiesa di Dio non ci sia posto per pedofili e per persone immorali.

In questa triste e squallida vicenda vogliamo però ricordare i 38mila sacerdoti italiani che sono estranei a fatti delittuosi. La loro opera la vediamo quotidianamente (anche se non vanno sui giornali) negli ospedali, nelle case per anziani, nelle carceri, nelle Caritas, nelle scuole, nelle Università, nelle parrocchie, nelle missioni e nelle curie vescovili. A tutti loro va il nostro pensiero e la nostra riconoscenza.

Sono presenti 2 commenti

madda39 ha detto...

Quando gli ormoni bucano il cervello!!!!!
Succede spesso, purtroppo!
Sono devianze dovute all'obbligo, contro natura, della castità.
Se li lasciassero liberi di sposarsi, come i preti Ortodossi e della Chiesa anglicana e come era, fino oltre l'anno 1000, anche per la Chiesa Cattolica!
Questi efferati atti, contro la parte più debole a loro affidata, i nostri bambini, succederebbe solo in rari casi di patologia grave, come può succedere, e succede purtroppo, a padri e nonni di famiglia.
Preghiamo per lui e soprattutto per i Pontefici di Santa Madre Chiesa che riescano a capire che la castità non può essere un vanto, ma una devianza orgogliosa, un peccato contro il Comandamento di Dio in Genesi "e maschio e femmina li creò"!!!...e che ordinino anche le donne, oltre che per non commettere più il peccato orribile di sessismo, anche perchè sono meno governate dagli ormoni e resistono di più alle tentazioni della carne.

Bartolo Salone ha detto...

Del tema della pedofilia del clero mi sono occupato qualche tempo fa in un articolo pubblicato su questo stesso quotidiano dal titolo "Chiesa e pedofilia: quello che i media non dicono" (reperibile in archivio). In quel contesto, provavo, dati alla mano, a smentire alcuni luoghi comuni, come quello per cui la pedofilia sarebbe alimentata o addirittura determinata dalla regola del celibato ecclesiastico. Ecco le ragioni. In primo luogo, la stragrande maggioranza dei casi di pedofilia (circa il 70%) si verificano in ambienti domestici e ad opera di familiari o parenti stretti (genitori, zii, ecc.) e si tratta in prevalenza di persone sposate. Inoltre, nelle chiese protestanti, in cui non vige la regola del celibato, i casi di pedofilia dei pastori (per lo più gente sposata) sono da 2 a 10 volte superiori che nella Chiesa cattolica. Questi dati smentiscono categoricamente che possa esservi alcuna relazione tra celibato e pedofilia. Mi permetto infine di far notare che, se il celibato fosse davvero una devianza orgogliosa, il primo deviato sarebbe da considerare lo stesso Gesù Cristo... Sarebbe dunque il caso che imparassimo a misurare le parole, specie quando si toccano questioni così delicate.

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