mercoledì, aprile 18, 2012
A volte la diversità può diventare un'opportunità. Così la pensano alla Fondazione Sodalitas, ideatrice di “Diversità Lavoro”, un progetto per facilitare l'inserimento lavorativo di persone con disabilità o di origine straniera

di Gabriele Salari

Le prime 7 edizioni del progetto “Diversità Lavoro”, realizzate in questi anni tra Milano e Roma, hanno permesso a 6.500 professionisti di candidarsi alle oltre 300 posizioni aperte presso le 33 aziende che negli anni hanno aderito all’iniziativa. Ramune Lekamaviciute, venticinquenne lituana, racconta: “Mi sono laureata in economia internazionale nel mio Paese e grazie a questo progetto ho avuto la possibilità di conoscere la multinazionale ABB per la quale attualmente lavoro e molte aziende che a mio parere possono avere un’inclinazione maggiore all’apertura verso le diversità culturali. Ciò che mi ha più stupito è che ABB si è inserita in Lituania poco dopo il nostro raggiungimento dell’indipendenza, una scelta che per me ha significato un’apertura nei confronti dei paesi in via di sviluppo”. Caterina Canale invece, disabile, è account manager e lavora nel team di Microsoft Advertising, che si occupa di pubblicità digitale: “Il giorno dell’evento di ‘Diversità Lavoro’ ho consegnato il mio curriculum presso lo stand della Microsoft e dopo qualche giorno sono stata ricontattata per un colloquio”.

L'ottava edizione di “Diversità Lavoro” è ormai alle porte e si svolgerà a Milano il prossimo 5 giugno. Si spera che anche questa volta la risposta sarà entusiasta come nelle precedenti edizioni, nonostante le criticità attuali.

È partito intanto nelle scorse settimane un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo con l’obiettivo di diffondere una cultura moderna e inclusiva del lavoro anche nel Meridione: si cerca di far conoscere la Carta delle Pari Opportunità e l'Uguaglianza sul Lavoro in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. La Carta per le Pari Opportunità e l'Uguaglianza sul Lavoro, lanciata in Italia nel 2009 sulla scia del successo delle iniziative francese e tedesca, è una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità. La Carta non contiene prescrizioni dettagliate ma pochi impegni basati su efficaci programmi di cambiamento, sperimentati con successo dalle imprese impegnate da più tempo in materia. A promuoverla in Italia è la Fondazione Sodalitas insieme all’Ufficio Consigliere Nazionale di Parità e alle reti d’impresa orientate eticamente AIDAF (Associazione Italiana delle Imprese Familiari), AIDDA (Associazione Imprenditrici Donne Dirigenti d’Azienda), Impronta Etica ed UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).

“I rapporti tra imprese e società si stanno modificando profondamente. Da un lato, la società civile, le istituzioni e l’opinione pubblica guardano con occhio nuovo alle imprese e alla loro cultura. Chiamano il mondo delle imprese a essere ‘protagonista’ della sfera sociale e si attendono da esso una partecipazione attiva allo sviluppo della comunità nazionale e di quelle locali” spiega Diana Bracco, presidente della Fondazione Sodalitas. “Dall’altro lato, sempre più imprese non restano indifferenti ai fenomeni di malessere e di emarginazione sociale, prendono atto dello slancio del nonprofit e si impegnano in modo diretto per contribuire a creare benessere al proprio interno e nelle comunità in cui operano, consapevoli che non c'è antitesi tra visione economica, profitto e responsabilità sociale”.

Il riconoscimento a tanto impegno è arrivato recentemente anche dal governo: durante le audizioni alla Commissione Affari Costituzionali del Senato e alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati, il ministro Elsa Fornero, che oltre al Lavoro e alle Politiche Sociali ha la delega alle Pari Opportunità, ha indicato la necessità di un piano di azione contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro, citando proprio progetti come la “Carta delle Pari Opportunità” e “Diversità Lavoro”.

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