Nazioni Unite al lavoro per una risoluzione della crisi siriana che sarà approvata entro la prossima settimana.
Radio Vaticana - L’Ue si dice pronta a nuove sanzioni contro Damasco mentre il portavoce dell’inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, ribadisce: subito osservatori nel Paese, la tregua non regge. Intanto al Tribunale dell’Aja arriva la prima denuncia contro il presidente Bashar al Assad per crimini contro l’umanità. Il servizio di Cecilia Seppia. ascolta . Le potenze occidentali sono d’accordo: se la Siria non rispetta il piano di pace di Kofi Annan la parola torna all’Onu che dovrà valutare l’adozione di ulteriori misure contro Damasco. Tra tutti il segretario di Stato americano Clinton preme per un embargo sulle armi, sui viaggi e pesanti sanzioni finanziarie. Sulla stessa linea l’Ue decisa ad intervenire su beni di lusso e materiali usati per scopi repressivi. Intanto si aspetta dal Consiglio di Sicurezza una risoluzione, invocata anche dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che risponda pienamente alle richieste del leader del Palazzo di Vetro Ban Ki-moon: ovvero l’invio di 300 osservatori nel Paese, per non meno di 3 mesi che possano vigilare su una tregua, interrotta da continui bombardamenti. Un esercito pacifico che il portavoce di Annan, definisce indispensabile e urgente. Pronti a collaborare Francia, Italia e Germania. Ma Russia e Cina non si tirano indietro, anzi Pechino sembra disposta all’invio dei suoi caschi blu sul territorio. La Turchia invece valuta un coinvolgimento della Nato. Intanto sulla testa di Assad e di una quindicina di ufficiali e dirigenti politici del regime pende la prima denuncia formale di “crimini contro l’umanità”: a presentare l'esposto presso il Tribunale internazionale dell’Aja un avvocato libanese a nome di 12 rifugiati siriani attualmente a Beirut. Di poco fa infine la notizia dell'ennesimo attacco: 10 agenti di polizia sono morti in seguito all'esplosione di una bomba nella parte del Golan.
Radio Vaticana - L’Ue si dice pronta a nuove sanzioni contro Damasco mentre il portavoce dell’inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, ribadisce: subito osservatori nel Paese, la tregua non regge. Intanto al Tribunale dell’Aja arriva la prima denuncia contro il presidente Bashar al Assad per crimini contro l’umanità. Il servizio di Cecilia Seppia. ascolta . Le potenze occidentali sono d’accordo: se la Siria non rispetta il piano di pace di Kofi Annan la parola torna all’Onu che dovrà valutare l’adozione di ulteriori misure contro Damasco. Tra tutti il segretario di Stato americano Clinton preme per un embargo sulle armi, sui viaggi e pesanti sanzioni finanziarie. Sulla stessa linea l’Ue decisa ad intervenire su beni di lusso e materiali usati per scopi repressivi. Intanto si aspetta dal Consiglio di Sicurezza una risoluzione, invocata anche dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che risponda pienamente alle richieste del leader del Palazzo di Vetro Ban Ki-moon: ovvero l’invio di 300 osservatori nel Paese, per non meno di 3 mesi che possano vigilare su una tregua, interrotta da continui bombardamenti. Un esercito pacifico che il portavoce di Annan, definisce indispensabile e urgente. Pronti a collaborare Francia, Italia e Germania. Ma Russia e Cina non si tirano indietro, anzi Pechino sembra disposta all’invio dei suoi caschi blu sul territorio. La Turchia invece valuta un coinvolgimento della Nato. Intanto sulla testa di Assad e di una quindicina di ufficiali e dirigenti politici del regime pende la prima denuncia formale di “crimini contro l’umanità”: a presentare l'esposto presso il Tribunale internazionale dell’Aja un avvocato libanese a nome di 12 rifugiati siriani attualmente a Beirut. Di poco fa infine la notizia dell'ennesimo attacco: 10 agenti di polizia sono morti in seguito all'esplosione di una bomba nella parte del Golan.
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