Il Cervino, l'icona delle montagne alpine che si eleva per 4.478 m etri al confine tra Svizzera e Italia, da anni vede retrocedere i suoi ghiacciai a causa del cambiamento climatico.
GreenReport - L'aumento dell'acqua di fusione glaciale, secondo un nuovo studio dell'università di Zurigo pubblicato sul "Journal of Geophysical Research" dell'American geophysical union, sta provocando il distacco di grossi massi che franano lungo la montagna. L'acqua che si insinua nelle crepe e nelle fessure lasciate dai ghiacciai in ritirata stanno sgretolando il Cervino e con il gelo-disgelo annuo le fessurazioni nelle rocce si espandono, fino a staccare le rocce che rotolano lungo i suoi pendii.
Gli scienziati dell'università di Zurigo hanno iniziato a studiare da vicino la montagna nel 2007 e la loro indagine è partita da un evento avvenuto nel luglio 2003, quando una frana di rocce nella zona dell'Hörnligrat intrappolò 50 alpinisti, rendendo necessaria una delle più imponenti operazioni di salvataggio con gli elicotteri mai effettuata nelle Alpi.
I ricercatori svizzeri si sono basati sui dati ricavati da sofisticati dispositivi di controllo piazzati in 17 siti fondamentali della montagna ed hanno trovato un aumento della frequenza delle frane che credono sia direttamente legato ai cambiamenti climatici.
Il problema dello scioglimento dei ghiacciai che penetrando in fessurazioni e crepacci sfaldando le montagne non è esclusivamente del Cervino, ma riguarda anche il resto delle Alpi. Lo studio però dice che gli effetti del global warming sulle catene montuose sono molto maggiori di quanto si credesse: «Non solo aumenta le temperature, ma ha la capacità di alterare la forma della montagna», dice Stephan Gruber, uno dei ricercatori zurighesi, che mette anche in guardia contro le implicazioni per la sicurezza di questo fenomeno: «Ci sono molte stazioni sciistiche delle Alpi che utilizzano funivie per trasportare gli sciatori sulle montagne. Le strutture delle funivia devono essere esaminata attentamente per capire se si basano sulla cima a una di queste fessure ghiacciate».
GreenReport - L'aumento dell'acqua di fusione glaciale, secondo un nuovo studio dell'università di Zurigo pubblicato sul "Journal of Geophysical Research" dell'American geophysical union, sta provocando il distacco di grossi massi che franano lungo la montagna. L'acqua che si insinua nelle crepe e nelle fessure lasciate dai ghiacciai in ritirata stanno sgretolando il Cervino e con il gelo-disgelo annuo le fessurazioni nelle rocce si espandono, fino a staccare le rocce che rotolano lungo i suoi pendii.Gli scienziati dell'università di Zurigo hanno iniziato a studiare da vicino la montagna nel 2007 e la loro indagine è partita da un evento avvenuto nel luglio 2003, quando una frana di rocce nella zona dell'Hörnligrat intrappolò 50 alpinisti, rendendo necessaria una delle più imponenti operazioni di salvataggio con gli elicotteri mai effettuata nelle Alpi.
I ricercatori svizzeri si sono basati sui dati ricavati da sofisticati dispositivi di controllo piazzati in 17 siti fondamentali della montagna ed hanno trovato un aumento della frequenza delle frane che credono sia direttamente legato ai cambiamenti climatici.
Il problema dello scioglimento dei ghiacciai che penetrando in fessurazioni e crepacci sfaldando le montagne non è esclusivamente del Cervino, ma riguarda anche il resto delle Alpi. Lo studio però dice che gli effetti del global warming sulle catene montuose sono molto maggiori di quanto si credesse: «Non solo aumenta le temperature, ma ha la capacità di alterare la forma della montagna», dice Stephan Gruber, uno dei ricercatori zurighesi, che mette anche in guardia contro le implicazioni per la sicurezza di questo fenomeno: «Ci sono molte stazioni sciistiche delle Alpi che utilizzano funivie per trasportare gli sciatori sulle montagne. Le strutture delle funivia devono essere esaminata attentamente per capire se si basano sulla cima a una di queste fessure ghiacciate».
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