La Turchia ha chiuso oggi la sua ambasciata a Damasco, in Siria, seguendo l’esempio di diversi paesi arabi, europei e degli Stati Uniti e accrescendo l’isolamento politico del presidente Bashar Al Assad.

Misna - La decisione è stata presa all’indomani di un vertice a Seoul, in Corea del Sud, tra il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente statunitense Barack Obama. Nell’incontro sudcoreano, alla vigilia di un summit sulla sicurezza nucleare, i due leader hanno concordato l’invio di aiuti “non letali” ai ribelli siriani, inclusi strumenti di comunicazione; hanno inoltre fissato al 1° aprile un vertice degli ‘Amici della Siria’, un consesso di diverse nazioni già ritrovatesi a Tunisi alcune settimane fa. Erdogan ha poi detto che la questione siriana sarà nell’agenda di un suo viaggio in Iran in programma questa settimana.

A continuare a opporsi a qualunque tipo di interferenza che “avrebbe conseguenze anche peggiori” è la Russia. Ieri, a Mosca il presidente Dmitri Medvedev ha incontrato l’inviato speciale in Siria di Onu e Lega Araba, Kofi Annan. L’ex segretario generale delle Nazioni Unite sta completando il suo tour diplomatico nell’intento di riuscire a concordare con le varie parti una via d’uscita politica della crisi. Il suo piano prevede un cessate-il-fuoco generale rispettato sia dalle forze governative che dall’opposizione armata, l’avvio di un dialogo politico inclusivo gestito direttamente da tutte le parti in causa siriane, l’apertura di corridoi umanitari per soccorrere la popolazione civile e la scarcerazione di tutti i prigionieri politici. Medvedev ha espresso il sostegno della Russia al piano avvertendo che un suo fallimento “potrebbe condurre a un conflitto civile”.