Ieri in India, in un villaggio dell'Uttar Pradesh (India settentrionale) quattro uomini hanno stuprato e dato fuoco al corpo di una giovane ventiquatrenne. La ragazza è ora ricoverata in condizioni gravissime in un ospedale di Kanpur, secondo quanto riferisce l'emittente Ndtv.
Le violenze sessuali, durate tutta la notte, sono avvenute in una casa dove la giovane è stata trascinata a forza, nei pressi di un mercato nel villaggio di Shivpuri. Al mattino la ragazza, dopo essere stata liberata, ha fatto capire che avrebbe denunciato lo stupro e per punire questa “colpa” il suo corpo è stato cosparso di kerosene e bruciato vivo. I quattro stupratori sono poi fuggiti, e alcuni vicini sono intervenuti, attratti dalle urla della donna.
La ventiquattrenne è stata portata all’ospedale Lala Rajpat Rai di Kanpur in condizioni disperate: sono state riscontrate ustioni sul 75% del suo corpo e i medici non sono sicuri che potrà cavarsela. La donna è riuscita comunque a dare una prima ricostruzione dell’accaduto. Parlando a fatica, ha fatto il nome di due dei quattro responsabili, Majid e Naim. Solo il primo è stato arrestato dalla polizia locale che sta continuando a indagare, grazie anche alle informazioni della ragazza e alla famiglia che ha deciso di denunciare lo stupro.
Secondo quanto sostenuto dalla polizia si tratta dell'ultimo di una serie di feroci attacchi alle donne del posto: tre sono accaduti solo la scorsa settimana. L'Uttar Pradesh è uno degli stati indiani in cui le donne subiscono più abusi e discriminazioni. Venerdì una quattordicenne è stata colpita all'occhio mentre lottava contro due uomini che cercavano di stuprarla. L'adolescente è stata attaccata nel villaggio di Gadwa Buzurg, nel distretto di Kannauj dell'India settentronale. Ha perso un occhio e l'altro è seriamente danneggiato. La polizia ha dichiarato che i colpevoli sono dello stesso villaggio. Finora solo uno è stato arrestato, ma anche l'altro è stato individuato. Sull’incidente incombe lo spettro delle complicità o delle coperture delle forze dell’ordine. Sono stati sospesi, infatti, due agenti che inizialmente si erano rifiutati di depositare la denuncia dei genitori della ragazza.
La settimana scorsa, nella zona di Nighasan, nel distretto di Lakhimpur, il corpo di una ragazza è stato trovato appeso ad un albero. Anche in questo caso la posizione della polizia risulta poco chiara. I genitori della vittima dicono di aver ricevuto un’offerta economica dagli agenti per tacere sul caso.
All’inizio di quest’anno il capo della Commissione nazionale per le donne, Girija Vyas, ha affermato che l’Uttar Pradesh si trova in cima alla lista quando si parla di crimini contro le donne. Le autorità statali sono state più volte criticate negli ultimi anni per i numerosi episodi di violenza su donne e ragazzi.
Le violenze sessuali, durate tutta la notte, sono avvenute in una casa dove la giovane è stata trascinata a forza, nei pressi di un mercato nel villaggio di Shivpuri. Al mattino la ragazza, dopo essere stata liberata, ha fatto capire che avrebbe denunciato lo stupro e per punire questa “colpa” il suo corpo è stato cosparso di kerosene e bruciato vivo. I quattro stupratori sono poi fuggiti, e alcuni vicini sono intervenuti, attratti dalle urla della donna.
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Secondo quanto sostenuto dalla polizia si tratta dell'ultimo di una serie di feroci attacchi alle donne del posto: tre sono accaduti solo la scorsa settimana. L'Uttar Pradesh è uno degli stati indiani in cui le donne subiscono più abusi e discriminazioni. Venerdì una quattordicenne è stata colpita all'occhio mentre lottava contro due uomini che cercavano di stuprarla. L'adolescente è stata attaccata nel villaggio di Gadwa Buzurg, nel distretto di Kannauj dell'India settentronale. Ha perso un occhio e l'altro è seriamente danneggiato. La polizia ha dichiarato che i colpevoli sono dello stesso villaggio. Finora solo uno è stato arrestato, ma anche l'altro è stato individuato. Sull’incidente incombe lo spettro delle complicità o delle coperture delle forze dell’ordine. Sono stati sospesi, infatti, due agenti che inizialmente si erano rifiutati di depositare la denuncia dei genitori della ragazza.
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