Sono richiesti sacrifici. A tutti. Ed Elsa Fornero, che eredita il Ministero del Welfare da Sacconi, lo dice in conferenza stampa con le lacrime agli occhi.
Volontariatoggi - Una manovra da 30 miliardi, quella presentata ieri da Monti, che farà saltare anche l’Agenzia per il terzo settore. “Sarebbe un dramma, un vero e proprio disastro. La comunità italiana ci rimetterebbe di brutto” disse il presidente dell’agenzia Stefano Zamagni quando, quale mese fa, già si prospettava la chiusura dell’ente a fronte di una probabile calata di scure da parte del governo.
Sia Zamagni sia il consiglio, composto da 11 membri, erano già in scadenza. Un mandato che sarebbe terminato questo dicembre senza che ci fossero garanzie sulla continuità operativa per il 2012. Ora arriva la manovra salva-Italia, e con lei la decisione di tagliare. Non solo l’Agenzia per il terzo settore, ma anche l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, l’Ente nazionale per il microcredito e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
“Non bisogna drammatizzare se l’Agenzia rientra fra gli enti da eliminare, ma il terzo settore non può fare a meno di un ente di riferimento” commentava nell’agosto scorso Stefano Zamagni. “Si può chiudere l’Agenzia -disse il presidente all’Ansa- ma istituire un’Authority. Lo auspico da anni. E’ una proposta che ho già avanzato al governo e quindi se la misura della manovra serve a favorire la trasformazione dell’Agenzia in Authority, che è già presente in altri Paesi, va benissimo”.
Ora che quel Governo non c’è più. Ma anche dopo l’insediamento del team di tecnici messo insieme da Mario Monti, Zamagni tornò a parlare del terzo settore durante l’incontro di metà novembre al Cnel, in occasione della presentazione delle “Linee guida per la raccolta fondi nei casi di emergenza umanitaria”.
“Al nuovo governo chiediamo di considerare il Terzo Settore come una risorsa per il Paese -disse- perché il mondo politico non lo ha mai ritenuto capace di fare un balzo in avanti. E di valorizzare il ruolo dell’Agenzia per il terzo settore che, nell’interesse delle organizzazioni e dei donatori, dovrebbe avere poteri di ispezione e sanzionamento. Il non profit italiano vive un momento particolare, carico di aspettative e opportunità. Ma anche di rischi. La deregulation che ha provocato i disastri della crisi finanziaria, se applicata al Terzo settore avrà effetti di perdita di fiducia dei cittadini. Ecco perché sono importanti queste linee guida: se il mondo for profit, di fronte a una crisi, cambia il management e riparte, per le organizzazioni non profit perdere la reputazione equivale a lunghissimi tempi di recupero nei confronti dei cittadini”.
Gianluca Testa
Volontariatoggi - Una manovra da 30 miliardi, quella presentata ieri da Monti, che farà saltare anche l’Agenzia per il terzo settore. “Sarebbe un dramma, un vero e proprio disastro. La comunità italiana ci rimetterebbe di brutto” disse il presidente dell’agenzia Stefano Zamagni quando, quale mese fa, già si prospettava la chiusura dell’ente a fronte di una probabile calata di scure da parte del governo.Sia Zamagni sia il consiglio, composto da 11 membri, erano già in scadenza. Un mandato che sarebbe terminato questo dicembre senza che ci fossero garanzie sulla continuità operativa per il 2012. Ora arriva la manovra salva-Italia, e con lei la decisione di tagliare. Non solo l’Agenzia per il terzo settore, ma anche l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, l’Ente nazionale per il microcredito e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
“Non bisogna drammatizzare se l’Agenzia rientra fra gli enti da eliminare, ma il terzo settore non può fare a meno di un ente di riferimento” commentava nell’agosto scorso Stefano Zamagni. “Si può chiudere l’Agenzia -disse il presidente all’Ansa- ma istituire un’Authority. Lo auspico da anni. E’ una proposta che ho già avanzato al governo e quindi se la misura della manovra serve a favorire la trasformazione dell’Agenzia in Authority, che è già presente in altri Paesi, va benissimo”.
Ora che quel Governo non c’è più. Ma anche dopo l’insediamento del team di tecnici messo insieme da Mario Monti, Zamagni tornò a parlare del terzo settore durante l’incontro di metà novembre al Cnel, in occasione della presentazione delle “Linee guida per la raccolta fondi nei casi di emergenza umanitaria”.
“Al nuovo governo chiediamo di considerare il Terzo Settore come una risorsa per il Paese -disse- perché il mondo politico non lo ha mai ritenuto capace di fare un balzo in avanti. E di valorizzare il ruolo dell’Agenzia per il terzo settore che, nell’interesse delle organizzazioni e dei donatori, dovrebbe avere poteri di ispezione e sanzionamento. Il non profit italiano vive un momento particolare, carico di aspettative e opportunità. Ma anche di rischi. La deregulation che ha provocato i disastri della crisi finanziaria, se applicata al Terzo settore avrà effetti di perdita di fiducia dei cittadini. Ecco perché sono importanti queste linee guida: se il mondo for profit, di fronte a una crisi, cambia il management e riparte, per le organizzazioni non profit perdere la reputazione equivale a lunghissimi tempi di recupero nei confronti dei cittadini”.
Gianluca Testa
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