In archivio con oltre un centinaio di fotografie di corpi senza vita e con segni di tortura rinvenuti sulle coste dell’Uruguay negli anni ‘70, è stato consegnato dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) alla magistratura argentina.
Agenzia Misna - Si tratta di prove ritenute fondamentali nell’inchiesta sui ‘voli della morte’ con cui l’ultima dittatura militare (1976-1983) tentò di far sparire alcuni oppositori, lanciandoli nel Rio della Plata o nell’Oceano Atlantico. Il rapporto, che contiene anche esami forensi, documenti di intelligence e mappe geografiche, è stato affidato al giudice federale Sergio Torres, responsabile dell’inchiesta sui crimini di lesa umanità commessi alla Scuola di Meccanica della Marina di Buenos Aires (Esma), il più grande centro di torture dell’estinto regime.
Secondo le testimonianze raccolte dalle organizzazioni a difesa dei diritti umani, proprio dalla Esma, situata a pochi chilometri dalla costa, partivano gli aerei con a bordo i detenuti che, addormentati forzatamente con iniezioni di pentotal, venivano gettati in mare. “E’ un contributo inedito per la causa, finora non avevamo a disposizione materiale di questa portata, le uniche prove erano testimoniali. Hanno un valore enorme anche per la loro datazione” ha detto Sergio Canton, segretario esecutivo della Cidh.
E’ anche la prima volta che la Cidh consegna materiale ‘confidenziale’ alla magistratura di un paese in cui si indaga ancora sulle violazioni dei diritti umani compiute un trentennio fa. Le fotografie ritraggono una ventina di corpi e resti umani trovati sui litorali uruguayani dopo il golpe del 1976: arrivarono in possesso della Cidh – sebbene non sia stata mai divulgata la fonte – durante la storica visita di una delegazione dell’organismo a Buenos Aires nel 1979.
Secondo le testimonianze raccolte dalle organizzazioni a difesa dei diritti umani, proprio dalla Esma, situata a pochi chilometri dalla costa, partivano gli aerei con a bordo i detenuti che, addormentati forzatamente con iniezioni di pentotal, venivano gettati in mare. “E’ un contributo inedito per la causa, finora non avevamo a disposizione materiale di questa portata, le uniche prove erano testimoniali. Hanno un valore enorme anche per la loro datazione” ha detto Sergio Canton, segretario esecutivo della Cidh.
E’ anche la prima volta che la Cidh consegna materiale ‘confidenziale’ alla magistratura di un paese in cui si indaga ancora sulle violazioni dei diritti umani compiute un trentennio fa. Le fotografie ritraggono una ventina di corpi e resti umani trovati sui litorali uruguayani dopo il golpe del 1976: arrivarono in possesso della Cidh – sebbene non sia stata mai divulgata la fonte – durante la storica visita di una delegazione dell’organismo a Buenos Aires nel 1979.
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