giovedì, novembre 10, 2011
Il gasdotto egiziano che trasporta il gas verso Israele e la Giordania stanotte intorno alle 1,00 ora dell'Egitto, è stato nuovamente interrotto da un'esplosione avvenuta a 60 km (ma altre fonti dicono 45 km) ad ovest della città di El Arish, nel nord della Penisola del Sinai, in pieno deserto.

Greenreport - Prima dell'attentato alcuni individui non identificati avevano raggiunto l'area a bordo di due veicoli e piazzato indisturbati gli esplosivi sul gasdotto davanti ad alcuni impauriti testimoni. L'esplosione non ha fatto vittime ed ancora una volta i sospetti ricadono sui gruppi filo islamici o filo-palestinesi e sulle tribù beduine che rivendicano maggiore autonomia (e sussidi), ma i gruppi armati responsabili di questi continui attentati potrebbero essere anche un insieme di tutte queste rivendicazioni. Visto che l'obiettivo evidente è quello di interrompere il rifornimento di gas ad Israele che il governo militare di transizione egiziano continua a garantire.
La polizia egiziana è come sempre arrivata sul luogo dell'attentato quando sono state avvistate le fiamme ed ha stabilito un ormai inutile cordone e di sicurezza intorno all'area. L'approvvigionamento di gas è stato interrotto.
La pipeline è ormai diventata il bersaglio preferito di questi misteriosi "guerriglieri-terroristi": attacchi sono già avvenuti a febbraio, aprile, luglio e settembre 2011, provocando ogni volta il blocco dell'invio di gas in Israele e Giordania. Un bel problema per il governo di Tel Aviv, visto che l'Egitto d fornisce il 40% del gas che consuma Israele.
L'opposizione egiziana, laica ed islamica, che probabilmente si appresta a diventare governo, fin dalla rivoluzione che ha spodestato Hosni Munarak ha chiesto ripetutamente di cessare le esportazioni di gas egiziano verso Israele che rappresenterebbero «un pericolo per la sicurezza dell'Egitto». Il governo di transizione ha annunciato l'intenzione di rivedere tutti gli accordi di esportazione di gas, compresi quelli con Israele, ma il gas continua a percorrere le tubazioni, almeno fin o al prossimo attentato.

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