martedì, novembre 01, 2011
Consensi e malumori durante la votazione a Parigi

di Paola Bisconti

Nonostante l’assemblea generale abbia riconosciuto la Palestina come membro dell’organizzazione Onu, sono state numerose le dichiarazioni di chi non ha accettato il verdetto. Lunedì 31 ottobre nella sede di Parigi infatti a vincere sono stati i 107 voti favorevoli contro i 14 contrari, ma è proprio fra questi che si sono alzate le voci più forti. Israele parla di “tragedia” e non crede che tale vittoria palestinese possa aprire ad un futuro di pace. Ancora più drastica è la risposta degli Stati Uniti, che hanno provveduto a sospendere i finanziamenti di circa 60 milioni di dollari nei confronti dell’Unesco impoverendo le loro casse del 22%.

Ma se si considera che tra i voti favorevoli compaiono i nomi della parte del mondo che cresce (Cina, India, Brasile, Sud Africa, Russia e Paesi Arabi) si intravedono spiragli di ottimismo. Nel limbo degli indecisi vi sono invece l’Italia e la Gran Bretagna, astensioni interpretate come non-decisioni e che hanno contribuito ad aumentare la confusione tra gli stati europei, apparsi decisamente spaccati durante l’assemblea.

Ciò che conta alla fine è lo stato d’animo dei palestinesi, che si dichiarano fiduciosi e ottimisti. Sono consapevoli che la tutela dei beni come la Casa della Natività o l’orto del Getsemani non potrà modificare sostanzialmente la loro quotidianità, ma se i loro tesori saranno riconosciuti come tali allora la Palestina potrà sperare in un ingresso nelle Nazioni Unite. Tale traguardo significherebbe finalmente una tutela dei diritti umani e la possibilità di appellarsi contro qualsiasi tipo di sopruso.

Le dichiarazioni contrarie alla decisione dell’assemblea definiscono l’operazione prematura e controproducente… ma quanto dovrebbero attendere i palestinesi per vivere senza la paura di essere attaccati? Tutti A conferma dell’importanza della decisione dell’Unesco le parole del ministro degli esteri Riyad Al Maliki: “Questo è davvero un momento storico che suggerisce alla Palestina alcuni dei suoi diritti”. Ancora una volta, quindi, l’arte (e con essa l’educazione, la scienza, la cultura) diventa uno strumento per raggiungere obiettivi di pace.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa