I prezzi alimentari rimarranno alti, e perfino aumenteranno, comunque saranno volatili, legati ai prezzi energetici, del petrolio anzitutto, ed anche condizionati dalla speculazione finanziaria.
Radio Vaticana - Non sono buone le notizie del Rapporto redatto dall’Organizzazione Onu per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao), dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e dal Programma Alimentare Mondiale (Pam). Cresce infatti la popolazione mondiale e quindi la domanda di cibo e cresce anche la domanda di energia che per un terzo è fornita dall’agricoltura sotto forma di biocarburanti. A rischiare di più sono i Paesi poveri, specie africani, che dipendono dalle importazioni di cibo, e ancora pagano la grave crisi alimentare ed economica del 2006-2008. Congiunture negative che "mettono a rischio i nostri sforzi - lamentano i responsabili delle tre agenzie, Diouf, Nwanze e Sheeran - per raggiungere l'obiettivo di sviluppo del Millennio”: dimezzare entro il 2015 le persone che soffrono la fame, che addirittura - va sottolineato - sono aumentate 925 milioni nel 2010, rispetto a 850 milioni nel periodo 2006-2008. Dal rapporto l’invito ai governi di “garantire un contesto normativo trasparente e sicuro”, per incrementare investimenti privati e produttività agricola. Poi il monito: “Dobbiamo ridurre lo spreco di cibo nei Paesi sviluppati con l'informazione e con politiche adeguate, e ridurre le perdite nei Paesi in via di sviluppo con investimenti lungo tutta la catena alimentare. Una gestione più sostenibile delle nostre risorse naturali, delle foreste e del patrimonio ittico è cruciale", conclude il Rapporto. (A cura di Roberta Gisotti) RealAudioMP3
Radio Vaticana - Non sono buone le notizie del Rapporto redatto dall’Organizzazione Onu per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao), dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e dal Programma Alimentare Mondiale (Pam). Cresce infatti la popolazione mondiale e quindi la domanda di cibo e cresce anche la domanda di energia che per un terzo è fornita dall’agricoltura sotto forma di biocarburanti. A rischiare di più sono i Paesi poveri, specie africani, che dipendono dalle importazioni di cibo, e ancora pagano la grave crisi alimentare ed economica del 2006-2008. Congiunture negative che "mettono a rischio i nostri sforzi - lamentano i responsabili delle tre agenzie, Diouf, Nwanze e Sheeran - per raggiungere l'obiettivo di sviluppo del Millennio”: dimezzare entro il 2015 le persone che soffrono la fame, che addirittura - va sottolineato - sono aumentate 925 milioni nel 2010, rispetto a 850 milioni nel periodo 2006-2008. Dal rapporto l’invito ai governi di “garantire un contesto normativo trasparente e sicuro”, per incrementare investimenti privati e produttività agricola. Poi il monito: “Dobbiamo ridurre lo spreco di cibo nei Paesi sviluppati con l'informazione e con politiche adeguate, e ridurre le perdite nei Paesi in via di sviluppo con investimenti lungo tutta la catena alimentare. Una gestione più sostenibile delle nostre risorse naturali, delle foreste e del patrimonio ittico è cruciale", conclude il Rapporto. (A cura di Roberta Gisotti) RealAudioMP3
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