domenica, settembre 11, 2011
Era il 26 agosto 2010 quando la quindicenne di Avetrana, Sara Scazzi, veniva brutalmente uccisa e poi nascosta in un pozzo. Dopo un anno 13 indagati e due persone in carcere.

di Federica Scorpo

Il 29 agosto scorso tutti i protagonisti di questa storia dai contorni misteriosi hanno incrociato i loro occhi nella piccola aula in cui si è svolto il processo preliminare. Alla presenza anche della famiglia Scazzi, che dopo un anno ha potuto guardare in faccia chi ha ucciso la piccola Sara. Le due donne Misseri, Sabrina e Cosima, rispettivamente cugina e zia di Sara, sono ancora in carcere con l’accusa di sequestro e omicidio. Lo zio Michele Misseri, il reo-confesso che continua a dichiararsi colpevole, è stato invece prosciolto dall’accusa di omicidio. Rimane per lui l’accusa di occultamento di cadavere in concorso con il nipote e il fratello, Cosimo Cosma e Carmine Misseri.

Nella puntata del 9 settembre di Quarto Grado, Michele ha presentato alle telecamere l’altare in cui piange la morte della nipote. Proprio nel “garage degli orrori”, luogo in cui dichiara di aver ucciso la nipote, ha creato un angolo in cui poter pregare e ricordare Sara: al centro dell’altare una foto della ragazza ritagliata da un giornale. Intervistato da un giornalista, per la prima volta ha parlato di Sara e di come la sua azione omicida abbia distrutto le due famiglie che una volta erano molto unite. L’ennesima dimostrazione del cattivo gusto di Michele Misseri.

I suoi tentativi di riportare l’attenzione sulla sua responsabilità nella morte di Sara sono ormai vani, tanto da essere stato prosciolto. Da quel 6 ottobre 2010 in cui aveva confessato di aver ucciso la nipote perché aveva rifiutato le sue avance, le diverse versioni si sono susseguite una dopo l’altra fino ad essere ritenuto dagli inquirenti poco credibile. In un secondo momento ha cercato infatti di spostare l’attenzione su Sabrina come unica responsabile, per poi tornare alla prima versione, ma con motivazioni diverse: si è dichiarato colpevole poiché, arrabbiato perché il trattore non funzionava, uccise la nipote.

Gli inquirenti tuttavia sono convinti che alla base del delitto possa esserci stata la gelosia ossessiva di Sabrina verso l’avvenente cuginetta quindicenne che attirava l’attenzione anche del ragazzo di cui era innamorata: Ivano Russo. Una gelosia cresciuta nel tempo e sfociata poi nella tragedia. L’avrebbe uccisa lei in concorso morale con la madre, Cosima, che non la fermò. Secondo gli inquirenti avrebbe addirittura inseguito Sara e favorito l’azione delittuosa senza intervenire.

L’inchiesta tuttavia non ha ancora basi scientifiche forti che comprovino tali responsabilità. Inoltre, i legali della difesa hanno chiesto che il processo sia spostato in altra sede per “incompatibilità ambientale”, a causa della forte ostilità nei confronti della famiglia Misseri. Il mistero è ancora aperto…

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Non mi viene altro commento che un senso di impotenza e tanta tristezza per un episodio tanto assurdo quanto atroce, frutto di arretratezza culturale che purtroppo ancora invade alcune zone del nostro bel paese.

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