“E’ ormai chiaro a tutto il mondo che le azioni di Bashar al-Assad mettono la Siria e tutta la regione su una strada molto pericolosa. Assad è sul punto di andarsene, dobbiamo pensare al dopo Assad, come fanno già i 23 milioni di siriani”.

Agenzia Misna - Attraverso il portavoce di Barack Obama, Jay Carney, la Casa Bianca ha alzato i toni sulla crisi in Siria da dove continuano a giungere notizie di vittime a causa della repressione dei movimenti anti-governativi sebbene dai numeri difficilmente verificabili. E’ intervenuta anche Hillary Clinton, chiedendo sia all’Europa che ai paesi arabi di esercitare maggiore pressione su Damasco: “E’ su questo che stiamo lavorando” ha detto il segretario di stato americano, auspicando che il testo di condanna approvato mercoledì dal Consiglio di sicurezza dell’Onu dopo giorni di stallo “sia solo la prima di numerose iniziative” contro il regime, incluse “sanzioni supplementari, non solo americane”.

A definire la situazione in Siria “drammatica” è stato da Mosca, tradizionale alleato di Damasco, anche il presidente russo, Dmitry Medvedev, che ha esortato Assad ad “attuare le riforme ed a fare la pace con l’opposizione”. Intervistato da emittenti radio-tv, Medvedev ha aggiunto che la crisi suscita in Russia “enorme preoccupazione”. Citato dal quotidiano ‘Izvestia’, il rappresentante russo presso la Nato, Dmitri Rogozin ha sostenuto che l’Alleanza avrebbe cominciato a pianificare un intervento, ma Mosca – ha detto – “prevedendo in Siria una scorretta interpretazione del consiglio di sicurezza in stile libico, si opporrà a qualsiasi scenario militare”.

Intanto, sul terreno, gli attivisti anti-governativi hanno organizzato per oggi in diverse città un altro venerdì di protesta. Le forze di sicurezza sarebbero state dispiegate attorno alla moschea di Damasco già da ieri sera.