E’ stato un altro fine settimana di violenze, quello appena trascorso in Siria, con decine di nuove vittime denunciate dal movimento anti-governativo, mentre cresce la condanna della comunità internazionale contro il regime di Bashar al-Assad
Agenzia Misna - A Deir al-Zor, città di circa 200.000 abitanti situata nell’est del paese, si conterebbero almeno una cinquantina di morti provocati dall’offensiva delle forze di sicurezza che, secondo testimonianze diffuse da agenzie di stampa internazionali, avrebbero usato blindati e bulldozer per abbattere le barricate erette dai dimostranti e occupare la piazza centrale. Secca la smentita di Damasco, affidata all’agenzia ufficiale ‘Sana’, secondo cui “neanche un singolo carro armato è entrato a Deir al-Zor”.
Il cosiddetto ‘Comitato di coordinamento della rivoluzione siriana’ ha riferito di un’altra dozzina di vittime anche in villaggi nei pressi della città occidentale di Homs: in cinque mesi di violenze i morti fra la popolazione civile sarebbero 1600; il governo afferma di aver perso circa 500 uomini per mano di “terroristi”.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in visita in Giappone, ha detto di aver parlato al telefono con Assad sabato e di averlo esortato a “fermare immediatamente l’uso della forza militare contro i civili” anche in vista della presentazione del rapporto sulla Siria al Consiglio di sicurezza del 10 agosto.
Dalla Turchia, il primo ministro Tayyip Erdogan ha annunciato che il suo ministro degli Esteri dovrebbe raggiungere domani Damasco per portare al regime “un messaggio decisivo”. Anche il sovrano saudita, Abdullah bin Abdul Aziz, ha chiesto di fermare “lo spargimento di sangue”, affermando che “quanto avviene è inaccettabile” e annunciando di aver richiamato il suo ambasciatore per consultazioni. Un’esortazione analoga è giunta dalla Lega Araba che, tuttavia, “conformemente alla sua Carta, respinge ingerenze straniere negli affari interni dei Paesi arabi” ha dichiarato il segretario generale Nabil al-Arabi.
“Invito i fedeli cattolici a pregare, affinché lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore” ha detto ieri Benedetto XVI al termine dell’Angelus, dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. “Inoltre – ha aggiunto – rinnovo alle Autorità ed alla popolazione siriana un pressante appello, perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale”.
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Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in visita in Giappone, ha detto di aver parlato al telefono con Assad sabato e di averlo esortato a “fermare immediatamente l’uso della forza militare contro i civili” anche in vista della presentazione del rapporto sulla Siria al Consiglio di sicurezza del 10 agosto.
Dalla Turchia, il primo ministro Tayyip Erdogan ha annunciato che il suo ministro degli Esteri dovrebbe raggiungere domani Damasco per portare al regime “un messaggio decisivo”. Anche il sovrano saudita, Abdullah bin Abdul Aziz, ha chiesto di fermare “lo spargimento di sangue”, affermando che “quanto avviene è inaccettabile” e annunciando di aver richiamato il suo ambasciatore per consultazioni. Un’esortazione analoga è giunta dalla Lega Araba che, tuttavia, “conformemente alla sua Carta, respinge ingerenze straniere negli affari interni dei Paesi arabi” ha dichiarato il segretario generale Nabil al-Arabi.
“Invito i fedeli cattolici a pregare, affinché lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore” ha detto ieri Benedetto XVI al termine dell’Angelus, dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. “Inoltre – ha aggiunto – rinnovo alle Autorità ed alla popolazione siriana un pressante appello, perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale”.
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