mercoledì, luglio 27, 2011
Un tentativo di orientarsi nel “giallo San Raffaele”...

di Benedetta Biasci

La Fondazione Centro Sanitario San Raffaele del Monte Tabor, ormai giunta al suo quarantesimo anno di vita, rischia il fallimento. Già da tempo circolava la voce della crisi finanziaria dell'Ospedale di Milano, ma oggi la situazione è davvero precipitata. Tutti i poteri di “ordinaria e straordinaria amministrazione” sono stati delegati a Giuseppe Profiti, l'ormai vicepresidente dell'azienda ospedaliera, che ha sostituito Mario Cal, suicidatosi poco più di una settimana fa.

Ma come mai un ospedale d'eccellenza come il San Raffaele si trova in una situazione così difficile e precaria? Qual è stata la causa scatenante? Cattiva gestione dei fondi? Sperpero? Altro? Le notizie che si susseguono sono molteplici e lasciano col fiato sospeso. Il Corriere della Sera parla di fondi neri, tangenti in cambio di chissà quali favori, contabilità parallela, fatture gonfiate. Pare inoltre che una società di Lugano, chiamata Iuvans International, abbia intrattenuto rapporti di affari ambigui con l’Ospedale. Niente però è ancora certo.

La procura sta indagando e molto presto farà luce sui molti interrogativi in sospeso. Il PM Luigi Orsi ha chiesto concretezza al nuovo CdA dell'Ospedale e ha indicato il 15 settembre come ultimatum per salvare il San Raffaele dai suoi debiti (che hanno ormai superato un miliardo di euro), altrimenti sarà dichiarato il fallimento. Anche la politica si è attivata: Enrico Marcora, consigliere dell’UDC, ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta per far chiarezza sul debito del San Raffaele e anche il PD si dice preoccupato per il futuro dell’Ospedale.

Il fondatore del San Raffaele, don Luigi Maria Verzé, ispirandosi al mandato evangelico “Guarite gli infermi!”, ha portato avanti un progetto grandioso, la realizzazione di un ospedale tecnologicamente d’avanguardia che integra la componente sanitaria, la ricerca e la didattica e che ha spinto la ricerca scientifica a nuovi passi in avanti. E’ anche vero che Don Verzé, l’“imprenditore-sacerdote”, non era un uomo che badava a spese: la cupola di 60 metri (con la statua dell'angelo San Raffaele di 8 metri) che sormonta l'ospedale è costata per esempio oltre 52 milioni di euro. E’ polemica anche sugli investimenti che riguardano l’Istituto: si parla di hotel a 4 stelle in Sardegna, di fazendas di manghi e meloni in Brasile, di una minicompagnia aerea (che condivide con il comico Renato Pozzetto), l'Airviaggi, a cui fa capo l'elisoccorso dell'ospedale, e la società neozelandese Assion Aircraft & Yachting Chartering, che ha il leasing del jet privato dell'ospedale. Non a caso Verzé, durante i festeggiamenti per i suoi ottantanni predisse: “Il mio mandato è quello di andare avanti, chi verrà dopo di me metterà ordine”. Ma ce la farà davvero chi è venuto dopo di lui a salvare il San Raffaele dalla bancarotta?
Il 15 luglio il nuovo Consiglio di amministrazione, guidato dal superconsulente Enrico Bondi e dal vicepresidente Giuseppe Profiti, si dichiarava “fiducioso di essere in grado di portare avanti con serenità l'attività di risanamento al fine di salvaguardare le risorse umane impegnate nell'opera e gli interessi di tutti gli interlocutori coinvolti nell'attuale crisi ed è convinto che il San Raffaele continuerà ad esercitare il ruolo riconosciuto nelle attività di clinica e di ricerca”. Ma il CdA il 15 luglio non sapeva che i problemi del San Raffaele avrebbero dovuto essere risolti entro il 15 settembre…

Mario Cal, tre giorni prima di suicidarsi, ha spiegato in una lettera inviata a tutti i dirigenti del San Raffaele come trovare una soluzione al crack dell'ospedale e come il piano di salvataggio di G. Rotelli, direttore del Policlinico San Donato di Milano, sia preferibile a quello del Vaticano.

Per il momento le redini del colosso sanitario sono nelle mani della Santa Sede che ha riposto la sua fiducia in Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù di Roma e uomo di fiducia del Cardinale Tarciso Bertone. Si pensa infatti ad un “mega polo sanitario cattolico” tra l'Ospedale di Milano, il Bambin Gesù, il Gemelli di Roma e l'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo.

Intanto la preoccupazione aumenta, soprattutto nei confronti dei 4mila dipendenti della struttura. Che ne sarà di loro? I sindacati hanno chiesto un incontro con G. Profiti, che è stato fissato per venerdì 29 luglio. I sindacati "si aspettano di avere, in occasione dell'incontro, informazioni sul futuro dell'ospedale San Raffaele. In particolar modo chiederanno certezze sul mantenimento dei livelli occupazionali e dei diritti acquisiti per tutte le realtà afferenti al gruppo, sul regolare pagamento degli stipendi, sulla certezza nella fornitura di cure e servizi a favore della cittadinanza. La Rappresentanza Sindacale Unitaria e le altre organizzazioni sindacali continueranno a vigilare anche nelle prossime settimane a tutela degli interessi di collettività, lavoratori e utenti. Non rimane altro da fare che aspettare il 29…

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