mercoledì, giugno 15, 2011
In Siria, dopo l’offensiva con cui le forze governative hanno represso nuove rivolte nel nord ovest del Paese, le autorità invitano i profughi a rientrare nelle loro case. Intanto, la tensione nel Paese è altissima e all’Onu si studia una risoluzione. Il servizio è di Davide Maggiore: ascolta

Radio Vaticana
- I cittadini delle località vicine al confine turco i
nteressate dalle rivolte degli ultimi giorni possono tornare alle loro case, perché dopo “l’ingresso dell’esercito” la situazione è “tornata alla normalità”, riferisce l’agenzia ufficiale siriana. Alcuni militari hanno anche accusato i ribelli, definiti “terroristi”, di aver utilizzato “bambini come scudi umani”. Secondo attivisti e testimoni oculari, invece, l’esercito e le forze di sicurezza di Damasco avrebbero sparato sui civili disarmati, usando anche carri armati ed elicotteri da combattimento. In queste ore l’offensiva dell’esercito siriano si sta spostando più a ovest, verso la località di Maarrat an-Numan, da dove sono in fuga migliaia di persone, che si aggiungono agli oltre 8.400 profughi già censiti dal governo turco. Intanto, a Damasco, si sta svolgendo una manifestazione filo-governativa, promossa in Rete, che secondo i media locali dovrebbe portare in strada un milione di persone. Sul fronte diplomatico, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha risposto duramente al governo iraniano che aveva definito “gravi” le possibili conseguenze di un intervento esterno, con riferimento agli Stati Uniti. “L’Iran – ha ribattuto la Clinton – appoggia gli attacchi brutali del regime di Assad contro i suoi stessi cittadini”.

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