Sono quattro i mandati di cattura consegnati oggi al procuratore generale Said Mirza dal Tribunale speciale per il Libano incaricato dall’Onu di condurre una inchiesta sull’assassinio nel 2005 dell’ex primo ministro Rafiq Al Hariri.
Agenzia Misna - Lo riferiscono i media libanesi precisando che l’identità dei quattro sospetti non è ancora stata resa nota. Su alcuni mezzi di stampa libanesi e stranieri qualche nome sta in realtà circolando e secondo queste indiscrezioni si tratterebbe di esponenti del movimento Hezbollah, molto forte nel sud del paese a maggioranza sciita e nei quartieri meridionali di Beirut. Nel corso di una conferenza stampa il capo del governo, Najib Mikati, considerato molto vicino a Hezbollah, ha detto che il suo esecutivo si comporterà in maniera responsabile perché sia fatta giustizia e perché sia mantenuta la stabilità del paese.
Saad Al Hariri, figlio di Rafiq e già primo ministro, ha definito gli ultimi sviluppi giudiziari “un momento storico nella vita politica, giudiziaria e morale del Libano oltre che un passo avanti nella sicurezza del paese”. Anche Hariri ha parlato di una “responsabilità” che “ci impone di non perturbare il corso della giustizia e di trovare in questa richiesta di arresti un’opportunità per lo Stato libanese perché si assuma le sue responsabilità e per il governo perché si impegni a cooperare pienamente con il Tribunale internazionale”.
Rafiq Al Hariri fu ucciso a Beirut il 14 febbraio 2005 in seguito all’esplosione di un ordigno che causò anche la morte di un ex ministro e di diversi uomini della scorta. Fatti legati all’inchiesta in corso hanno causato nei mesi scorsi una crisi del governo di unità nazionale guidato da Saad Al Hariri. Il nuovo governo costituito alcune settimane fa è guidato da Najib Mikati e si regge su una coalizione di cui fanno parte Hezbollah, i socialisti del druso Walid Jumblatt e il Movimento patriottico libero dell’ex generale maronita Michel Aoun.
Agenzia Misna - Lo riferiscono i media libanesi precisando che l’identità dei quattro sospetti non è ancora stata resa nota. Su alcuni mezzi di stampa libanesi e stranieri qualche nome sta in realtà circolando e secondo queste indiscrezioni si tratterebbe di esponenti del movimento Hezbollah, molto forte nel sud del paese a maggioranza sciita e nei quartieri meridionali di Beirut. Nel corso di una conferenza stampa il capo del governo, Najib Mikati, considerato molto vicino a Hezbollah, ha detto che il suo esecutivo si comporterà in maniera responsabile perché sia fatta giustizia e perché sia mantenuta la stabilità del paese.Saad Al Hariri, figlio di Rafiq e già primo ministro, ha definito gli ultimi sviluppi giudiziari “un momento storico nella vita politica, giudiziaria e morale del Libano oltre che un passo avanti nella sicurezza del paese”. Anche Hariri ha parlato di una “responsabilità” che “ci impone di non perturbare il corso della giustizia e di trovare in questa richiesta di arresti un’opportunità per lo Stato libanese perché si assuma le sue responsabilità e per il governo perché si impegni a cooperare pienamente con il Tribunale internazionale”.
Rafiq Al Hariri fu ucciso a Beirut il 14 febbraio 2005 in seguito all’esplosione di un ordigno che causò anche la morte di un ex ministro e di diversi uomini della scorta. Fatti legati all’inchiesta in corso hanno causato nei mesi scorsi una crisi del governo di unità nazionale guidato da Saad Al Hariri. Il nuovo governo costituito alcune settimane fa è guidato da Najib Mikati e si regge su una coalizione di cui fanno parte Hezbollah, i socialisti del druso Walid Jumblatt e il Movimento patriottico libero dell’ex generale maronita Michel Aoun.
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