Viene dalla Cina, dall'Università di Xidian, uno studio secondo cui l'uso eccessivo di internet comporta nei più giovani vere e proprie modifiche strutturali del cervello, che ne denotano una sorta di 'restringimento'
di Irene Poli
In un paese lanciato verso lo sviluppo tecnologico come la Cina, il problema della dipendenza da Internet è preoccupante... ma non soltanto per loro: tutti i paesi sviluppati si dovrebbero porre qualche domanda, compreso il nostro. L'uso eccessivo del computer e soprattutto di internet è una questione dibattuta già da diversi anni, ma ora giungono gli studi a supportare questi timori e a rivelarli più che fondati. Al pari delle droghe, l'abuso di internet in età adolescenziale provoca danni oggettivi, che con molta probabilità segneranno le attuali generazioni, incapaci di vivere senza la tecnologia.
Tra cellulari, tablet, videogiochi, netbook e smart phone, si comincia dalla più tenera età, come se fosse diventato improvvisamente impossibile vivere senza stare costantemente in contatto col mondo. Vent'anni fa ci si divertiva ancora a giocare a nascondino o a pallone, oggi i bambini li vediamo spesso alle prese coi loro cellulari. Un tempo a scuola ti insegnavano a fare di conto a mano, oggi vediamo giovani commesse nel panico se hanno da fare il resto e la cassa non funziona. Prima ci si trovava con gli amici ai giardinetti, ora ci si ritrova nei salotti di casa, davanti a qualche consolle. Il piacere di stare con gli amici si riduce a uno scambio di messaggi su Facebook o altri social network, arrivando a preferire relazioni virtuali, dietro lo schermo, piuttosto che un contatto diretto, più 'umano'.
Il senso di alienazione che ne deriva è evidente e si muove di pari passo con i disagi che emergono dalla società odierna, in cui i più deboli finiscono sempre più emarginati e isolati e sono in questo modo incoraggiati a cedere alle lusinghe della rete, a mettere da parte se stessi in favore di un alter ego che li scherma e al tempo stesso li taglia fuori dalla realtà. Vengono così a mancare gli esempi concreti, le esperienze reali e tutto quel bagaglio di conoscenze che un ragazzo o una ragazza dovrebbero portarsi dietro e che dovrebbe aiutarli a formare il loro carattere, l'uomo o la donna che saranno un domani.
Tanto più l'uomo avanza nel progresso quindi, tanto più si scoprono problemi impensabili anche solo 30 anni fa. Resta da chiedersi se si arriverà a comprendere l'importanza di un'inversione di tendenza, se questa verrà da sé come un bisogno fisiologico o se si rischia davvero di arrivare a un punto di non ritorno.Una cosa è certa, un pomeriggio all'aria aperta in più e qualche ora in meno davanti al computer non possono che fare bene ai nostri ragazzi.
di Irene PoliIn un paese lanciato verso lo sviluppo tecnologico come la Cina, il problema della dipendenza da Internet è preoccupante... ma non soltanto per loro: tutti i paesi sviluppati si dovrebbero porre qualche domanda, compreso il nostro. L'uso eccessivo del computer e soprattutto di internet è una questione dibattuta già da diversi anni, ma ora giungono gli studi a supportare questi timori e a rivelarli più che fondati. Al pari delle droghe, l'abuso di internet in età adolescenziale provoca danni oggettivi, che con molta probabilità segneranno le attuali generazioni, incapaci di vivere senza la tecnologia.
Tra cellulari, tablet, videogiochi, netbook e smart phone, si comincia dalla più tenera età, come se fosse diventato improvvisamente impossibile vivere senza stare costantemente in contatto col mondo. Vent'anni fa ci si divertiva ancora a giocare a nascondino o a pallone, oggi i bambini li vediamo spesso alle prese coi loro cellulari. Un tempo a scuola ti insegnavano a fare di conto a mano, oggi vediamo giovani commesse nel panico se hanno da fare il resto e la cassa non funziona. Prima ci si trovava con gli amici ai giardinetti, ora ci si ritrova nei salotti di casa, davanti a qualche consolle. Il piacere di stare con gli amici si riduce a uno scambio di messaggi su Facebook o altri social network, arrivando a preferire relazioni virtuali, dietro lo schermo, piuttosto che un contatto diretto, più 'umano'.
Il senso di alienazione che ne deriva è evidente e si muove di pari passo con i disagi che emergono dalla società odierna, in cui i più deboli finiscono sempre più emarginati e isolati e sono in questo modo incoraggiati a cedere alle lusinghe della rete, a mettere da parte se stessi in favore di un alter ego che li scherma e al tempo stesso li taglia fuori dalla realtà. Vengono così a mancare gli esempi concreti, le esperienze reali e tutto quel bagaglio di conoscenze che un ragazzo o una ragazza dovrebbero portarsi dietro e che dovrebbe aiutarli a formare il loro carattere, l'uomo o la donna che saranno un domani.
Tanto più l'uomo avanza nel progresso quindi, tanto più si scoprono problemi impensabili anche solo 30 anni fa. Resta da chiedersi se si arriverà a comprendere l'importanza di un'inversione di tendenza, se questa verrà da sé come un bisogno fisiologico o se si rischia davvero di arrivare a un punto di non ritorno.Una cosa è certa, un pomeriggio all'aria aperta in più e qualche ora in meno davanti al computer non possono che fare bene ai nostri ragazzi.
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