sabato, maggio 21, 2011
La biografia di Santa Rita (festeggiata il 22 maggio) è una delle più ricche e interessanti da studiare: moglie, madre e monaca, nel corso della sua intensa esistenza riuscì a compendiare in maniera singolare una pluralità di diverse vocazioni

del nostro redattore Bartolo Salone

Rita, giovanissima, andò in sposa ad un uomo particolarmente violento (forse si trattò di un matrimonio combinato), ebbe due figli (due teste calde più del padre), quindi rimase vedova e, dopo aver perduto i suoi figli (morti a causa di una malattia), decise di consacrarsi interamente al Signore, divenendo monaca agostiniana e ricevendo negli ultimi anni della sua vita il dono delle stigmate, una ferita sulla fronte dovuta a cause soprannaturali che, quando le si apriva, le procurava molto dolore, lo stesso che dovette provare Cristo quando gli posero sulla testa la corona di spine: non per nulla a santa Rita è spesso associato il simbolo della rosa, che sta ad indicare contestualmente la Passione, significata dalle spine, e la Santità, che profuma come una rosa.

Rita non voleva farsi suora da piccola, anzi, da un'analisi attenta delle sue biografie emerge che il suo desiderio era quello di molte altre ragazze della sua età, cioè sposarsi e avere dei figli. Ma il suo fu un matrimonio tutt'altro che felice: il marito era un violento, probabilmente la picchiava... Che si fa in questi casi? Ovvio, una donna ha la sua dignità da difendere, in casi del genere come minimo si chiede il divorzio. Cosa fece invece santa Rita? Sopportò pazientemente le offese ricevute, pregando incessantemente per la conversione del marito, perdonandolo sempre. Cos'è questa? Follia, alienazione? Per la mentalità moderna sì. Sta di fatto che con la sua mansuetudine e la sua bontà (e naturalmente con le sue preghiere) riuscì a trasformare il cuore del marito, che si convertì e cambiò realmente vita, segno che alla fine dei conti la ricetta cristiana risulta essere realmente efficace anche quando all'apparenza vi sono strade alternative che promettono soluzioni ben più semplici e immediate.

Ma non finisce qui la storia, perché quando sembra che tutto vada per il meglio (un marito affettuoso, due figli ormai adolescenti), ecco che si abbatte un'altra tempesta: il marito viene assassinato e Rita rimane vedova. Questa donna così esemplare però, non solo non si lascia schiacciare dalle difficoltà (non ultime quelle economiche, perché per una donna rimanere vedova con due figli a carico non è cosa semplice oggi, figuriamoci nel XV secolo), ma addirittura trova la forza di perdonare gli assassini del marito e di indurre al perdono i propri stessi figli.

Ma quegli sciagurati dei figli tuttavia avevano preso più dal padre che dalla madre e cominciano a meditare propositi di vendetta. Quando Rita si accorge di ciò, sapete cosa fa? Quello che nessun genitore penso oserebbe fare: chiede al Signore che a morire siano i propri figli prima che questi possano commettere qualche omicidio. Perché? Forse perché questa madre aveva a cuore la vita di estranei più di quella dei suoi stessi figli? Ovviamente no, ma i santi hanno uno strano modo di pensare a volte. Il fatto è che lei come madre avrebbe preferito essere privata per qualche tempo della gioia di godere dei figli in questa vita pur di poterli riabbracciare in Paradiso. Meglio la morte corporale che l'inferno a cui con ogni probabilità i figli si sarebbero condannati ove si fossero macchiati di un delitto di sangue. Quale luminoso esempio di fede nella vita eterna! Quella fede spesso accusata di annichilire l'uomo sotto il peso del senso di colpa, ma capace di ispirare invece pensieri e azioni così nobili.

Eppure non il senso di colpa mosse Rita ad agire in questo modo, ma un grande amore verso Dio, un amore che non si accontenta della mediocrità ma che spinge l'uomo a superare sé stesso, conducendolo alle vette più elevate dell' eroismo umano. Perché, come ebbe ad affermare sant'Agostino, "tutto ciò che è umano è cristiano" e, mi permetto di aggiungere, lo è all'ennesima potenza. Rita con il suo soave profumo di santità lo ha dimostrato chiaramente, facendoci comprendere che per chi crede nulla è impossibile.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Quando siamo disperate perché non ci sentiamo amate e capite, ricordiamoci che c'é sempre chi ci ama, ed è lui DIO.
Santa Rita é per tutti un esempio da seguire, la preghiera é la nostra forza contro il male. Chi é coraggioso prega e non si abbatte, chi ha paura piange e si deprime. Diceva padre PIO che la tristezza impedisce la piena realizzazione dello spirito santo, quindi coraggio il signore é sempre con noi!

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