Al Regina Caeli, Benedetto XVI rivolgendo un saluto all’ International Ecumenical Peace Convocation, organizzato dal Consiglio ecumenico delle Chiese con lo scopo di “eliminare ogni forma di violenza”, invita a impegnarci “a eliminare la violenza nelle famiglie, nella società e nella comunità interrnazionale”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - “La fede in Gesù comporta seguirlo quotidianamente, nelle semplici azioni che compongono la nostra giornata”, in quanto “solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli, tra i quali siamo anche noi, possono continuare la sua azione permanente nella storia”. E’ il monito che Benedetto XVI ha rivolto oggi ai 30mila fedeli presenti oggi in piazza san Pietro per la recita del Regina Caeli. L’incontro ha dato occasione al Papa per invitare a pregare perché “sia eliminato ogni atto di violenza”. Nel suo saluto rivolto in inglese dopo la recita della preghiera mariana, infatti, egli ha ricordato l’International Ecumenical Peace Convocation, organizzato dal Consiglio ecumenico delle Chiese, che si sta svolgendo a Kingston, in Giamaica proprio su tale tema. “Uniamoci in preghiera – ha detto – per questa nobile intenzione e impegnamoci a eliminare la violenza nelle famiglie, nella società e nella comunità interrnazionale”.
Prima del Regina Caeli, commentando il Vangelo di oggi Benedetto XVI si è soffermato sul “duplice comandamento” che esso propone: credere in Dio e credere in Gesù. “Non sono due atti separati, ma un unico atto di fede, la piena adesione alla salvezza operata da Dio Padre mediante il suo Figlio Unigenito. Il Nuovo Testamento ha posto fine all’invisibilità del Padre. Dio ha mostrato il suo volto, come conferma la risposta di Gesù all’apostolo Filippo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Il Figlio di Dio, con la sua incarnazione, morte e risurrezione, ci ha liberati dalla schiavitù del peccato per donarci la libertà dei figli di Dio e ci ha fatto conoscere il volto di Dio che è amore: Dio si può vedere, è visibile in Cristo”.
Il Papa ha poi detto che “solo pian piano Egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia. Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di "vedere"» (Gesù di Nazareth II, 2011, 306).
“L’impegno di annunciare Gesù Cristo, la via, la verità e la vita - ha concluso - costituisce il compito principale della Chiesa. Invochiamo la Vergine Maria perché assista sempre i Pastori e quanti nei diversi ministeri annunciano il lieto Messaggio di salvezza, affinché la Parola di Dio si diffonda e il numero dei discepoli si moltiplichi”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - “La fede in Gesù comporta seguirlo quotidianamente, nelle semplici azioni che compongono la nostra giornata”, in quanto “solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli, tra i quali siamo anche noi, possono continuare la sua azione permanente nella storia”. E’ il monito che Benedetto XVI ha rivolto oggi ai 30mila fedeli presenti oggi in piazza san Pietro per la recita del Regina Caeli. L’incontro ha dato occasione al Papa per invitare a pregare perché “sia eliminato ogni atto di violenza”. Nel suo saluto rivolto in inglese dopo la recita della preghiera mariana, infatti, egli ha ricordato l’International Ecumenical Peace Convocation, organizzato dal Consiglio ecumenico delle Chiese, che si sta svolgendo a Kingston, in Giamaica proprio su tale tema. “Uniamoci in preghiera – ha detto – per questa nobile intenzione e impegnamoci a eliminare la violenza nelle famiglie, nella società e nella comunità interrnazionale”. Prima del Regina Caeli, commentando il Vangelo di oggi Benedetto XVI si è soffermato sul “duplice comandamento” che esso propone: credere in Dio e credere in Gesù. “Non sono due atti separati, ma un unico atto di fede, la piena adesione alla salvezza operata da Dio Padre mediante il suo Figlio Unigenito. Il Nuovo Testamento ha posto fine all’invisibilità del Padre. Dio ha mostrato il suo volto, come conferma la risposta di Gesù all’apostolo Filippo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Il Figlio di Dio, con la sua incarnazione, morte e risurrezione, ci ha liberati dalla schiavitù del peccato per donarci la libertà dei figli di Dio e ci ha fatto conoscere il volto di Dio che è amore: Dio si può vedere, è visibile in Cristo”.
Il Papa ha poi detto che “solo pian piano Egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia. Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di "vedere"» (Gesù di Nazareth II, 2011, 306).
“L’impegno di annunciare Gesù Cristo, la via, la verità e la vita - ha concluso - costituisce il compito principale della Chiesa. Invochiamo la Vergine Maria perché assista sempre i Pastori e quanti nei diversi ministeri annunciano il lieto Messaggio di salvezza, affinché la Parola di Dio si diffonda e il numero dei discepoli si moltiplichi”.
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