mercoledì, maggio 25, 2011
Nazzareno Venturi, professore in scienze psicopedagogiche e storico-religiose, è un esperto dell’Islam e del suo aspetto mistico, il sufismo, argomenti che ha trattato in numerosi saggi e relazioni in tutta Italia. A lui chiediamo di affrontare il difficile tema del dialogo tra i due massimi sistemi religiosi, che più volte nella storia si sono incontrati e spesso scontrati ma che nel mondo globale di oggi sono costretti a convivere.

della nostra Sagida Syed

Professore, quali sono i punti di partenza per affrontare il dialogo interreligioso auspicato da filosofi, politici, scrittori ma anche dal Beato Papa Giovanni Paolo II?

Ricordandoci del principio che il sole brilla su tutti e non ci sono detentori di una verità assoluta, sono gli uomini che hanno bisogno della religione e non Dio. Dio non è né cristiano né musulmano, né si può tirare per la veste da una parte o dall'altra. Se si affronta un dialogo con un atteggiamento di superiorità, immaginando di possedere la verità mentre si pone l'altro nel falso, esso è destinato a fallire, si può solo recitare delle formalità di reciproca accettazione. Il Corano in tre punti afferma che ebrei, cristiani, musulmani e chiunque creda nel divino e compie il bene non sarà leso da nulla nella sua vita a venire. Questo non è sincretismo ma universalità, come guardare il sole prima del raggio. Nel Vangelo, alcuni episodi come la guarigione del figlio del centurione indicano che anche per Gesù l'importante è la fede, ossia la pulsione interiore a una realtà spirituale, non il senso di appartenenza a un sistema di credenze e di riti. Quindi "beati gli uomini di buona volontà", e questi possono trovarsi dappertutto, così come di contro i fanatici e gli ipocriti.

Vorremmo sapere se questo ponte è ricercato con la stessa intensità anche dagli intellettuali e dal clero islamico oppure è solo una prerogativa dell’Occidente?

Nel medioevo uno studioso che fosse arrivato a Granada, allora governata dall'Islam, avrebbe trovato sulla porta dell'università questa scritta: “Quattro cose aiutano il mondo: la cultura del saggio, la giustizia del grande, la preghiera del buono e il valore del coraggioso”. In queste università insegnavano cristiani, ebrei, liberi pensatori, giacché si era capito che non è importante l'appartenenza ma la qualità del proprio essere. Ibn Arabi scriveva nel XII sec.: “Il mio cuore è ormai capace di qualunque forma / chiostro per il monaco, tempio per gli idoli, /pascolo per le gazzelle, Ka'ba dei fedeli,/ tavole della Thora, Corano./ L'amore è il credo che sostengo e ovunque giri la sua cavalcatura l'Amore è sempre la mia religione e la mia fede”. Nell'opera monumentale di Jaluddin Rumi, il Mahtnawi, che corrisponde alla Divina Commedia per i cristiani, il contenuto ribadisce questi concetti di dialogo e di universalità. Esiste dunque dall'antichità ai tempi attuali una apertura oltre gli illusori confini di Oriente e Occidente, oltre l'Islam e il Cristianesimo da parte di ogni persona intelligente e di buoni sentimenti.

In un’intervista rilasciata a un giornale per il ventesimo anniversario della rivoluzione khomeinista, lei ha dichiarato che il mondo islamico era in subbuglio, profezia che si è rivelata corretta con la recente “primavera araba” degli ultimi mesi. A tale richiesta di democrazia da parte dei popoli islamici corrisponde anche una richiesta di un Islam più moderato come quello dei Sunniti?

L'Islam di per sé è moderato. Quando il primo califfo Abu Bekr fece il discorso iniziale disse che avrebbe cercato di essere onesto e corretto in tutto ma poiché gli esseri umani sono imperfetti aggiunse "e quando sbaglio correggetemi". Poi l'interpretazione che si dà ai vari brani del Corano (e il Corano è da leggersi spesso nel contesto situazionale della rivelazione delle sure) è stata a volta letterale, fanatica, non considerando versetti quali "nessuna costrizione in fatto di religione" che impedirebbero ogni forma di ingerenza sulla coscienza dei singoli. Del resto nel cristianesimo è nata anche l'inquisizione che è agli antipodi del Vangelo. Diciamo dunque che una maggiore cultura e confronto verso le diversità di idee da parte dei giovani musulmani ha permesso anche una interpretazione più aperta e intelligente del Corano stesso, che è alla base dell'Islam come il Vangelo per il cristianesimo. Conosce la storia della scelta del nuovo visir? Il re aveva quattro pretendenti al titolo e volle misurare la loro saggezza. Fece mettere una benda davanti ai loro occhi e li condusse in una grande sala dove c'era un elefante. Li invitò dunque a riconoscere cosa avevano davanti. Il primo toccando la zampa disse: ecco questa è una colonna ricoperta di cuoio. L'altro che toccò una zanna disse: questo è il braccio di un candelabro. Il terzo che afferro la coda disse: questo è uno spazzolino. Il quarto disse: non c'è bisogno che tocchi nulla, ho sentito gli altri punti di vista e mettendoli insieme deduco che si tratta di un elefante. Quegli fu il visir. Non dimentichiamoci che nel Medioevo l'Islam era il faro della civiltà appunto perché l'apertura verso ogni ricerca scientifica, verso gli altri punti di vista arricchisce la cultura e l'economia. Oggi molti giovani riscoprono quell'apertura già sperimentata in passato che è propria dell'Islam.

In un paese laico e moderato come la Turchia è stato ucciso Padre Andrea Santoro, un sacerdote che apriva la porta della chiesa a tutti, segno di un suo spiccato interesse al rapporto interecumenico. La nostra domanda è questa: le persecuzioni contro i cattolici sono ancora tante nel mondo, ma sono atti sempre isolati oppure risalgono ad una mentalità più fanatica avvalorata da una cattiva interpretazione della dottrina islamica?

Da ogni parte si amplifica l'attenzione verso i propri martiri e si tende a dimenticare i propri carnefici. Le televisioni arabofone hanno invece dato ampio spazio al caso del ragazzino torturato e ucciso da alcuni soldati americani per divertimento. Cosa succede a livello psicologico? Che un caso o più casi, ma sempre di casi si tratta, crea nella massa ignorante uno stereotipo: ecco, loro sono tutti dei criminali. L'odio si accresce e chiunque può diventare a sua volta l'oggetto dello sfogo di quest'odio per il diverso, ritenuto sempre cattivo, anche se non ha nessuna colpa. Mettiamoci nei panni di quegli extracomunitari che riportano nei loro paesi episodi di razzismo e di intolleranza o di semplice fastidio di cui sono stati oggetto: è ovvio un risentimento e non ci si può aspettare una reazione di comprensione. L'Occidente durante il colonialismo ha invaso e sfruttato anche le zone islamiche e i crimini sulla popolazione occupata non si contano, oggi l'occupazione si è rovesciata sempre per ragioni economiche, ma questa volta da gente che cerca un po’ più di fortuna e di benessere che non trova nel proprio paese. La religione non c'entra con gli atti di violenza, anche se è presa come pretesto per giustificare il proprio odio, la frustrazione ed il disagio. Non ci sono bombe cristiane o islamiche, ma solo bombe e ignoranza.

Professore, in un’Italia in cui gli emigranti musulmani stanno crescendo esponenzialmente, quale futuro prevede per il loro inserimento in un territorio ancora fortemente cattolico?

Dubito del concetto "fortemente cattolico". La cattolicità sbandierata in certe occasioni è solo un modo psicologico per difendere un senso di identità che si sente minacciato, un senso di identità che invece verrebbe rafforzato da un confronto senza paura con l'altro, col diverso (etnicamente, culturalmente, ideologicamente, eccetera). per scoprire in fondo che le esigenze che tutti hanno sono le stesse, così come i buoni e cattivi sentimenti oltre le forme che ci dividono. La cattolicità di molti si riduce solo a un senso di appartenenza di squadra, come quello sportivo, e questa banalità che coinvolge altrettanti musulmani di certo è pericolosa in quanto irrazionale: se ci fosse più consapevolezza e conoscenza della propria storia ci sarebbe anche un modo più razionale per confrontarsi con altre storie. Se va ad intervistare le persone, a cominciare dagli studenti nelle scuole, per valutare quanta conoscenza di cristianesimo e di storia essi hanno, ne rimarrebbe assai delusa. Ed il vuoto di sapere, oltre alla mancanza di capacità critiche, serve a chi manovra le file per manipolare come crede la gente; questo vale ovviamente sia per i territori cosiddetti cristiani che islamici. Detto questo, come prevedo il futuro mi riservo di dirglielo a conclusione dell’intervista.

La classica “ora di religione” in tante scuole medie e superiori è stata sostituita con un’ora di educazione alle religioni del mondo. Cosa ne pensa?

Alla base dell'ora di religione, a parer mio, ci dovrebbe essere una riflessione antropologica sulle domande di senso, sulla ricerca di Dio, sul concetto di bene e di male, di brutto e di bello, di giusto ed ingiusto che caratterizza l'essere umano ed è proprio questa la base di molti testi di religione. Dopo c'è spazio per l'approfondimento del Cristianesimo e delle altre religioni da un punto di vista storico e delle credenze, ma tutto questo non dimenticando l'aspetto educativo formativo. L'uomo non è solo istinto nè sola ragione ma ha creato civiltà grazie alle pulsioni terziarie di arte, fede e civismo ed ovviamente l'arte non è solo quello stile, nè il civismo quelle leggi, nè la fede quella religione.

Parlavamo prima del Beato Papa Giovanni Paolo II. Egli si distinse per “aver chiesto scusa” al mondo ebraico. Un passo del genere da parte della gerarchia ecclesiastica islamica, come potrebbe essere interpretato?

Per rispondere devo contestualizzare la sua domanda. Non esiste intanto una gerarchia ecclesiastica nell'Islam. Nell'Islam (parola che significa "abbandono fiducioso a Dio") non ci sono addetti al culto, ognuno è sacerdote a se stesso in quanto compie da sè i riti. Non c’e’nessuna gerarchia dunque a parte una minoranza sciita dell'Islam (il 10% del totale) dove ci sono figure come gli aiatollah che rappresentano una sorta di autorità teologico-giuridica. In ogni caso è la "umma", ossia la comunità tutta dei musulmani a decidere attraverso quel che il Corano dice un dialogo ragionevole tra le parti. Da questo punto di vista la democrazia è implicita nell'Islam. Detto questo, Giovanni Paolo II ha avuto grandi meriti come papa, è stato il primo che ha chiesto scusa al mondo degli errori fatti dal potere ecclesiastico come nell'inquisizione e nel contrasto allo sviluppo scientifico (vedi il caso Galilei) al libero pensiero ed alla giusta critica (si pensi a Rosmini), alla condanna delle prevaricazioni criminali ed all'omertà obbligando a scelte responsabili: non si può essere mafiosi e cristiani, o Dio o mammona (soldi e potere) parafrasando Gesù. Infine vengo a rispondere alla sua domanda: Giovanni Paolo II ha portato avanti le intuizioni universalistiche del Concilio Vaticano II con la Dei Verbum: la luce divina illumina tutte le religioni. Ha avuto l'intelligenza ed il cuore di baciare il Corano riconoscendo che c'è una ispirazione spirituale come negli altri testi sacri. Ed è un atto che manifesta una "stima" verso il profeta dell’Islam, Maometto, che deve essere esplicita se si vuole dialogare. Da parte dell'Islam Gesù è esplicitamente indicato come un profeta illuminato, il Corano dice inoltre che Al-lah (che significa letteralmente il divino, quindi non un nome di qualcuno) ha in ogni tempo ed in ogni luogo parlato attraverso i suoi apostoli. L'Islam è obbligato ad accettare quindi tutte le religioni come legittime (tra tutte l'ebraismo) e sulla questione delle scuse esso non c'entra niente, è una cosa che riguarda l'ammissione da parte della massima autorità cristiana di una triste storia dove la frase "i perfidi giudei che hanno ucciso Gesù" veniva detta durante le messe creando pregiudizi ed ostilità. Oggi ormai tutti gli studiosi sanno che questa frase è stata inserita per nascondere che erano stati i romani a ucciderlo (tanto è vero che è uno dei tantissimi crocefissi dei romani mentre gli ebrei lapidavano) e ciò ha una ragione storica precisa: era nei territori romani che si stava diffondendo il cristianesimo e bisognava guadagnarsi il favore delle popolazioni da convertire, per dire: non siete stati voi i cattivi ma altri. Gli apostoli erano ebrei e così tutti i suoi primi discepoli, quindi il primo nucleo cristiano era ebraico. La vicenda di Pilato del "volete libero Cristo o Barabba", ammesso che sia qualcosa di storico e non del tutto romanzata, vede semmai una disputa tra ebrei a favore o contro Gesù, e alla fine prevalse non il maestro spirituale ma il rivoluzionario Barabba (tutt'altro che un ladrone, poichè appoggiava la resistenza ebraica contro i romani). Tra un cardinal Romero e un Che Guevara la gente avrebbe preferito ancor oggi il rivoluzionario, tanto per capirci. Comunque, secondo la tradizione cristiana, Gesù è inchiodato dai romani con una scritta che lo deride: INRI, ossia Gesù Nazareno re degli ebrei. evidentemente l'dea che ci fosse un messia (ossia un pretendente al trono di Israele), un Cristos (ossia un unto regale) poteva dar fastidio ai romani fin dai tempi di Erode. Abbiamo fatto anche un po’ di storia e ricordiamoci che per l'Islam Gesù ha avuto una fine tutt'altro che drammatica ma pienamente serena, quindi il problema di una presunta colpa di qualcuno nella morte di Gesù è inesistente.

Infine, vorremmo da lei un commento su Osama Bin Laden.. Un eroe per il mondo islamico in lotta con la supremazia socio politica dell’America, un terrorista per l’Occidente. Come si colloca la sua figura all’interno dell’Islam?

Uno storico non prende niente per buono di quel che sembra e si vuole far credere. Sicuramente Bin Laden è stato per molti islamici un punto di riferimento di fanatismo. Mi ricordo di aver letto in tempi non sospetti un libro di Amina Shah sulla triste condizione delle donne in Afghanistan dove si cita di una spia americana della Cia di nome Bin Laden. Diversi giornalisti hanno documentato che la famiglia di Bin Laden faceva affari con l'allora presidente Bush. Insomma costui sarebbe un convertito alla causa della guerra santa (in realtà Jihad significa sforzo e si intende soprattutto in senso spirituale per controllarsi e purificarsi, come durante il Ramadam) ma le guerre sante mai sono esistite e mai esisteranno. Insomma sarei aperto a tante alternative, sicuramente i terroristi ci sono ma spesso sono manipolati da schemi non così ovvi come si vuol far credere.

Torno dunque a chiederle cosa prevede per il futuro del mondo così profondamente turbato da trasformazioni epocali e da emigrazioni di massa.. C’è spazio per la speranza e per una convivenza serena tra i popoli e, in particolare tra cattolici, musulmani ed ebrei?

Concludo con le stesse parole che il sociologo Steve Bhaerman fa dire a Swamy Beyondananda: “Ho una buona notizia: ci sarà pace sulla terra, mi auguro davvero che ci saremo noi esseri umani a godercela”.

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