Come ogni anno i cattolici cinesi vengono frenati nel pellegrinaggio a Sheshan. La Giornata mondiale è stata decisa da Benedetto XVI per rafforzare l’unità fra cattolici sotterranei e ufficiali e l’unità col successore di Pietro. In Italia, la Giornata verrà celebrata a Rimini il 21 e il 22 maggio.
Roma (AsiaNews) – Membri della pubblica sicurezza hanno proibito alle comunità cattoliche sotterranee di Shanghai di recarsi al santuario della Madonna di Sheshan, in occasione della Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, il prossimo 24 maggio. Alcune comunità hanno però deciso di sfidare l’ordine della polizia e si recheranno in pellegrinaggio a Sheshan nel weekend precedente, il 21 maggio.
“L’atmosfera è molto tesa – ha detto un sacerdote ad AsiaNews – e dovremmo restare calmi. Allo stesso tempo noi vogliamo ubbidire alle indicazioni del papa”.
È stato proprio Benedetto XVI a stabilire che il 24 maggio, festa di Nostra Signora, Aiuto dei cristiani, si celebri una Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. Nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 2007, egli esprime l’intenzione che attraverso la preghiera si rafforzi l’unità fra cristiani sotterranei e ufficiali e la comunione col successore di Pietro, chiedendo anche al Signore la forza di perseverare nella testimonianza cristiana, pur fra le sofferenze della persecuzione.
I cattolici in Cina sono ancora scioccati per la violenza del regime nell’ordinare vescovi senza il permesso del papa e per aver deportato vescovi e sacerdoti obbligandoli a partecipare a un’Assemblea a Pechino, contro il volere del pontefice, per eleggere i vertici del Consiglio dei vescovi e dell’Associazione patriottica. Questi gesti tentano di dividere ancora di più le già provate comunità cattoliche ufficiali e sotterranee. Forse proprio per frenare questa unità nella preghiera, fin dal 2008, anno della prima Giornata, ha sempre bloccato diocesi e fedeli ad andare in pellegrinaggio a Sheshan, bloccando gruppi di fedeli stranieri, invitando “in vacanze pagate dal governo” sacerdoti di diverse diocesi, e permettendo solo ad alcune migliaia di fedeli da Shanghai di inoltrarsi sulle pendici del santuario.
Dalla fine dell’800, il santuario di Sheshan, a circa 40 km a sud-ovest di Shanghai, è meta di pellegrinaggio da ogni parte del Paese. Nel mese di maggio le presenze arrivano fino a 20 mila persone.
In Italia, per l’occasione della Giornata mondiale di preghiera, le comunità cattoliche cinesi organizzano un raduno di due giorni, il 21 e il 22 maggio a Rimini. Gli incontri, aperti non solo ai fedeli cinesi, prevedono la presenza di mons. Savio Hon Taifai, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, mons. Claudio Celli, presidente del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali. e centinaia di sacerdoti. Per informazioni e iscrizioni, v. www.centroitaliacina.it).
Roma (AsiaNews) – Membri della pubblica sicurezza hanno proibito alle comunità cattoliche sotterranee di Shanghai di recarsi al santuario della Madonna di Sheshan, in occasione della Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, il prossimo 24 maggio. Alcune comunità hanno però deciso di sfidare l’ordine della polizia e si recheranno in pellegrinaggio a Sheshan nel weekend precedente, il 21 maggio.“L’atmosfera è molto tesa – ha detto un sacerdote ad AsiaNews – e dovremmo restare calmi. Allo stesso tempo noi vogliamo ubbidire alle indicazioni del papa”.
È stato proprio Benedetto XVI a stabilire che il 24 maggio, festa di Nostra Signora, Aiuto dei cristiani, si celebri una Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. Nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 2007, egli esprime l’intenzione che attraverso la preghiera si rafforzi l’unità fra cristiani sotterranei e ufficiali e la comunione col successore di Pietro, chiedendo anche al Signore la forza di perseverare nella testimonianza cristiana, pur fra le sofferenze della persecuzione.
I cattolici in Cina sono ancora scioccati per la violenza del regime nell’ordinare vescovi senza il permesso del papa e per aver deportato vescovi e sacerdoti obbligandoli a partecipare a un’Assemblea a Pechino, contro il volere del pontefice, per eleggere i vertici del Consiglio dei vescovi e dell’Associazione patriottica. Questi gesti tentano di dividere ancora di più le già provate comunità cattoliche ufficiali e sotterranee. Forse proprio per frenare questa unità nella preghiera, fin dal 2008, anno della prima Giornata, ha sempre bloccato diocesi e fedeli ad andare in pellegrinaggio a Sheshan, bloccando gruppi di fedeli stranieri, invitando “in vacanze pagate dal governo” sacerdoti di diverse diocesi, e permettendo solo ad alcune migliaia di fedeli da Shanghai di inoltrarsi sulle pendici del santuario.
Dalla fine dell’800, il santuario di Sheshan, a circa 40 km a sud-ovest di Shanghai, è meta di pellegrinaggio da ogni parte del Paese. Nel mese di maggio le presenze arrivano fino a 20 mila persone.
In Italia, per l’occasione della Giornata mondiale di preghiera, le comunità cattoliche cinesi organizzano un raduno di due giorni, il 21 e il 22 maggio a Rimini. Gli incontri, aperti non solo ai fedeli cinesi, prevedono la presenza di mons. Savio Hon Taifai, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, mons. Claudio Celli, presidente del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali. e centinaia di sacerdoti. Per informazioni e iscrizioni, v. www.centroitaliacina.it).
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