Quello di Melania Rea è un vero “rompicapo” per gli inquirenti, che da un mese indagano sul suo omicidio con poche certezze. La domanda chiave è: Melania era con il marito e la figlia a Colle San Marco? A questa domanda nessuna risposta…
della nostra corrispondente Federica Scorpo
L’ultima autopsia realizzata dal dottor Adriano Tagliabracci ha indicato un primo e probabile quadro sulla dinamica dell’omicidio: l’ipotesi è che Melania sia anche stata colpita alle spalle, forse mentre era rannicchiata a fare pipì alle casermette. Non vi è certezza in questo ma l’autopsia direbbe che la donna è stata colpita di spalle senza essere tramortita, colpita quindi in modo veloce, e forse Melania non ha avuto il tempo di reagire. Questa dinamica offre però tanti dubbi...
Qualche giorni fa, quella che sembrava un’ennesima audizione del marito di Melania era invece un perquisizione in casa (la seconda ufficiale) durata circa tre ore. La ricerca si è concentrata sul diario di Melania, che non è stato trovato, in cui la donna appuntava sms e pensieri personali, e poteva dare sicuramente qualche indizio sul rapporto con il marito o sul fatto che la donna fosse minacciata e infastidita da qualcuno. Gli inquirenti sono usciti da casa di Melania con un sacco pieno: scarpe di Salvatore Parolisi, uno zainetto militare, abiti della donna e una chiavetta USB. Oltre al mistero degli occhiali da sole smarriti, si cerca anche la catenina di Melania, da cui non si separava mai e che il marito ha dichiarato essere al collo della donna quella mattina.
E’ emersa un’altra relazione di Salvatore, ancora con una soldatessa, interrogata in questi giorni insieme ad altri colleghi di Salvatore Parolisi. E ieri sono stati interrogati anche alcuni vicini di casa.
Le piste su cui si basano le indagini sono diverse, tra cui: il coinvolgimento di un serial killer, dato che a poca distanza dal luogo della morte di Melania c’è stato un altro omicidio simile; gli operai macedoni che si trovavano proprio nella stradina persorsa da Melania, che tuttavia hanno chiarito la loro posizione; la pista militare: s’indaga sull’ambiente militare di cui fa parte Salvatore; infine la pista del vicino di casa, perché pare che Melania sia stata precedentemente infastidita da qualcuno. Resta comunque al centro il sospetto sul marito o meglio ancora su una donna, magari un ex’amante del caporalmaggiore: il delitto sarebbe infatti compatibile con una mano femminile.
E’ un mistero che forse solo i telefonini dei protagonisti possono risolvere. E’ ancora ignoto il numero di cellulari coinvolti: Parolisi ne possedeva tre, tra cui quello segreto con cui comunicava con l’amante, Melania due, uno trovato sul luogo del delitto e uno trovato a casa, e Raffaele, amico della coppia e il primo ad essere stato contattato da Salvatore in cerca d’aiuto, altri tre: tutti al vaglio degli inquirenti. Gli inquirenti hanno sequestrato anche un pc: pare infatti che Salvatore sia un grande frequantatore di chat e soprattutto è stato scoperto un altro suo profilo Facebook, ovviamente segreto.
E’ stato invece chiarito il giallo delle foto: da una prima testimonianza Parolisi aveva detto di aver riconosciuto il luogo del delitto attraverso delle foto scattate dall’amico Raffaele, che però aveva già smentito di averle scattate. Salvatore aveva invece riconosciuto il luogo semplicemente dalle ricostruzioni degli inquirenti e da alcune foto sui giornali, poiché lui non era presente al momento del riconoscimento del corpo della donna.
Più si va avanti e più tutto diventa un rebus e trovare la soluzione sembra quasi impossibile, anche se, lentamente, qualcosa sta venendo a galla…
della nostra corrispondente Federica ScorpoL’ultima autopsia realizzata dal dottor Adriano Tagliabracci ha indicato un primo e probabile quadro sulla dinamica dell’omicidio: l’ipotesi è che Melania sia anche stata colpita alle spalle, forse mentre era rannicchiata a fare pipì alle casermette. Non vi è certezza in questo ma l’autopsia direbbe che la donna è stata colpita di spalle senza essere tramortita, colpita quindi in modo veloce, e forse Melania non ha avuto il tempo di reagire. Questa dinamica offre però tanti dubbi...
Qualche giorni fa, quella che sembrava un’ennesima audizione del marito di Melania era invece un perquisizione in casa (la seconda ufficiale) durata circa tre ore. La ricerca si è concentrata sul diario di Melania, che non è stato trovato, in cui la donna appuntava sms e pensieri personali, e poteva dare sicuramente qualche indizio sul rapporto con il marito o sul fatto che la donna fosse minacciata e infastidita da qualcuno. Gli inquirenti sono usciti da casa di Melania con un sacco pieno: scarpe di Salvatore Parolisi, uno zainetto militare, abiti della donna e una chiavetta USB. Oltre al mistero degli occhiali da sole smarriti, si cerca anche la catenina di Melania, da cui non si separava mai e che il marito ha dichiarato essere al collo della donna quella mattina.
E’ emersa un’altra relazione di Salvatore, ancora con una soldatessa, interrogata in questi giorni insieme ad altri colleghi di Salvatore Parolisi. E ieri sono stati interrogati anche alcuni vicini di casa.
Le piste su cui si basano le indagini sono diverse, tra cui: il coinvolgimento di un serial killer, dato che a poca distanza dal luogo della morte di Melania c’è stato un altro omicidio simile; gli operai macedoni che si trovavano proprio nella stradina persorsa da Melania, che tuttavia hanno chiarito la loro posizione; la pista militare: s’indaga sull’ambiente militare di cui fa parte Salvatore; infine la pista del vicino di casa, perché pare che Melania sia stata precedentemente infastidita da qualcuno. Resta comunque al centro il sospetto sul marito o meglio ancora su una donna, magari un ex’amante del caporalmaggiore: il delitto sarebbe infatti compatibile con una mano femminile.
E’ un mistero che forse solo i telefonini dei protagonisti possono risolvere. E’ ancora ignoto il numero di cellulari coinvolti: Parolisi ne possedeva tre, tra cui quello segreto con cui comunicava con l’amante, Melania due, uno trovato sul luogo del delitto e uno trovato a casa, e Raffaele, amico della coppia e il primo ad essere stato contattato da Salvatore in cerca d’aiuto, altri tre: tutti al vaglio degli inquirenti. Gli inquirenti hanno sequestrato anche un pc: pare infatti che Salvatore sia un grande frequantatore di chat e soprattutto è stato scoperto un altro suo profilo Facebook, ovviamente segreto.
E’ stato invece chiarito il giallo delle foto: da una prima testimonianza Parolisi aveva detto di aver riconosciuto il luogo del delitto attraverso delle foto scattate dall’amico Raffaele, che però aveva già smentito di averle scattate. Salvatore aveva invece riconosciuto il luogo semplicemente dalle ricostruzioni degli inquirenti e da alcune foto sui giornali, poiché lui non era presente al momento del riconoscimento del corpo della donna.
Più si va avanti e più tutto diventa un rebus e trovare la soluzione sembra quasi impossibile, anche se, lentamente, qualcosa sta venendo a galla…
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Sono presenti 4 commenti
YARA E MELANIA DUE DELITTI UN SOLO MOSTRO
(Racconto triller-fantascienza)
Ho sempre sostenuto che l'autore del delitto Yara potrebbe essere un persona al di sopra di ogni sospetto, una persona molto influente, persino istituzionale, forse un alto militare, comunque di potere.
Una persona molto conosciuta e temuta che ha avuto la possibilità di potere anche influenzare le indagini.
( Vedi il caso dell'extracomunitario, non indagato, che ebbe a dire al telefono
"l'hanno uccisa davanti il cancello" ed anche per un'altra sua frase due volte tradotta volutamente errata)
Una persona di grande acume, dotata di un'intelligenza fredda, fuori del comune, ma malata. Affetta da turbe psichiche che nelle fasi acute di crisi la trasformano in un mostro assetato di sangue.
Per una serie di fortuite coincidenze entra in scena Yara e la sua tragica fine nelle mani del sanguinario è cosa fatta.
Sempre nei miei interventi su facebook e siti avevo auspicato l'urgenza di una legge speciale che rendesse obbligatorio, in particolari circostanze il DNA a tutti i cittadini di Brembate e dintorni e per rafforzare il concetto dissi: anche al Presidente della Repubblica se fosse stato un cittadino residente.
Il mostro avrebbe avuto le ore contate e forse non ci sarebbe stato il caso Melania.
Invece, esaltato dal risultato ottenuto, convinto di aver realizzato il delitto perfetto, il mostro, certo dell'immunità si accinge ad organizzare un altro capolavoro.
La scelta del luogo potrebbe essergli familiare. La vasta pineta del Teramano,
già campo militare, quasi sempre deserta, favorevole ad appostamenti, pedinamenti, è il posto ideale.
La scelta della vittima anche questa volta è affidata al caso e per Melania che si apparta fuori dalla strada sterrata non c'è scampo.
E tutto avviene secondo i piani. La uccide, la carica in macchina e scompare per riportarla dopo qualche giorno e con un'altra macchina o di notte con tutti i segni e i depistaggi eseguiti ad arte sia sul corpo che sul terreno, anello, e chissà cosa c'è ancora da scoprire.
Ora mi chiedo: atteso le analogie dei due delitti, e sono tante, possibile
che nessuno abbia pensato di studiarli?
Prima cosa da fare sarebbe il confronto dei DNA e se anche uno solo dovesse risultare attendibile quell'uomo, chiunque fosse comincerebbe a tremare e non lo spingerebbe ad organizzare il terzo delitto che in questo momento sta elaborando con maggiore sadismo.
Solo il DNA ci può salvare dal mostro.
Come feceva Parolisi ad avere gli occhiali della moglie che se fossero stati sul luogo del delitto sarebero stati repertati?
Mister Hyde ai funerali di Sara
C'era l'assassino di Yara ai suoi funerali?
Io dico di sì. Il mostro era lì, tra la folla o tra le autorità, al di fuori di ogni sospetto .
Magari con una finta espressione di dispiacere da dott. Jekyll, ma con occhi da mister Hyde che a lampi illuminavano il volto diabolico ed esaltato dell'impunito vincitore.
Spero che cento telecamere, appositamente posizionate, abbiano ripreso tutti i partecipanti e che ora inquirenti, psicologi, ed esperti li stiano attentamente studiando nella speranza di cogliere nello sguardo,
nel volto di uno di essi, un segno diverso della comune espressione di
dispiacere e rabbia, di affetto e solidarietà di tutti i presenti.
Se così non fosse, allora, ahimè è vero che si sta facendo di tutto per non voler scoprire il mostro, che già forte del secondo delitto (vedi: Yara e Melania due delitti un solo mostro) sta preparandone un terzo ancora più raccapricciante ...
Errata corrige: ... ai funerali di YARA e non di Sara.
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