L’ambiente si aiuta anche scegliendo l’abete giusto: qualche consiglio ai consumatori da Pefc Italia, il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile. E dopo le feste, no al rimboschimento “selvaggio”: utilizzo solo nel giardino di casa o in vaso in attesa del Natale 2011.
Roma – Acquistare un albero vero al posto di uno di plastica può essere un vantaggio per l’ambiente. Ma a patto di tenere a mente alcuni accorgimenti per scegliere gli abeti giusti. Qualche consiglio in tal senso dal Pefc-Italia, il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile più diffuso al mondo. Acquistare un albero vero piuttosto che uno finto è più vantaggioso per l’ambiente: “Pefc Italia consiglia di comperare un albero di Natale vero invece di quello di plastica, innanzitutto per un motivo ambientale: la plastica deriva dal petrolio e quindi a costi ambientali e di smaltimento molto elevati; poi l'abete in casa respira, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, ma anche rilasciando oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza”.Ma esistono motivazioni di natura economica e sociale: “Con l’acquisto dell’abete si valorizza un’attività produttiva che dà reddito a un migliaio di piccole aziende agro-forestali in aree marginali creando una economia integrativa a tante famiglie che lavorano nelle Alpi e nell’Appennino” spiega Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia. Come? “Gli abeti di origine italiana presenti sul mercato natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioè da piantagioni, che occupano stagionalmente oltre mille piccole aziende agricole in Italia. C’è poi un importante numero di piante (il restante 10%) che sono vendute senza radici, cioé cimali o punte di abete: queste derivano dalla normale pratica di gestione forestale che prevede interventi colturali di "sfolli” o diradamenti, operazioni indispensabili per lo sviluppo delle foreste più pulite e più fruibili”, rende noto il PEFC Italia. “Con queste piantagioni arboree e con queste operazioni selvicolturali si contribuisce a migliorare l'assetto idrogeologico delle colline e a contrastare l'erosione e gli incendi, perché gli abeti sono generalmente coltivati soprattutto in terreni marginali altrimenti destinati all'abbandono”.
LA SCELTA DELL’ABETE GIUSTO – Tutto questo funziona se il consumatore ha gli occhi bene aperti fin dal momento dell’acquisto dell’abete natalizio: “È importante fare attenzione al tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale: fra le informazioni riportate in etichetta deve esserci indicata la provenienza da coltivazioni specializzate, che ricordiamo garantisce un buon indotto e la valorizzazione per le zone marginali dove vengono coltivati; la nazionalità, che garantisce, nel caso dell’utilizzo della pianta per il rimboschimento, che non ci sia mescolanza genetica tra le specie autoctone e quelle provenienti dall’estero; l’età dell’albero, più è giovane e più è piccolo, maggiori sono le probabilità di sopravvivere, anche per un miglior rapporto tra quantità di chioma e di radici.”
L’albero di Natale classico è l’abete rosso (nome scientifico Picea abies) che rappresenta l’80% fra quelli presenti sul mercato nazionale, mentre il restante 20% è abete bianco (Abies alba) e abete del Caucaso (Abies nordmanniana). Scegliere l’albero giusto è quindi un gesto apparentemente piccolo ma che può essere un tassello importante per creare stili di vita ecologicamente attenti.
COSA FARE DOPO L’EPIFANIA – Altro momento fondamentale è quando le feste sono passate e bisogna decidere cosa fare del nostro albero. Bisogna fare in modo che l’abete venga riutilizzato in modo corretto. Si pensa di solito che destinare l’albero al rimboschimento sia sempre la soluzione migliore, per fare un gesto amico della Natura. Ma non è così: “l’abete rosso è infatti un albero spontaneo solo sull’arco alpino e in alcune ‘isole’ dell’Appennino Tosco-emiliano”, ricorda Brunori del Pefc Italia. “Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico a prescindere, soprattutto se non conosciamo l’origine delle piante. Inserire l’abete in ambienti naturali dove invece non cresce spontaneamente crea una intrusione botanica che è negativa, per il paesaggio e l’ecosistema. Molto meglio quindi mettere l’albero nel nostro giardino di casa, ricordando però che è una specie ad apparato radicale molto superficiale, quindi che prima o poi cadrà!”.
ANCHE L’ABETE DEL PAPA SARA’ CERTIFICATO PEFC – Per sottolineare l’importanza di scegliere alberi di Natale provenienti da foreste gestite in modo sostenibile, anche quest’anno l’abete che ornerà Piazza San Pietro, un abete rosso di 34 metri proviene da foreste dell’Alto Adige, certificate per la loro buona gestione secondo i criteri del Pefc. Insieme al grande albero, giungeranno in Vaticano altre 50 piante di abete rosso e bianco di minori dimensioni, che serviranno per il decoro dei palazzi vaticani.
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