venerdì, ottobre 01, 2010
del nostro collaboratore Gennaro Iasevoli, docente di Psicologia Giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Parthenope di Napoli

Spiegherei psicologicamente il comportamento di molti dei ragazzi dei nostri tempi affermando che non pensano di essere cattivi e che non pensano al male, ma, abbandonati a se stessi dalle loro famiglie, vogliono dimostrare di essere pur capaci di fare qualche cosa con destrezza, che susciti interesse nel mondo di chi li esclude. Secondo recenti osservazioni psicologiche la loro intelligenza incompleta, scadente e deficitaria probabilmente non crescerà e non consentirà loro di capire agevolmente le conseguenze pericolose delle loro azioni.

Il mondo dell’industria purtroppo non li aiuta a crescere, perché verosimilmente non è attratto dalle loro mediocri capacità lavorative e tutto si risolve in una pericolosa esclusione sociale. Non fanno notizia se non quando commettono ingenuamente dei danni o dei ferimenti.

Le osservazioni psicologiche e giuridiche sui borderline oggi sono ancora fortemente frenate dall’intenzione bonaria di molte Associazioni di aiutarli senza sottoporli a misurazioni psicometriche o a diagnosi etichettanti.

Intanto la loro tendenza al gregarismo ingenuo ed acritico li porta ad accettare anche coinvolgimento in azioni criminose di branco.

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