martedì, giugno 08, 2010
Junichi e Toru - i nostri due attivisti giapponesi conosciuti come i Tokyo Two - rischiano un anno e sei mesi di prigione per aver denunciato la grave corruzione nascosta dietro il programma di caccia alle balene in Giappone. Cercano di punire ingiustamente chi si batte per salvare le balene!

GreenPeace.it - In quarant'anni di storia di Greenpeace è il periodo di carcere più lungo mai richiesto per un nostro attivista. Un anno e sei mesi di carcere è la pena richiesta oggi dal pubblico ministero della corte del Distretto di Aomori durante l'ultimo giorno di un processo iniziato a febbraio. Gli attivisti sono stati accusati di furto dopo aver intercettato scatole con carne di balena proveniente dal programma di caccia baleniera e destinate al mercato nero.

Junichi e Toru avevano utilizzato questa carne per denunciare la corruzione del sistema e chiedere un'indagine ufficiale. È assurdo che ora rischiano di finire in galera. Secondo diversi esperti di diritti umani, questo caso è stato mosso esclusivamente da ragioni politiche e rappresenta un altro esempio di come sempre più spesso a livello globale le autorità utilizzino la legge per zittire dissensi imbarazzanti.

A giugno 2008, i Tokyo Two hanno già subito un arresto di 26 giorni in completa violazione di una serie di diritti umani, come riconosciuto dal Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC). Il verdetto finale della Corte dovrebbe esserci a settembre.

La richiesta dell'accusa arriva proprio nella Giornata mondiale degli Oceani e in un momento cruciale per la protezione delle balene. Si aprirà, infatti, tra due settimane ad Agadir la riunione della Commissione Baleniera Internazionale (IWC). Purtroppo sul tavolo delle negoziazioni è presente una proposta che rischia di compromettere la moratoria.

Paesi come il Giappone che da anni la eludono con la scusa della caccia per ragioni scientifiche, potrebbero vedersi legittimare delle quote e avere l'autorizzazione per cacciare specie in pericolo. Solo una decisa azione diplomatica dei Paesi che dicono di essere contro la caccia baleniera - come l'Italia - potranno garantire che questo incontro non si risolva in un ennesimo fallimento.

È ora che si ponga fine alla caccia commerciale alle balene e si avvii finalmente il processo di "modernizzazione” della Commissione il cui ruolo deve essere quello di tutelare le balene e non di legittimarne l'uccisione.


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