A quindici anni dal martirio della religiosa, uccisa per il suo impegno a favore dei poveri e per la sua fede cristiana, il sacerdote che ha curato l’inchiesta diocesana racconta ad AsiaNews la vita e le opere della madre. La conversione del suo assassino, un contadino indù, dovuta alla sua intercessione.
di Nirmala Carvalho
Udaya Nagar (AsiaNews) – Suor Rani Maria, che ha subito quindici anni fa il martirio per la fede con cui ha sempre aiutato i più poveri fra i poveri, “ci stimola ad andare avanti. Il suo esempio di vita e la sua morte sono uno stimolo per noi che siamo rimasti e che, oggi, abbiamo un potente intercessore presso il Signore”. Lo dice ad AsiaNews p. Cherian, portavoce della diocesi di Indore e direttore della società locale per i servizi sociali, che ha accompagnato la religiosa nella sua opera umanitaria e che ha curato la raccolta dei documenti per la beatificazione. L’inchiesta diocesana sulla religiosa è stata completata due anni fa. I risultati sono oggi allo studio del Vaticano. Il sacerdote presenta oggi la sua testimonianza sulla vita della religiosa.
Suor Rani Maria ha sacrificato la propria vita lavorando per il popolo e per il Signore. Come Gesù è morta sulla croce, mentre portava avanti con fede e abnegazione il suo lavoro in mezzo alle persone. La vita e la morte di suor Rani Maria sono divenute un’ispirazione e una speranza per noi: ci spingono a continuare a fare del bene, lavorare e servire anche a costo della vita. Essere simili a Cristo, in modo da guadagnare delle grazie.
I sacerdoti della diocesi di Indore hanno oggi un intercessore potente presso il Padre, e questo’anno sacerdotale sarà un anno pieno di grazia. Ho sofferto profondamente per il suo omicidio, ma oggi siamo tutti sicuri che la nostra sorella sia viva in cielo, da dove intercede per noi e ci spinge a lavorare per il Regno della giustizia, la pace e la verità.
In vita, suor Rani Maria ha lavorato senza sosta per aiutare gli abitanti dei villaggi – per la maggior parte poveri tribali – a stabilire dei gruppi di auto-aiuto attraverso l'ottenimento di credito finanziario e altre forme di sostegno economico. Ha fatto in modo che venissero concessi ai villaggi, in modo da migliorarne il welfare e le possibilità di guadagno. Ha lavorato senza tregua per aiutare questa parte della società, spesso oppressa.
Nel contempo, si è sempre assicurata che questi movimenti fossero di natura popolare, senza influenze esterne: ha preferito agire da umile catalizzatrice della gente. In quest’ottica ha rafforzato i panchayats (i consigli di villaggio) spingendoli a considerare e a essere consapevoli dei loro diritti e delle loro responsabilità, offrendo assistenza tramite programmi di sviluppo pianificati e sistematici.
Nel dicembre del 1994, preparando le elezioni di questi consigli, si scatenò un litigio fra una famiglia cattolica della sotto-casta dei barela e un candidato della destra nazionalista. La polizia arrestò alcuni dei cattolici, e suor Rani Maria fece di tutto per ottenerne il rilascio. Per questo, la destra indù ha iniziato a guardarla con molta ostilità: avevano la falsa idea che la religiosa istigasse la popolazione contro di loro. (continua a leggere)
di Nirmala CarvalhoUdaya Nagar (AsiaNews) – Suor Rani Maria, che ha subito quindici anni fa il martirio per la fede con cui ha sempre aiutato i più poveri fra i poveri, “ci stimola ad andare avanti. Il suo esempio di vita e la sua morte sono uno stimolo per noi che siamo rimasti e che, oggi, abbiamo un potente intercessore presso il Signore”. Lo dice ad AsiaNews p. Cherian, portavoce della diocesi di Indore e direttore della società locale per i servizi sociali, che ha accompagnato la religiosa nella sua opera umanitaria e che ha curato la raccolta dei documenti per la beatificazione. L’inchiesta diocesana sulla religiosa è stata completata due anni fa. I risultati sono oggi allo studio del Vaticano. Il sacerdote presenta oggi la sua testimonianza sulla vita della religiosa.
Suor Rani Maria ha sacrificato la propria vita lavorando per il popolo e per il Signore. Come Gesù è morta sulla croce, mentre portava avanti con fede e abnegazione il suo lavoro in mezzo alle persone. La vita e la morte di suor Rani Maria sono divenute un’ispirazione e una speranza per noi: ci spingono a continuare a fare del bene, lavorare e servire anche a costo della vita. Essere simili a Cristo, in modo da guadagnare delle grazie.
I sacerdoti della diocesi di Indore hanno oggi un intercessore potente presso il Padre, e questo’anno sacerdotale sarà un anno pieno di grazia. Ho sofferto profondamente per il suo omicidio, ma oggi siamo tutti sicuri che la nostra sorella sia viva in cielo, da dove intercede per noi e ci spinge a lavorare per il Regno della giustizia, la pace e la verità.
In vita, suor Rani Maria ha lavorato senza sosta per aiutare gli abitanti dei villaggi – per la maggior parte poveri tribali – a stabilire dei gruppi di auto-aiuto attraverso l'ottenimento di credito finanziario e altre forme di sostegno economico. Ha fatto in modo che venissero concessi ai villaggi, in modo da migliorarne il welfare e le possibilità di guadagno. Ha lavorato senza tregua per aiutare questa parte della società, spesso oppressa.
Nel contempo, si è sempre assicurata che questi movimenti fossero di natura popolare, senza influenze esterne: ha preferito agire da umile catalizzatrice della gente. In quest’ottica ha rafforzato i panchayats (i consigli di villaggio) spingendoli a considerare e a essere consapevoli dei loro diritti e delle loro responsabilità, offrendo assistenza tramite programmi di sviluppo pianificati e sistematici.
Nel dicembre del 1994, preparando le elezioni di questi consigli, si scatenò un litigio fra una famiglia cattolica della sotto-casta dei barela e un candidato della destra nazionalista. La polizia arrestò alcuni dei cattolici, e suor Rani Maria fece di tutto per ottenerne il rilascio. Per questo, la destra indù ha iniziato a guardarla con molta ostilità: avevano la falsa idea che la religiosa istigasse la popolazione contro di loro. (continua a leggere)
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