mercoledì, aprile 28, 2010
«Daremo al ministro Roberto Maroni la cittadinanza onoraria di Castel Volturno. Lui ci aiuterà a rendere più appetibile il nostro litorale domizio. A Castel Volturno non ci occorrono centri di prima accoglienza per immigrati, ma centri di espulsione. La nostra rovina sono stati i padri comboniani, il “centro Fernandes” e tutti quelli che si occupano di stare dalla parte degli immigrati».

Liberainformazione - Antonio Scalzone, da pochi giorni rieletto sindaco a capo di una coalizione di centro destra, fa capire subito che il vento è cambiato anche sul litorale domizio. «Mi sono incontrato col Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ieri a Caserta e ho espresso tutto il mio apprezzamento per il lavoro egregio che ha fatto sinora nei confronti della camorra. E lui ha accettato di buon grado di diventare cittadino onorario del nostro Comune. Gli ho chiesto di darci una mano a risolvere anche gli altri problemi che abbiamo sul litorale, a partire da quello dell’immigrazione. Oggi Castel Volturno – dice il neo primo cittadino - è una “zona franca”, una zona liberata dalla pressione della malavita organizzata. E questo ci permetterà di attrarre investimenti da parte dei privati. Ma occorre passare da una politica di tolleranza nei confronti degli immigrati, fatta in questi anni dalle associazioni di volontariato, ad una politica di rigore e rispetto delle regole. E sbaglia anche Saviano a dire che dalla camorra ci salveranno gli immigrati. La rivolta fatta dai neri a Castel Volturno due anni fa, era organizzata dai nigeriani, spacciatori di droga, che protestavano contro i camorristi. Una lotta tra bande per il controllo del traffico di droga. Il ministro queste cose le sa. E’ una persona seria e credo che ci darà una mano per risolvere i nostri problemi».

Scalzone, dunque, va per la sua strada. Dopo cinque anni di amministrazione di centro sinistra, sembra che nulla sia cambiato. Anzi, tutto è diventato più difficile. Il problema, per il neo sindaco, restano gli immigrati e le associazioni di volontariato che cercano di alleviare in qualche modo le sofferenze e il disagio di tanti ragazzi che arrivano sul litorale domizio in cerca di un futuro.

Lui non va tanto per il sottile, «Sono tutti uguali e se ne devono andare». Non una parola sullo sfruttamento di questi ragazzi, considerati solo braccia da utilizzare, ma senza diritti. Non una parola su quegli italiani che fittano a prezzi esosi le case sul litorale domizio dove ne infilano a decine in spazi angusti. Non una parola sui caporali che sfruttano questi ragazzi che si alzano alle 4.30 del mattino per mettersi in fila alla rotonda di Villa Literno, nella “piazza degli schiavi”, o vicino al campo sportivo di Casal di Principe, o nelle rotonde di Qualiano, Villaricca, Mugnano, Giugliano, dove per 20/30 euro al giorno e per 10 /12 ore di lavoro aspettano di essere portati nelle campagne o sui cantieri edili per svolgere loro un lavoro senza tutela e a rischio.

Niente. Con queste premesse non potrà accadere nulla di buono da queste parti.


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