Amnesty International ha sollecitato le autorità albanesi ad adottare ulteriori misure per proteggere le donne dalla violenza domestica, dando piena attuazione a una legge del 2007.
Amnesty.it - In un rapporto, intitolato "Porre fine alla violenza domestica in Albania: i prossimi passi", pubblicato oggi, l'organizzazione per i diritti umani ha espresso soddisfazione per i progressi realizzati a seguito dell'introduzione della legge ma ha anche chiesto la completa criminalizzazione del reato di violenza domestica affinché sia considerato alla stregua di altre forme di aggressione violenta. Circa una su tre donne in Albania è vittima di violenza domestica, tuttavia molti episodi non vengono denunciati per paura e pregiudizio. La discussione sul problema resta un tabù, soprattutto nelle aree rurali. Nell'agosto 2009, Luli ha chiesto protezione alla polizia, dopo che suo marito l'aveva cacciata insieme al figlio dalla loro abitazione, a Durres. Durante i tre anni di matrimonio, l'uomo spesso la picchiava quando beveva. La madre della donna non l'ha accolta in casa e Luli ha passato tre anni in un ospedale prima di trovare riparo in un'altra città.
Dall'introduzione della legge sulla violenza domestica, il 1° giugno 2007, c'è stato un significativo incremento nelle denunce di violenze domestiche. Nel 2007 la polizia albanese aveva ricevuto 274 denunce di violenza domestica. Tra gennaio e settembre 2009, il numero è salito a 993.
Più di 1000 donne in Albania si sono rivolte ai tribunali per ottenere ordini di protezione dai partner violenti.
Molte donne, tuttavia, hanno ritirato la richiesta in seguito alle pressioni degli autori delle violenze e delle loro famiglie, perché dipendono economicamente da loro o perché non si fidano della capacità della polizia di offrire loro una protezione adeguata.
Amnesty International ha chiesto alle autorità di migliorare le procedure e aumentare le risorse per assicurare che la polizia, i pubblici ministeri e i giudici garantiscano l'efficace attuazione degli ordini di protezione.
La polizia non ha sufficienti risorse e non sempre ha la giusta formazione per dare attuazione gli ordini di protezione. I giudici sono spesso riluttanti nell'ordinare lo sfratto di un partner violento dall'abitazione di famiglia. La carenza di alloggi e di opportunità di lavoro, così come i bassi redditi percepiti, significano che chiunque lascia una casa spesso si trova a diventare senzatetto.
Maggiori informazioni sono disponibili online
Amnesty.it - In un rapporto, intitolato "Porre fine alla violenza domestica in Albania: i prossimi passi", pubblicato oggi, l'organizzazione per i diritti umani ha espresso soddisfazione per i progressi realizzati a seguito dell'introduzione della legge ma ha anche chiesto la completa criminalizzazione del reato di violenza domestica affinché sia considerato alla stregua di altre forme di aggressione violenta. Circa una su tre donne in Albania è vittima di violenza domestica, tuttavia molti episodi non vengono denunciati per paura e pregiudizio. La discussione sul problema resta un tabù, soprattutto nelle aree rurali. Nell'agosto 2009, Luli ha chiesto protezione alla polizia, dopo che suo marito l'aveva cacciata insieme al figlio dalla loro abitazione, a Durres. Durante i tre anni di matrimonio, l'uomo spesso la picchiava quando beveva. La madre della donna non l'ha accolta in casa e Luli ha passato tre anni in un ospedale prima di trovare riparo in un'altra città.Dall'introduzione della legge sulla violenza domestica, il 1° giugno 2007, c'è stato un significativo incremento nelle denunce di violenze domestiche. Nel 2007 la polizia albanese aveva ricevuto 274 denunce di violenza domestica. Tra gennaio e settembre 2009, il numero è salito a 993.
Più di 1000 donne in Albania si sono rivolte ai tribunali per ottenere ordini di protezione dai partner violenti.
Molte donne, tuttavia, hanno ritirato la richiesta in seguito alle pressioni degli autori delle violenze e delle loro famiglie, perché dipendono economicamente da loro o perché non si fidano della capacità della polizia di offrire loro una protezione adeguata.
Amnesty International ha chiesto alle autorità di migliorare le procedure e aumentare le risorse per assicurare che la polizia, i pubblici ministeri e i giudici garantiscano l'efficace attuazione degli ordini di protezione.
La polizia non ha sufficienti risorse e non sempre ha la giusta formazione per dare attuazione gli ordini di protezione. I giudici sono spesso riluttanti nell'ordinare lo sfratto di un partner violento dall'abitazione di famiglia. La carenza di alloggi e di opportunità di lavoro, così come i bassi redditi percepiti, significano che chiunque lascia una casa spesso si trova a diventare senzatetto.
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