mercoledì, novembre 11, 2009

Intervista all'On. Giovanna Melandri del Partito Democratico


di Fabio Gioffrè

E’ di qualche settimana fa la proposta del viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso di introdurre nelle scuole pubbliche e private un'ora di religione islamica facoltativa ed alternativa a quella cattolica. Adesso la notizia, clamorosa, della sentenza della corte Strasburgo che getta le basi per obbligare il governo italiano e le scuole del nostro paese ad eliminare il crocefisso dalle aule delle scuole. La proposta dell’On. Urso ha incendiato immediatamente gli animi della Lega, nettamente contraria, ed ha alimentato una serie di pareri e prese di posizione da parte dei leader politici di maggioranza e opposizione.

Sorprende la posizione della Chiesa che, sull’ora di religione islamica, assume un atteggiamento possibilista espresso dalle parole del cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace: «con i debiti 'controlli' eviterebbe che i giovani di religione islamica finissero nel radicalismo». Un giudizio trasversale di apertura verso questa proposta è espresso sia da parte del Presidente della Camera Fini e sia dell'On. D'Alema del PD che dichiara: «anche se in un mondo ideale sarebbe opportuna un'ora di insegnamento di tutte le religioni insieme». Reazioni nettamente diverse, soprattutto da parte della Chiesa, rispetto alla sentenza della corte di Strasburgo. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, ha deplorato la sentenza della Corte europea di Strasburgo esprimendo apprezzamento per il ricorso presentato dall’Italia e auspicando che altri governi facciano lo stesso. Le sue parole: «Io dico che questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita. La nostra reazione non può che essere di deplorazione e ora dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede».

Su questi temi che saranno certamente dibattuti a lungo abbiamo rivolto alcune domande all'On. Giovanna Melandri del Partito Democratico:


D. Il governo ha presentato ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, sul crocifisso nelle aule scolastiche. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Qual’è il suo parere in merito alla sentenza della corte di Strasburgo?


R. ­ La vicenda della sentenza è in un certo senso sintomatica della maniera in cui la politica italiana vive l’attuale fase. Piuttosto che riflettere su quali strumenti dotare la scuola per favorire i processi d’inclusione degli alunni stranieri, si sale sulle barricate ripresentando conflitti ideologici tra guelfi e ghibellini che, di certo, sono del tutto pretestuosi e vuoti. Sono convinta che nei luoghi pubblici non vadano esposti i simboli religiosi, così come trovo del tutto fuori luogo considerare il crocifisso un simbolo della cultura italiana.


D. La proposta del viceministro Urso in merito all’introduzione dell’ora di religione islamica nelle scuole suscita pareri contrastanti non solo tra le forze politiche ma anche tra la gente comune; in molti la giudicano provocatoria ed esagerata. Altri ritengono che possa rappresentare un passo positivo per 'contenere' il pericolo del fondamentalismo islamico che si diffonde in alcuni contesti di immigrazione nel nostro paese. Qual è la sua opinione su questa proposta?


R. ­ Credo si tratti di un utile spunto di riflessione. La proposta Urso, però, non mi convince per una serie di motivi, a partire dal fatto piuttosto preferirei che venisse inserita nei curricula della scuola “l’introduzione alle religioni”. Credo che si debba cominciare a riflettere su come far apprendere alle nuove generazioni il ruolo e l’importanza che la religione (tutte le religioni) ha nella formazione di una persona, senza connotazioni confessionali.


D. L'Italia si muove sempre più verso una società multietnica e di conseguenza multireligiosa. In questo contesto appare interessante l'affermazione dell'On. D'Alema che auspicherebbe un'ora di religione dedicata allo studio di tutte le confessioni.
Non pensa che sia questa una prospettiva ancor più attuale ed 'europea' anziché introdurre l'insegnamento dell'ora di religione islamica?


R. ­ Sono talmente d’accordo che a breve presenterò una proposta di legge sull’argomento e spero che su essa possano convergere anche le firme dei deputato di altri partiti.


D. Nonostante l’assoluta costernazione del Vaticano rispetto alla decisione della corte di Strasburgo in merito al crocefisso, la Chiesa, o parte di essa, assume una posizione abbastanza aperta verso l’ora di religione islamica: «Nulla in contrario. Serve però un accordo preventivo tra Stato e comunità musulmane italiane», sono le parole di Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, città con forte immigrazione islamica, e presidente della Commissione Affari giuridici della Conferenza episcopale italiane.
On. Melandri è sorpresa di questa posizione aperta della Chiesa?


R. Non mi sorprende affatto, penso che l’idea di una Chiesa ferma nel tempo sia una rappresentazione grottesca ed ingenerosa nei confronti di tutte le diverse sensibilità che contribuiscono ad alimentare il dibattito in seno alla Chiesa. Ciò che non mi piace è la maniera in cui certi politici che si definiscono cattolici interpretano a corrente alternata le posizioni della Chiesa. Ogni tanto bisognerebbe andarsi a rileggere i documenti del Vaticano II e si scoprirebbe quanto respiro contengono.


D. L'Italia rispetto ai paesi del nord Europa ha molti più problemi nel dare dignità e diritti agli stranieri che arrivano nel nostro paese. Prendiamo come esempio positivo una città come Londra che ha realizzato una perfetta integrazione di razze nel rispetto di ogni etnia e dove c'è lavoro per tutti e dove la burocrazia è ridotta all'essenziale.
Quali sono le proposte in tema di accoglienza ed immigrazione che il PD propone in parlamento?


R. ­ In primo luogo, credo sia doveroso cambiare i meccanismi di rilascio dei permessi di soggiorno previsti dalla Bossi Fini. In secondo luogo, modificare la legge sulla cittadinanza e passare da un sistema di jus sanguinis a quello di jus soli che meglio si addice ad una nazione diventata un Paese con alto tasso di immigrati, sebbene fino a pochi decenni fa fosse, al contrario ad alto tasso di emigranti. Inoltre bisogna incentivare vere politiche di integrazione che tutelino i diritti di tutti senza mettere in discussione la pacificazione e la coesione sociale.


D. Sempre sul tema dell'integrazione lei pensa che l'On. Bersani, nuovo segretario del PD, manterrà la stessa linea politica portata avanti in questi anni dal suo partito?


R. Bersani è una persona per cultura e per sensibilità molto attenta a questi problemi e sono certa che porterà avanti una riflessione seria e centrata su le sfide che il pluralismo lancia al Paese.




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