La sicurezza dell'aeroporto di Istanbul era garantita da un esercito di pupazzi. A denunciare il fatto è stata un'inchiesta dei giornalisti del quotidiano Sabah che sono riusciti a dimostrare che su 41 torrette di guardia, 37 erano sorvegliata da fantocci.
PeaceReporter - Sicurezza o non sicurezza? Questo il dubbio amletico sul quale la società moderna si dibatte senza trovare pace. Campagne elettorali, servizi televisivi angoscianti, slogan pubblicitari, tutto insomma invita a guardare l'altro con diffidenza se non con odio. Ma c'è anche chi grida alla sicurezza, senza però prenderla molto in considerazione. E' quanto avvenuto in Turchia all'aeroporto Sabiha Gokcen di Istanbul, situato sulla sponda asiatica del Bosforo. Nello scalo turco per un periodo di tempo indeterminato la sicurezza notturna è stata garantita non da soldati in carne e ossa, bensì da manichini in divisa, dotati di un fucile rigorosamente finto. A smascherare l'inganno dei pupazzi-soldato è stata una troupe di giornalisti d'inchiesta del quotidiano filo-governativo Sabah. I reporter sono infatti riusciti a dimostrare che a vigilare sull'aeroporto di Sabiha Gokcen nelle ore notturne vi era un esercito di pupazzi. Su 41 torrette di guardia poste attorno attorno al perimetro dell'aeroscalo, solo quattro erano controllate da un militare in carne e ossa, le restanti trentasette erano presidiate da manichini. I giornalisti di Sabah sono riusciti non solo a salire indisturbati sulle torrette ma anche a passeggiare in tutta tranquillità sulla pista.
Il cambio tra soldati e pupazzi pare tra l'altro avvenisse con tutta calma e non per tutte le quarantuno postazioni di guardia. Soltanto alle dieci del mattino i militari in carne e ossa prendevano il posto dei manichini in alcune torrette. La notizia, come prevedibile, ha suscitato molte polemiche in Turchia, mettendo in serio imbarazzo il governo che nel corso degli anni non ha mancato di porre la sicurezza come uno dei principali obiettivi perseguiti dall'esecutivo con ogni sforzo. Sicurezza che, poi, come spesso accade non solo in Turchia, è il pretesto per limitare diritti di alcune categorie di persone, se non, addirittura, per originare una guerra preventiva.
Bekir Ergok, vicegovernatore di Istanbul nonché responsabile dell'aeroporto di Sabiha Gokcen, è intervenuto sulla questione per fornire una giustificazione sull'uso dei manichini-soldato. Secondo il governatore i pupazzi in divisa rientravano all'interno di una serie di misure di sicurezza temporanee, che nulla però toglievano alla sorveglianza della zona, che per Ergok sarebbe sempre stata “ben protetta”. In seguito alla denuncia di Sabah, l'esercito dei pupazzi è stato mandato a casa e ora la gendarmeria locale ha provveduto a sostituire i manichini con degli uomini armati ventiquattro ore su ventiquattro.
PeaceReporter - Sicurezza o non sicurezza? Questo il dubbio amletico sul quale la società moderna si dibatte senza trovare pace. Campagne elettorali, servizi televisivi angoscianti, slogan pubblicitari, tutto insomma invita a guardare l'altro con diffidenza se non con odio. Ma c'è anche chi grida alla sicurezza, senza però prenderla molto in considerazione. E' quanto avvenuto in Turchia all'aeroporto Sabiha Gokcen di Istanbul, situato sulla sponda asiatica del Bosforo. Nello scalo turco per un periodo di tempo indeterminato la sicurezza notturna è stata garantita non da soldati in carne e ossa, bensì da manichini in divisa, dotati di un fucile rigorosamente finto. A smascherare l'inganno dei pupazzi-soldato è stata una troupe di giornalisti d'inchiesta del quotidiano filo-governativo Sabah. I reporter sono infatti riusciti a dimostrare che a vigilare sull'aeroporto di Sabiha Gokcen nelle ore notturne vi era un esercito di pupazzi. Su 41 torrette di guardia poste attorno attorno al perimetro dell'aeroscalo, solo quattro erano controllate da un militare in carne e ossa, le restanti trentasette erano presidiate da manichini. I giornalisti di Sabah sono riusciti non solo a salire indisturbati sulle torrette ma anche a passeggiare in tutta tranquillità sulla pista.Il cambio tra soldati e pupazzi pare tra l'altro avvenisse con tutta calma e non per tutte le quarantuno postazioni di guardia. Soltanto alle dieci del mattino i militari in carne e ossa prendevano il posto dei manichini in alcune torrette. La notizia, come prevedibile, ha suscitato molte polemiche in Turchia, mettendo in serio imbarazzo il governo che nel corso degli anni non ha mancato di porre la sicurezza come uno dei principali obiettivi perseguiti dall'esecutivo con ogni sforzo. Sicurezza che, poi, come spesso accade non solo in Turchia, è il pretesto per limitare diritti di alcune categorie di persone, se non, addirittura, per originare una guerra preventiva.
Bekir Ergok, vicegovernatore di Istanbul nonché responsabile dell'aeroporto di Sabiha Gokcen, è intervenuto sulla questione per fornire una giustificazione sull'uso dei manichini-soldato. Secondo il governatore i pupazzi in divisa rientravano all'interno di una serie di misure di sicurezza temporanee, che nulla però toglievano alla sorveglianza della zona, che per Ergok sarebbe sempre stata “ben protetta”. In seguito alla denuncia di Sabah, l'esercito dei pupazzi è stato mandato a casa e ora la gendarmeria locale ha provveduto a sostituire i manichini con degli uomini armati ventiquattro ore su ventiquattro.
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