Il Parlamenti del Perú ha ricevuto la settimana scorsa 33mila firme per dire “no all'aborto”. A presentarle è stato il vescovo di Chiclayo, mons. Jesús Moliné Labarta, dopo una campagna di sensibilizzazione per promuovere la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale.
Radio Vaticana - L’iniziativa congiunta della Commissione della famiglia della diocesi di Chiclayo e dell'Istituto della familia per impedire la legalizzazione dell’aborto, scrive l’Osservatore Romano, è sostenuta, fra gli altri, dal presidente regionale, Nery Saldarriaga, e dai rettori di due università cattoliche del Paese. “E’ un incoraggiamento alle autorità nazionali ad assumersi il compito urgente di difendere la vita – ha detto mons. Moliné Labarta -. La stragrande maggioranza della gente è per la difesa della vita. Noi siamo sempre a favore della vita e tale vita deve essere protetta e tutelata fin dalla sua esistenza, ossia dal momento del concepimento fino al decesso naturale”. Il presule ha spiegato che “coloro i quali hanno sostenuto questa campagna con la propria firma lo hanno fatto con la convinzione che sia estremamente necessario essere la voce dei nascituri, di quelli che stanno nel grembo materno, i quali non possono gridare e non possono far sentire la loro voce”. Oltre a intellettuali e politici, a sostenere la causa della vita ci sono anche gli sportivi: durante il campionato, i calciatori del Juan Aurich indosseranno la maglia con la scritta “No all’aborto”. “Queste firme - ha spiegato il presule - mirano a far sì che le nostre autorità si sentano sostenute dai cittadini. Tali iniziative si estendono a tutto il Paese per dimostrare che la maggioranza della nostra società è a favore della vita”. Monsignor Moliné Labarta ha anche esortato i peruviani a “scommettere sulla famiglia” e ha rinnovato l’invito a tutti i peruviani a partecipare alla “Marcia per la vita... no all’aborto” che si svolgerà il prossimo 7 novembre per le principali strade e piazze della diocesi di Chiclayo. Gli organizzatori si aspettano circa diecimila partecipanti. In Perú dal 1994 è legale abortire quando c’è un rischio di vita per la madre, ma non esiste ancora un protocollo che lo regoli. (V.F.)
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