Il rogo nella notte tra sabato e domenica. La confessione di una 23enne: ho appiccato il fuoco per vendicarmi del mio ex marito. Nell'incendio 43 vittime.
Vendicarsi dell'ex marito che non le prestava attenzioni e dal quale aveva divorziato solo pochi mesi prima. Questo il movente che ha spinto una 23enne del Kuwait, accecata dall'odio, ad appiccare il fuoco nella notte tra sabato e domenica alla tenda dove era in corso la festa nuziale dell'ex coniuge. L'incendio che ne è scaturito ha provocato la morte di 43 persone, tutte donne o bambini. Secondo notizie di stampa è stata proprio l'ex moglie dell'uomo del quale si celebrava un nuovo matrimonio ad avere volontariamente appiccato il fuoco. Mentre, come si temeva, è salito il bilancio dei morti, passato da 41 a 43 secondo quanto riferito dal capo dei pompieri, il quotidiano al Qabas scrive che l'ex moglie dello sposo di 23 anni ha confessato di avere sparso benzina e poi avere dato fuoco alla tenda. Avrebbe detto di avere voluto così vendicarsi del «cattivo trattamento subito da parte del suo ex marito». L'informazione per il momento non ha ricevuto conferma ufficiale, anche se un portavoce del ministero dell'Interno, senza parlare esplicitamente della 23enne ha dichiarato alla televisione di Stato che «l'autore dell'incendio è stato identificato ed ha confessato di avere agito per ragioni personali». Citando fonti della sicurezza, al Qabas specifica invece non solo che la colpevole è la ex moglie ma anche che a denunciarla è stato un domestico asiatico, che l'ha vista mentre bagnava la tenda di benzina e poi le dava fuoco. Nella tenda incendiata, dedicata alle donne secondo l'uso del posto - la città di Jahra che conta circa 500mila abitanti, 50 chilometri a Nord-Ovest della capitale - non si trovava la nuova sposa, con ogni probabilità l'obiettivo della incendiaria. Era infatti dal parrucchiere per mettere a punto il suo maquillage. Sulla vicenda si è innescata una polemica tra governo e opposizione. Quest'ultima in particolare sottolinea i ritardi con cui sono arrivati i soccorsi.
Vendicarsi dell'ex marito che non le prestava attenzioni e dal quale aveva divorziato solo pochi mesi prima. Questo il movente che ha spinto una 23enne del Kuwait, accecata dall'odio, ad appiccare il fuoco nella notte tra sabato e domenica alla tenda dove era in corso la festa nuziale dell'ex coniuge. L'incendio che ne è scaturito ha provocato la morte di 43 persone, tutte donne o bambini. Secondo notizie di stampa è stata proprio l'ex moglie dell'uomo del quale si celebrava un nuovo matrimonio ad avere volontariamente appiccato il fuoco. Mentre, come si temeva, è salito il bilancio dei morti, passato da 41 a 43 secondo quanto riferito dal capo dei pompieri, il quotidiano al Qabas scrive che l'ex moglie dello sposo di 23 anni ha confessato di avere sparso benzina e poi avere dato fuoco alla tenda. Avrebbe detto di avere voluto così vendicarsi del «cattivo trattamento subito da parte del suo ex marito». L'informazione per il momento non ha ricevuto conferma ufficiale, anche se un portavoce del ministero dell'Interno, senza parlare esplicitamente della 23enne ha dichiarato alla televisione di Stato che «l'autore dell'incendio è stato identificato ed ha confessato di avere agito per ragioni personali». Citando fonti della sicurezza, al Qabas specifica invece non solo che la colpevole è la ex moglie ma anche che a denunciarla è stato un domestico asiatico, che l'ha vista mentre bagnava la tenda di benzina e poi le dava fuoco. Nella tenda incendiata, dedicata alle donne secondo l'uso del posto - la città di Jahra che conta circa 500mila abitanti, 50 chilometri a Nord-Ovest della capitale - non si trovava la nuova sposa, con ogni probabilità l'obiettivo della incendiaria. Era infatti dal parrucchiere per mettere a punto il suo maquillage. Sulla vicenda si è innescata una polemica tra governo e opposizione. Quest'ultima in particolare sottolinea i ritardi con cui sono arrivati i soccorsi.| Tweet |
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