Con questo testo il sacerdote di "Libera" del "Gruppo Abele" aderisce all´appello di Mattia Fontanella di scrivere una lettera aperta a Maria ed Angela Fresu, due delle 85 vittime della strage del 2 agosto.
Liberainformazione - Fontanella chiede al sindaco e al presidente dell´associazione dei famigliari delle vittime, «come segnale di innovazione dei linguaggi della memoria, di leggere, dal palco del 2 Agosto, questo testo di don Ciotti: una delle poche e indiscusse autorità morali di questo paese. Persona generosa, infaticabile che si batte contro tutte le mafie, per la legalità. A fianco degli ultimi. La sua lettera rappresenta simbolicamente le decine di lettere che scrittori, poeti, cittadini hanno inviato in questi giorni».
Cara Maria, cara Angela,
a tanti anni dalla vostra scomparsa, vi scrivo pensandovi ancora qui, con tutti noi. Perché vive, in fondo, lo siete davvero, nell´affetto di chi vi ha voluto bene e anche nella memoria di chi ancora si sente ferito e provocato dai fatti di quel tragico giorno d´agosto. Una memoria che non si ferma però al ricordo o alla commozione, tanto meno alle parole di circostanza. Ma che vuole espandersi e farsi ricerca di verità, impegno per il cambiamento e per la giustizia sociale. Questo ci chiede la vostra "viva assenza": essere riempita da una presenza che corre e non "ricorre", da un esserci che prende dal passato la forza per costruire un futuro diverso, dove nessuno si senta più minacciato o respinto, dove ogni essere umano sia riconosciuto nella sua libertà e dignità di persona. Ha assunto volti diversi la violenza, in Italia, ma con esiti ugualmente crudeli, insensati. Dalla cupa stagione del terrorismo ai delitti delle mafie, sono troppe le storie spezzate come la vostra, gli affetti rubati, i progetti interrotti. È giusto allora voltarsi indietro, per non dimenticare nessuna vittima innocente. Ma nello stesso tempo proprio voi - che avete saputo comunicare senza parlare, comunicare con le vostre vite - ci chiedete di raccogliere i segni di speranza che sempre si affacciano sul nostro orizzonte, fare di quei segni un disegno di liberazione e di giustizia. È uno stimolo che proviamo ogni giorno a tradurre, con tenacia e passione, attraverso la ricerca, l´informazione, i percorsi educativi, ogni altra attività capace di coinvolgere e mobilitare la società responsabile. Vi prometto, care Maria e Angela, che non ci lasceremo scoraggiare, non smetteremo di sognare quel futuro più bello e più giusto che anche voi sognavate. Un futuro che si costruisce solo insieme, col "noi". Questo "noi" dentro il quale oggi idealmente vi accogliamo, perché il vostro sorriso e le vostre speranze possano rivivere attraverso un impegno che, come ricordava don Tonino Bello, custodisce «il senso della morte come quello della vita, dell´amicizia, della giustizia e quello supremo di Dio». Un forte abbraccio Don Luigi Ciotti
*da Repubblica Bologna 31 luglio 2009. La lettera.
Liberainformazione - Fontanella chiede al sindaco e al presidente dell´associazione dei famigliari delle vittime, «come segnale di innovazione dei linguaggi della memoria, di leggere, dal palco del 2 Agosto, questo testo di don Ciotti: una delle poche e indiscusse autorità morali di questo paese. Persona generosa, infaticabile che si batte contro tutte le mafie, per la legalità. A fianco degli ultimi. La sua lettera rappresenta simbolicamente le decine di lettere che scrittori, poeti, cittadini hanno inviato in questi giorni».Cara Maria, cara Angela,
a tanti anni dalla vostra scomparsa, vi scrivo pensandovi ancora qui, con tutti noi. Perché vive, in fondo, lo siete davvero, nell´affetto di chi vi ha voluto bene e anche nella memoria di chi ancora si sente ferito e provocato dai fatti di quel tragico giorno d´agosto. Una memoria che non si ferma però al ricordo o alla commozione, tanto meno alle parole di circostanza. Ma che vuole espandersi e farsi ricerca di verità, impegno per il cambiamento e per la giustizia sociale. Questo ci chiede la vostra "viva assenza": essere riempita da una presenza che corre e non "ricorre", da un esserci che prende dal passato la forza per costruire un futuro diverso, dove nessuno si senta più minacciato o respinto, dove ogni essere umano sia riconosciuto nella sua libertà e dignità di persona. Ha assunto volti diversi la violenza, in Italia, ma con esiti ugualmente crudeli, insensati. Dalla cupa stagione del terrorismo ai delitti delle mafie, sono troppe le storie spezzate come la vostra, gli affetti rubati, i progetti interrotti. È giusto allora voltarsi indietro, per non dimenticare nessuna vittima innocente. Ma nello stesso tempo proprio voi - che avete saputo comunicare senza parlare, comunicare con le vostre vite - ci chiedete di raccogliere i segni di speranza che sempre si affacciano sul nostro orizzonte, fare di quei segni un disegno di liberazione e di giustizia. È uno stimolo che proviamo ogni giorno a tradurre, con tenacia e passione, attraverso la ricerca, l´informazione, i percorsi educativi, ogni altra attività capace di coinvolgere e mobilitare la società responsabile. Vi prometto, care Maria e Angela, che non ci lasceremo scoraggiare, non smetteremo di sognare quel futuro più bello e più giusto che anche voi sognavate. Un futuro che si costruisce solo insieme, col "noi". Questo "noi" dentro il quale oggi idealmente vi accogliamo, perché il vostro sorriso e le vostre speranze possano rivivere attraverso un impegno che, come ricordava don Tonino Bello, custodisce «il senso della morte come quello della vita, dell´amicizia, della giustizia e quello supremo di Dio». Un forte abbraccio Don Luigi Ciotti
*da Repubblica Bologna 31 luglio 2009. La lettera.
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