lunedì, giugno 01, 2009
Una storia poco raccontata (del nostro redattore Carlo Mafera)

La misteriosa causalità della storia fece affluire nel nostro Friuli un intero popolo, quello cosacco, nell’estate del 1944. Esso si era schierato con i tedeschi durante la seconda guerra mondiale per sfuggire alla dittatura comunista, non sopportando la limitazione di libertà e autonomia che questa gli procurava, essendo il popolo cosacco da secoli un popolo libero e nello stesso fiero e geloso di tale condizione. Quindi, solo per opportunità si schierò a fianco dei nazisti sperando che questi alla fine della guerra gli concedessero un territorio dove vivere. Questo era stato individuato nel Friuli. E così per un intero anno i Cosacchi soggiornarono all’interno del nostro territorio con donne, bambini, cavalli, cammelli, scimitarre, tende ed icone. Purtroppo, alla fine della guerra, con la sconfitta dei tedeschi, il loro destino fu affidato agli alleati e in particolar modo agli Inglesi nella persona del ministro Mac-Millan. Scelta più infelice non fu mai fatta. Questi fu l’esecutore e il becchino di tutto un popolo, obbedendo pedissequamente a delle scelte fatte a Yalta da un Roosvelt malato e remissivo. Di fronte ad uno Stalin tronfio e arrogante ci fu un autentico “abbassamento di braghe” del debole presidente degli Stati Uniti” che sacrificò così tutti i popoli dell’est europeo che ne hanno pagato le conseguenze fino al 1989, anno della caduta del muro di Berlino. Fu una vera tragedia quella che si verificò nel 1945 e il primo capitolo fu il sacrificio del popolo cosacco. Mi preme sottolineare il modo con il quale si perpetrò tale olocausto. Durante la marcia, alla fine della quale le truppe inglesi avrebbero dovuto consegnare i Cosacchi all’esercito russo, si verificò un avvenimento di fronte al quale l’intera comunità internazionale avrebbe dovuto rimettersi in discussione. Riconsiderare che la lotta per la libertà non era finita e che se il nazismo aveva perpetrato degli orrendi olocausti, la dittatura comunista non era stata da meno, come del resto si conobbe nel 1956 quando Krusciov rese pubbliche le efferate epurazioni interne staliniane che avevano procurato più morti dell’olocausto degli ebrei. Non a caso, dopo quelle dichiarazioni ci fu la spaccatura della sinistra in Italia nel 1956. Cosa allora avvenne? Alla prospettiva di essere massacrato o di essere deportato in massa in Siberia, a causa della sua aperta dissidenza, preferì suicidarsi collettivamente tuffandosi nei gorghi del fiume Drava che costeggiava la sua “via crucis” riuscendo a sfuggire persino alle mitragliatrici inglesi.
Mi è sembrato doveroso ricordare e rendere omaggio ad un popolo fiero del bene prezioso che è la libertà e che proclamandosi anticomunista e dissidente ha pagato con la vita di tutti i suoi componenti, l’altissimo prezzo di questo coraggioso atteggiamento. Purtroppo questo triste episodio è passato sotto silenzio , sia perché di olocausti in quel periodo se ne verificarono diversi e di più grosse dimensioni, sia perché era molto vergognoso per gli alleati, e in particolare per gli inglesi, dover ammettere la propria responsabilità per questo crimine. Unica eccezione ci fu qualche anno fa, da parte dei giovani del partito conservatore inglese, che contestarono con durezza il loro più eminente rappresentante,dopo aver saputo che era proprio lui quel Mac-Millan che aveva avuto l’incarico di consegnare ai Russi il popolo cosacco.
Se questo non fosse un articolo ma un testo da leggere in una conferenza, alla fine della lettura avrei proposto all’uditorio un doveroso minuto di silenzio in onore di un popolo che ha dimostrato a tutti noi l’altissimo valore della libertà.

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