giovedì, giugno 04, 2009
Ambiente e povertà. Il fenomeno dell’urbanizzazione in Africa sta assumendo proporzioni tali da destare sempre più interesse a livello internazionale.

LVIA - In un contesto generale in cui si stima che nel 2050 la popolazione urbana in Africa rappresenterà, con 1,2 miliardi di persone, quasi un quarto di quella del mondo, le difficoltà nel perseguire politiche di sviluppo sostenibile si aggiungono all’urgente necessità di risolvere innumerevoli problemi di gestione delle città. La povertà ancora dilagante soprattutto nei contesti rurali, provoca massicce migrazioni interne, dalla campagna alla città. In molti paesi del Sud del mondo, centinaia di migliaia di persone si stanno riversando nelle città, sopratutto nelle capitali, in cerca di un lavoro e di una maggiore stabilità economica.

Le amministrazioni, tuttavia, non hanno risorse per fronteggiare i problemi emergenti con il sovrappopolamento. Tra questi, la gestione dei rifiuti, e in particolare di quelli plastici. Nelle città è infatti esploso il consumo di oggetti in plastica, più economici rispetto agli stessi in metallo e in legno, che così finiscono per invadere l’ambiente circostante.

Sacchetti, bottiglie, flaconi e ogni sorta di oggetto di plastica invadono città e campagne, provocando tre tipi di problemi: il primo è di tipo sanitario, in quanto i rifiuti di plastica con la loro sporcizia mettono a rischio di malattie la popolazione locale, specialmente i bambini; il secondo riguarda gli animali, che muoiono mangiando la plastica, privando i pastori della loro unica fonte di reddito; il terzo colpisce gli agricoltori, perché la plastica ormai ha invaso anche le campagne andando a peggiorare la fertilità dei suoli, che in molti di questi paesi sono già ad alto rischio di desertificazione, e diminuendo la capacità di infiltrazione della poca acqua piovana.

Il problema della gestione dei rifiuti urbani, ed in particolare della dispersione della plastica nell’ambiente, è di scottante attualità, non solo nei paesi “ricchi” ma anche, ed in misura maggiore, nel Sud del mondo: si pensi al fatto che diversi paesi africani hanno già bandito l’uso di sacchetti di plastica e nell’ultimo mese, il governo del Mozambico ha fatto dichiarazioni in tal senso mentre il governo mauritano ha lanciato una campagna di sensibilizzazione contro l’uso degli stessi.

Di fronte a questi problemi, interpellata dalle istituzioni locali la LVIA ha avviato in quattro paesi africani un sistema di trattamento della plastica sostenibile e competitivo sul mercato locale, basato sulla realizzazione di Centri di riciclaggio capaci di contribuire alla tutela dell'ambiente e di lottare contro la povertà creando opportunità di lavoro e di reddito per le fasce più deboli della popolazione, in particolare per le donne e per i più poveri che vivono nelle discariche.

Un rifiuto diventa così una risorsa per un giovane, una famiglia, un'impresa, un'associazione di donne, un ente pubblico.

Senegal: dal 1999 la LVIA promuove un programma di sviluppo della filiera del riciclaggio della plastica a livello nazionale attraverso due Centri di Riciclaggio, nelle città di Thiès e Kaoloack, mettendo in rete enti pubblici, società civile e settore privato del Nord e del Sud del mondo. Nel 2000 è iniziato un progetto che, attraverso la realizzazione di fosse biologiche in plastica riciclata, sta migliorando sia l'habitat urbano che le condizioni igieniche nei quartieri svantaggiati.

Mauritania: dal 2005 la LVIA promuove il progetto di bonifica Zazou: il Centro di Riciclaggio della Plastica è oggi una buona pratica di educazione e tutela ambientale, favorisce l’occupazione ed è un’opportunità per le donne, una possibilità di emancipazione in un paese in cui la figura femminile è soggetta a profonde discriminazioni. Il progetto collabora alla realizzazione della Campagna nazionale contro i sacchetti di plastica promossa, a partire da gennaio 2009, dal Governo della Mauritania.

Mozambico: dal 2006 la LVIA lavora nella più grande discarica di Maputo promuovendo una gestione appropriata dei rifiuti e per migliorare le condizioni di vita dei più emarginati, coloro che sopravvivono dei rifiuti della discarica, attraverso le attività di Recicla, il Centro di riciclaggio della plastica, Fertitliza, il Centro di valorizzazione dei rifiuti organici e Criança, il centro di animazione e inserimento scolastico per i più piccoli frequentatori della discarica.

Burkina Faso: nel 2005 è entrato in funzione nella capitale Ouagadougou, il primo Centro di Riciclaggio della Plastica del paese, promosso dalla LVIA, una fonte di reddito per le 30 donne che vi lavorano e per la popolazione che qui viene a vendere i propri rifiuti plastici. Oltre a sedie e tubi, dal 2006 sono prodotti kit scolastici in plastica riciclata (righelli, squadrette, goniometri, normografi) che, oltre ad essere venduti sul mercato locale a prezzi accessibili, rappresentano un utile strumento di educazione ambientale nelle scuole della città, che sempre più numerose visitano il Centro.

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