Le Nazioni Unite ritengono che nel biennio 2009-2010 la contrazione dell'economia globale provocherà nel mondo 50 milioni di nuovi disoccupati.
Radio Vaticana - Tale cifra può anche raddoppiare se la situazione peggiorerà e se l'uscita dalla crisi dovesse avere tempi più lunghi di quelli attualmente stimati. Il dato è contenuto nel rapporto sull'economia globale presentato ieri al Palazzo di Vetro di New York. Gli esperti delle Nazioni Unite sottolineano inoltre che la crisi finanziaria ed economica, nata nei Paesi più ricchi del pianeta, ha colpito in maniera sproporzionata l'economia reale di quelli in via di sviluppo. Lo studio prevede per il 2009 una contrazione del 2,6 per cento dell'economia mondiale. La valutazione è oltre cinque volte maggiore di quella indicata dalle stime precedenti diffuse a gennaio che parlavano dello 0,5 per cento. Nel documento si sottolinea, poi, che la situazione è critica nel settore del commercio mondiale, sceso nei primi tre mesi del 2009 con un tasso annuale del 40%. Si può ipotizzare una contrazione dell'11% a fine anno. Una simile perdita sarebbe la più grave dagli anni Trenta. Sulla questione del commercio mondiale è intervenuto oggi anche il primo ministro britannico Gordon Brown in un articolo pubblicato dal "Wall Street Journal", nel quale chiede un'azione urgente contro il protezionismo e le barriere doganali. Secondo Brown, le economie mondiali devono impegnarsi per una cifra superiore ai 250 miliardi di dollari. Il primo ministro britannico ricorda che la contrazione degli scambi ha ridotto in povertà circa cento milioni di persone. Tra gli effetti della crisi, secondo un rapporto presentato ieri da Amnesty International, c'è anche una diminuita attenzione alla tutela dei diritti umani in diverse parti del mondo. Sempre alla crisi e alla crescita della disoccupazione – sottolinea l’Osservatore Romano - andrebbe attribuito anche l'aumento del 12,4% dei furti registrato in Giappone nel primo quadrimestre di quest'anno, secondo quanto reso noto dall'ultimo rapporto della polizia nazionale. Il dato è particolarmente allarmante considerato che i crimini sono complessivamente diminuiti del 4,9%. (A.L.)
Radio Vaticana - Tale cifra può anche raddoppiare se la situazione peggiorerà e se l'uscita dalla crisi dovesse avere tempi più lunghi di quelli attualmente stimati. Il dato è contenuto nel rapporto sull'economia globale presentato ieri al Palazzo di Vetro di New York. Gli esperti delle Nazioni Unite sottolineano inoltre che la crisi finanziaria ed economica, nata nei Paesi più ricchi del pianeta, ha colpito in maniera sproporzionata l'economia reale di quelli in via di sviluppo. Lo studio prevede per il 2009 una contrazione del 2,6 per cento dell'economia mondiale. La valutazione è oltre cinque volte maggiore di quella indicata dalle stime precedenti diffuse a gennaio che parlavano dello 0,5 per cento. Nel documento si sottolinea, poi, che la situazione è critica nel settore del commercio mondiale, sceso nei primi tre mesi del 2009 con un tasso annuale del 40%. Si può ipotizzare una contrazione dell'11% a fine anno. Una simile perdita sarebbe la più grave dagli anni Trenta. Sulla questione del commercio mondiale è intervenuto oggi anche il primo ministro britannico Gordon Brown in un articolo pubblicato dal "Wall Street Journal", nel quale chiede un'azione urgente contro il protezionismo e le barriere doganali. Secondo Brown, le economie mondiali devono impegnarsi per una cifra superiore ai 250 miliardi di dollari. Il primo ministro britannico ricorda che la contrazione degli scambi ha ridotto in povertà circa cento milioni di persone. Tra gli effetti della crisi, secondo un rapporto presentato ieri da Amnesty International, c'è anche una diminuita attenzione alla tutela dei diritti umani in diverse parti del mondo. Sempre alla crisi e alla crescita della disoccupazione – sottolinea l’Osservatore Romano - andrebbe attribuito anche l'aumento del 12,4% dei furti registrato in Giappone nel primo quadrimestre di quest'anno, secondo quanto reso noto dall'ultimo rapporto della polizia nazionale. Il dato è particolarmente allarmante considerato che i crimini sono complessivamente diminuiti del 4,9%. (A.L.)| Tweet |
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