sabato, maggio 30, 2009
Colpita sul nascere la voglia di emergere del clan Mariano

Liberainformazione - Un'altra vittima innocente nella guerra di camorra. Siamo a Napoli. Quartiere Montesanto, centro storico. Un proiettile calibro nove colpisce la schiena di Petru, un giovane rom, musicista on the road, e gli trapassa il cuore. Unica colpa: trovarsi nel momento sbagliato, nel luogo sbagliato. I colpi impazziti dei killer della camorra feriscono anche un ragazzo di quattordici anni che giocava in strada con i suoi coetanei. Per lui, fortunatamente, i colpi lo colpiscono di striscio alla spalla. Diagnosi quaranta giorni.Il set della Gomorra napoletana è piazzetta Montesanto, conosciuta ta tutti come "a Pignasecca". In gioco il predominio degli affari dei Quartieri Spagnoli.

Alle 19 della sera del 26 maggio, in una strada affollata da centinaia di persone, nella vicinanze di uno dei piu’ grandi e serviti ospedali napoletani, e dove nel giro di pochi metri ci sono la stazione della Cumana e della metropolitana, otto persone in sella a quattro moto, sparano all’impazzata. Uno, due , dieci proiettili calibro nove. Due gruppi contro. Da un lato la famiglia che fa capo al capo Enrico Ricci collegato alla potente famiglia dei Sarno di Ponticelli. Clan potente dell’area est di Napoli. Clan vincente. E poi ci sono i Mariano. Famiglia storica dei Quartieri. Il reggente Marco Mariano, scarcerato due mesi fa, dopo vent’anni di galera ma già irreperibile, nonostante il decreto di sorvegliato speciale. Con lui libero anche Salvatore, figlio del boss Ciro Mariano, condannato all’ergastolo. Voci di quartiere sostengono che i Mariano vogliono riprendersi la gestione dei Quartieri . E non cedere al clan Ricci-Sarno. Ma come una partita a scacchi, tutti attendono la prima mossa. Ed ad agire sono per prima il clan Ricci-Sarno. Un'azione per anticipare i rivali. E per dimostrare che sono loro che comandano. Un’ azione eclatante. Violenta. Senza esclusione di colpi.

Gli investigatori sostengono che il raid aveva come obiettivo un palazzo dove abita e gestice un caseificio,Salvatore Mariano detto “Tortoriello”, figlio del boss Ciro. Salvatore era in strada ma . molto probabilmente, avvisato dalle vedette, riesce a scappare. E i colpi sparati dai sicari traffigono il cuore del povero Petru, rumeno, musicista di strada, mentre cercava di mettersi al riparo all’interno della stazione della Cumana. Un vero e proprio atto di forza del clan Sarno. Bossoli sparati per far capire che il clan una volta definito di periferia, ora si muove alla conquista della città. E nei quartieri si respira aria pesante. Si attende la risposta dei Mariano.In codice di camorra, al fuoco si risponde con il fuoco. Ancora guerra di faida. Ancora a Gomorra. E ancora un volta gli unici a pagare sono vittime innocenti. E sullo sfondo una città che si lecca le proprie ferite. Sanguinanti.


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