domenica, maggio 03, 2009
dal nostro collboratore Padre Renato Zilio

Tu sei giovane. Scusami, se mi permetto di prendere un po’ del tuo tempo, della tua libertà, ma è per pensare insieme all’avvenire che ti attende, non solo, ma anche all’avvenire del mondo in cui viviamo. Tu sei intelligente, forte, sensibile, desideroso di camminare nella vita, di andare avanti, lontano... chissà dove. Sei ansioso, giustamente, di vivere da protagonista e stai facendo i tuoi studi, forse universitari. La tua vita è già un progetto chiaro o forse no... Ti domandi, ti senti incerto se rimanere nei tuoi confini, nel tuo mondo di interessi e di relazioni, costruito da te pezzo per pezzo. Ma prova a riflettere. Non avresti, veramente, mai pensato che altri orizzonti, ben più vasti, potrebbero attenderti? E questo per dare un senso vero, vivo e impegnato alla tua vita...

Forse, Dio stesso, come per Abramo, ti invita misteriosamente e ti chiede di aprire porte e finestre della tua casa, del tuo Paese, di te stesso, per darti agli altri... e fare della tua vita un dono a tanti.

Sì, la vita di un giovane è fuoco. Un fuoco che brucia, che consuma, che fa meraviglie, che sorprende e incanta chi sta attorno per l’entusiasmo e per le tante, infinite energie. Ma potrebbe essere di più. Un fuoco, che riscalda e illumina, che indica una direzione, una presenza confortante che sa rendersi utile...

Forse, la tua vita potrebbe essere proprio questo. Hai conosciuto, probabilmente, una ragazza. Hai capito quanto è dolce un rapporto a due, in cui l’altro ti scopre e ti apprezza, ti ama e ti ripete con una fiducia e una gioia senza misura: Tu sei un tesoro per me! Hai, forse, vissuto l’ebbrezza dell’amore, di qualcuno che ti ha conquistato il cuore, il corpo e l’anima e ti ha fatto come toccare il paradiso. In due...

Ma, pensa. Se queste parole te le dicesse proprio Dio: «Tu sei unico per me, tu sei veramente prezioso ai miei occhi» (cfr. Is 43,4)?! E se ti chiedesse, in nome suo, di ripeterlo ad altri? A chi vive una vita di rifiuto, di emarginazione. A chi vive il dramma di essere sradicato dalla sua terra, dalla sua cultura, dalla sua storia o dalla stessa vita, come lo è un migrante, un rifugiato, un rifiutato dagli altri.

Sì, tu potresti essere segno dell’amore di Dio in mezzo a questo popolo. E sono milioni e milioni che si muovono, oggi, nel mondo, con nazionalità e culture le più differenti. Attendono un pastore, segno di presenza e di coraggio da parte di Dio. Attendono te.

Potrai, così, vivere con loro una virtù immensa: la compassione. Conoscerai e proverai la sofferenza che accompagna chi ha lasciato la propria terra, perché, come una giovane pianta, ne è stato sradicato dalla miseria, dal bisogno o dalla persecuzione. E cammina nelle nostre ricche società, ferito fino in fondo all’anima dall’ingiustizia, dal disprezzo o dalla esclusione.

Ma quanto sarebbe felice se sulla strada della propria sventura incontrasse te... come un buon samaritano, che si prende cura di lui. Potrebbe diventare questa la tua passione, la tua missione: accompagnare genti del Sud, dell’Est, del Mediterraneo o dell’Estremo Oriente nella loro instancabile ricerca di pane e di dignità. Potrai esserne un leader con loro e per loro e, in questo, mettere tutte le tue forze, la tua intelligenza e il tuo cuore, la tua creatività, il tuo senso di giustizia. In fondo, se vuoi essere grande, sii intero.

Condurrai, così, un popolo che ha fatto sua patria il mondo e sarà per loro come un nuovo cammino di Emmaus... Potrai riscaldare il loro cuore, rileggere insieme la loro storia fatta di sofferenza, di coraggio e di speranza immensa. Saprai accompagnare la loro ricerca, spezzare il pane della loro cultura e della loro avventura per condividerlo con coloro che li hanno accolti. Riuscirai a nutrirli in fondo di ciò che essi, sul posto, non hanno mai conosciuto e neppure immaginato...
Il cammino dei migranti, infatti, è vita e morte intrecciate fortemente fra di loro: un cammino pasquale che trasforma. Ma, così, imparerai tu stesso a spezzare la tua vita, le tue idee, la tua sensibilità per far vivere altri, ricordandoti che, per ogni discepolo del Signore, è perdendoti che ti ritroverai; è donandoti che vivrai.

Oggi, viviamo tutti in una società globalizzata. Dappertutto, ormai, uomini e culture lontanissimi, che forse un tempo si scontravano, convivono e si ritrovano insieme. Preparare gli animi e le mentalità all’incontro, conoscere e apprezzare culture, religioni, uomini tanto diversi, guarirli dalla diffidenza, dal disprezzo o dalla paura dell’altro: ecco un compito attualissimo, indispensabile, il tuo!

Insegnerai che cosa vuol dire accogliere. Cioè, quanto sono preziosi un uomo e una donna che provengono da orizzonti lontani e differenti, perché non faranno che arricchire la nostra stessa umanità. Costruirai insieme con loro quell’unità fatta della comunione delle nostre differenze, quella che esalta l’originalità portata da ognuno, in nome dello Spirito di Dio, che è sempre comunione delle diversità.

Farai, così, scoprire a tutti la terra promessa da Dio: la fratellanza universale e la solidarietà fra gli uomini. Ti lascio, giovane carissimo, questo invito: Fa’ della tua vita qualcosa di molto più grande di quello che avresti pensato. Avanza su acque profonde e non avere paura! Se sentirai la voce di Dio e quella di milioni di uomini che camminano... va’, cammina umilmente insieme con loro!

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