Dal blocco dei voli da e per il Messico agli scanner termici negli aeroporti e alle limitazioni per i visti ai messicani. L’esperienza della Sars e dell’aviaria si rivelatile per la Cina e i Paesi del sudest asiatico. In perdita i titoli legai al turismo e ai viaggi, guadagnano i farmaceutici.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - “Se c’è qualcosa di buono che è venuto dalle epidemie della Sars e dell’aviaria è che ora la Cina è preparata più del resto del mondo” ad affrontare l’influenza suina. “Ciò che è importante è la trasparenza e l’apertura non solo verso l’Oms, ma anche verso la gente”. E’ il commento di Hans Troedsson, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità in Cina - ma le sue considerazioni valgono per gran parte del sudest asiatico - che rappresenta l’atteggiamento col quale gran parte del Continente si prepara ad affrontare il pericolo rappresentato da questa epidemia mondiale. Il bilancio resta fermo a 159 morti, tutti in Messico, anche se la stessa Oms ne “riconosce” solo sette. I malati sono 2.498 “sospetti” e 18 “confermati” in Messico, 70 in Australia, 65 negli Usa, 42 in Colombia, 24 in Cile, 14 in Nuova Zelanda, 13 in Canada, sei in Corea del Sud, quattro a Hong Kong, due in Scozia, due in Spagna, due in Israele, uno in Costarica e uno in Germania.
Un po’ ovunque si stanno predisponendo o già attuando misure di prevenzione. A Hong Kong e in molti altri aeroporti asiatici sono in funzione gli scanner termici, che permettono di individuare passeggeri che fossero colpiti dalla febbre. Il Giappone ha annunciato un passo successivo, imponendo restrizioni ai visti per i messicani, oltre ad invitare i propri cittadini e evitare di recarsi in quel Paese e a esortarli, ove vi si trovassero, a rientrare in patria. Jiji Press riporta anche che il governo ha riservato 500 camere nelle vicinanze del Tokyo's Narita International Airport, per la quarantena di viaggiatori che fossero infetti.
Divieti o forti limitazioni ai voli da e per il Messico sono stati imposti anche da Argentina e Cuba, Stati Uniti ed Europa per ora si limitano a sconsigliarli.
In India e Thailandia si sta cercando di rintracciare coloro che di recente sono rientrati da Messico e Stati Uniti per sottoporli a controlli medici.
L’Arabia Saudita annuncia di avere allo studio l’istallazione degli scanner termici per monitorare tutti coloro che via cielo, mare o terra arrivano da zone ove è sospettata la presenza del virus. Comitati per decidere le misure preventive sono annunciati anche dagli Emirati arabi uniti e dallo Yemen.
In Israele, accanto ai due casi accertati e ai due sospette c’è un’altra persona sotto controllo. In nottata c’è stata una riunione di emergenza del governo. Domani dovrebbe esserci un incontro tra responsabili della salute israeliani, egiziani e palestinesi per concordare misure da prendere.
Quasi tutte le borse mondiali registrano un calo per i titoli legai al turismo e ai viaggi e un incremento per quelli farmaceutici.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - “Se c’è qualcosa di buono che è venuto dalle epidemie della Sars e dell’aviaria è che ora la Cina è preparata più del resto del mondo” ad affrontare l’influenza suina. “Ciò che è importante è la trasparenza e l’apertura non solo verso l’Oms, ma anche verso la gente”. E’ il commento di Hans Troedsson, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità in Cina - ma le sue considerazioni valgono per gran parte del sudest asiatico - che rappresenta l’atteggiamento col quale gran parte del Continente si prepara ad affrontare il pericolo rappresentato da questa epidemia mondiale. Il bilancio resta fermo a 159 morti, tutti in Messico, anche se la stessa Oms ne “riconosce” solo sette. I malati sono 2.498 “sospetti” e 18 “confermati” in Messico, 70 in Australia, 65 negli Usa, 42 in Colombia, 24 in Cile, 14 in Nuova Zelanda, 13 in Canada, sei in Corea del Sud, quattro a Hong Kong, due in Scozia, due in Spagna, due in Israele, uno in Costarica e uno in Germania.Un po’ ovunque si stanno predisponendo o già attuando misure di prevenzione. A Hong Kong e in molti altri aeroporti asiatici sono in funzione gli scanner termici, che permettono di individuare passeggeri che fossero colpiti dalla febbre. Il Giappone ha annunciato un passo successivo, imponendo restrizioni ai visti per i messicani, oltre ad invitare i propri cittadini e evitare di recarsi in quel Paese e a esortarli, ove vi si trovassero, a rientrare in patria. Jiji Press riporta anche che il governo ha riservato 500 camere nelle vicinanze del Tokyo's Narita International Airport, per la quarantena di viaggiatori che fossero infetti.
Divieti o forti limitazioni ai voli da e per il Messico sono stati imposti anche da Argentina e Cuba, Stati Uniti ed Europa per ora si limitano a sconsigliarli.
In India e Thailandia si sta cercando di rintracciare coloro che di recente sono rientrati da Messico e Stati Uniti per sottoporli a controlli medici.
L’Arabia Saudita annuncia di avere allo studio l’istallazione degli scanner termici per monitorare tutti coloro che via cielo, mare o terra arrivano da zone ove è sospettata la presenza del virus. Comitati per decidere le misure preventive sono annunciati anche dagli Emirati arabi uniti e dallo Yemen.
In Israele, accanto ai due casi accertati e ai due sospette c’è un’altra persona sotto controllo. In nottata c’è stata una riunione di emergenza del governo. Domani dovrebbe esserci un incontro tra responsabili della salute israeliani, egiziani e palestinesi per concordare misure da prendere.
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