giovedì, febbraio 27, 2020
Trucidati in attentati kamikaze, uccisi nel grembo della madre in attacchi anticristiani, obbligati a lasciare le proprie case e a vivere in campi profughi, resi schiavi e costretti ad assistere ai brutali assassini dei loro genitori. In alcuni Paesi al mondo essere dei bambini cristiani significa anche questo. Eppure sono proprio loro il futuro del Cristianesimo, soprattutto nelle aree in cui le comunità cristiane rischiano di scomparire.

ACS - Aiuto alla Chiesa che Soffre dedica una campagna speciale ai bambini cristiani con tre progetti specifici a loro sostegno in Siria, Pakistan e Sierra Leone.

In Pakistan ACS assicurerà il catechismo dei 250 piccoli fedeli della parrocchia del Santo Rosario di Warispura vicino Faisalabad. Le loro famiglie vogliono che i figli siano ben formati alla fede cristiana, in un contesto in cui l’Islam è maggioritario e spesso sfocia nel fondamentalismo. In Sierra Leone, la Fondazione sosterrà la fede dei piccoli cristiani donando mille Bibbie del Fanciullo e mille Libretti del Rosario ai bambini della diocesi di Kenema nel Sud del Paese.
In Siria, invece, ACS sosterrà l’asilo delle suore Francescane Missionarie di Maria che accoglie gratuitamente i bimbi delle famiglie povere di tre sobborghi di Damasco, Kachkoul, Douela e Yaafur.
«I bambini sono le prime vittime del conflitto siriano – dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre la direttrice dell’asilo, suor Renée Coussa – nei loro occhi vi è sempre un velo di tristezza, hanno paura di qualsiasi rumore che gli ricordi il fragore delle bombe e sono spesso irrequieti. Per questo assicuriamo loro anche assistenza psicologica. Assistiamo a tanti drammi, ad esempio qualche mese fa i padri di due dei nostri alunni sono scomparsi. Come spiegarlo ad un bambino di tre anni che aspetta il papà?». 
Alla violenza della guerra si aggiunge la miseria in cui vivono tante famiglie siriane. L’asilo, che assiste 44 bambini dagli 8 mesi ai 5 anni, è una delle poche strutture gratuite e cerca altresì di sopperire alle gravi carenze alimentari. 
«Ogni giorno diamo ai piccoli del latte, perché non tutte le famiglie possono permettersi di comprarlo e i bambini hanno gravi carenze di calcio. Poi carne, marmellata, uova, cioccolata. Tutto ciò che a casa non mangiano mai».

Ma anche le suore devono purtroppo fare i conti con le terribili condizioni economiche.

«Tra due settimane – racconta suor Renée – finirà il carburante per il riscaldamento e non abbiamo i soldi per acquistarlo». La presenza dell’asilo delle religiose – le quali assistono come possono anche le famiglie dei bambini – è fondamentale per la locale comunità cristiana. 
«Tanti cristiani hanno lasciato la Siria in questi anni di guerra e molti altri pensano di emigrare – spiega la religiosa – ma quando le famiglie trovano qualcuno che le aiuti, scelgono di restare. Il nostro asilo è molto importante, perché è tra i pochi gratuiti. Aiutateci a donare a questi bambini e ai loro genitori un po’ di gioia e soprattutto un modo per sopravvivere. Perché la vita in Siria è davvero dura».




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