lunedì, febbraio 24, 2020
Mentre l’aumento dei contagi da coronavirus in Italia mette al tappeto le Borse, gli economisti iniziano a calcolare i possibili danni sull’economia causati dal rallentamento delle attività economiche.

Wallstreetitalia - Il fermo di parte delle attività nel Nord Italia e il possibile allargamento alle altre regioni colpisce un quadro economico già fragile con cassa integrazione in aumento.

Partendo da queste considerazioni, gli economisti di Mazziero Research hanno abbassato le stime Pil del primo trimestre da +0,1% a -0,1%; la stima del PIL annuale 2002 resta stabile a -0,1%. Considerando il dato negativo del quarto trimestre 2019 a -0,3% (preliminare Istat da confermare), qualora le stime fossero corrette, l’Italia si troverebbe in recessione tecnica al termine del primo trimestre di quest’anno.

Un impatto negativo ma temporaneo sul Pil italiano è messo in conto dagli economisti di Equita.

“La Lombardia e il Veneto rappresentano il 30% circa del pil Italiano” sottolineano gli analisti di Equita Sim alla luce della rapida escalation dell’emergenza coronavirus in Italia. “I titoli finanziari saranno impattati indirettamente dal calo del Pil” si aggiunge.

Per quanto riguarda i titoli potenzialmente sotto pressione Equita aggiunge:

“I rischi principali sono relativi alle società che hanno attività direttamente collegate ai flussi turistici e alla gestione di eventi (lusso, Fiera Milano, IEG), alle società con elevata esposizione ai consumi/attivita’ commerciali in Italia (Nexi, Marr, Geox, OVS, IVS, Amplifon) e alle societa’ che hanno elevata concentrazione di attivita’ produttive in Nord Italia, in caso di deterioramento della situazione che porti a blocchi produttivi (IMA, Interpump, Zignago)”.

Nomura non esclude recessione

Decisamente più negativo il quadro di Nomura che, in un report diffuso qualche giorno fa, non ha escluso una recessione nel 2020.

“Considerando il basso tasso di crescita con cui l’Italia sta iniziando quest’anno, ci aspettiamo ora che il Paese entri in recessione nel 2020, con una crescita di -0,1% su base annua, ben al di sotto dell’attuale stima del Governo dello 0,6%’, indica Nomura nel suo scenario base, in un rapporto dedicato all’impatto economico globale del coronavirus.

La stima iniziale, cioè ante-epidemia, di Nomura prevedeva per il Pil italiano una crescita dello 0,2% quest’anno.

Nello scenario peggiore, cioè con le misura di quarantena estese a tutto il primo semestre e lo scoppio di una vera pandemia, il Pil della Penisola, secondo il rapporto, potrebbe cadere dello 0,9% nel 2020. Per il primo e il secondo trimestre, Nomura prevede ora per l’economia italiana un calo dello 0,3, seguito da -0,1% nel terzo e da +0,4% nel quarto (contro le stime iniziali di -0,1%, 0,0%, +0,2% e +0,7% rispettivamente).

La Penisola sarà molto colpita tramite il canale del turismo: è infatti il Paese dell’Eurozona più esposto ai visitatori provenienti dalla Cina (il 5% del totale), ma peserà anche il calo delle importazioni che limiteranno gli investimenti e i consumi, con effetti negativi sulle supply chain e quindi sulla produzione di beni intermedi. L’Italia acquista dalla Cina il 7,2% dei beni importati.
Visco: impatto Pil intorno allo 0,2%

Prime indicazioni sull’impatto del coronavirus sul Pil dell’Italia sono arrivate anche dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco,che in un’intervista a Bloomberg da Riad a margine dei lavori del G20, non ha escluso un effetto negativo sull’economia superiore allo 0,2%.

A livello globale Visco ritiene che se non si vedranno rapidamente gli effetti di una ripresa a V in seguito al coronavirus allora sarà necessario agire in modo coordinato. “Dobbiamo usare le politiche di bilancio perché la politica monetaria è già molto accomodante a livello mondiale” ha spiegato ieri . Le ultime previsioni del governo dell’inverno scorso guardavano a un +0,6% per il 2020.





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