Prendono forma gli schieramenti e le coalizioni in vista per le prossime elezioni italiane. Negli ultimi giorni è stata ufficializzata l’investitura di Pietro Grasso, presidente del Senato, come leader della coalizione di sinistra Liberi e uguali, composta da daleminani, bersaniani, Mdp e Sinistra italiana.
Roma (WSI) – Quale sarà l’effetto Grasso sulle intenzioni di voto? Provano a dare una fotografia della situazione, Roberto Weber di Ixè secondo cui l’effetto è inevitabile.
“Sono quasi sicuro che sarà un effetto positivo, può trainare la lista alla doppia cifra".
Nicola Piepoli ha un’opinione simile:
“Con un’affluenza che supponiamo al 60% per avere il 10% servono 3 milioni di voti. Non un’impresa impossibile. Oltretutto Grasso ha un profilo valido, un’immagine positiva: è un buon attrattore di voti. Se l’operazione funzionerà, “Liberi e Uguali” può superare anche il 10 o il 12%”.
Sondaggi che spingono il Movimento Cinque Stelle, confermato primo partito, a guardare a Grasso per una possibile coalizione.
“Guardiamo con attenzione a Pietro Grasso. Se i sondaggi si dimostreranno più generosi con lui, si potrebbe aprire un bel ragionamento”: così sembra aver detto, secondo La Stampa, il candidato premier del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, aprendo dunque a una possibile alleanza tra le due forze politiche.
“Quando Bersani ci convocò per sondare le nostre intenzioni disse che non voleva fare alleanze, ma c’era la possibilità di convergere su alcune proposte. La differenza è che ora siamo noi al centro“, ha spiegato il leader del M5S.
Sempre secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, le proiezioni danno per i pentastellati 170 deputati. Ma Di Maio e soci pensano di poter arrivare a 200 seggi e nella più ottimistica delle ipotesi al 35% dei consensi. In quest’ultimo caso la strada verso il giuramento da premier sarebbe più in discesa.
Tuttavia manca ancora qualche mese al voto e vista la natura polarizzante e volatile del fenomeno MoVimento 5 Stelle, non ci sono certezze. Per assicurarsi di governare, ottenendo la maggioranza, Di Maio necessita un numero più consistente di seggi. Per questo anche la Lega Nord di Matteo Salvini, pare non sia stata archiviata come formazione con cui stringere un patto.
“La parola è calzante: il M5S sta al centro – scrive La Stampa – pronto a spostarsi a destra se la Lega si slegherà da Berlusconi. O ancora più facilmente a sinistra”, nel caso in cui Grasso riuscirà a fare un exploit e, dicono, svuoterà il Pd di Renzi.
Roma (WSI) – Quale sarà l’effetto Grasso sulle intenzioni di voto? Provano a dare una fotografia della situazione, Roberto Weber di Ixè secondo cui l’effetto è inevitabile.
“Sono quasi sicuro che sarà un effetto positivo, può trainare la lista alla doppia cifra".
Nicola Piepoli ha un’opinione simile:
“Con un’affluenza che supponiamo al 60% per avere il 10% servono 3 milioni di voti. Non un’impresa impossibile. Oltretutto Grasso ha un profilo valido, un’immagine positiva: è un buon attrattore di voti. Se l’operazione funzionerà, “Liberi e Uguali” può superare anche il 10 o il 12%”.
Sondaggi che spingono il Movimento Cinque Stelle, confermato primo partito, a guardare a Grasso per una possibile coalizione.
“Guardiamo con attenzione a Pietro Grasso. Se i sondaggi si dimostreranno più generosi con lui, si potrebbe aprire un bel ragionamento”: così sembra aver detto, secondo La Stampa, il candidato premier del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, aprendo dunque a una possibile alleanza tra le due forze politiche.
“Quando Bersani ci convocò per sondare le nostre intenzioni disse che non voleva fare alleanze, ma c’era la possibilità di convergere su alcune proposte. La differenza è che ora siamo noi al centro“, ha spiegato il leader del M5S.
Sempre secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, le proiezioni danno per i pentastellati 170 deputati. Ma Di Maio e soci pensano di poter arrivare a 200 seggi e nella più ottimistica delle ipotesi al 35% dei consensi. In quest’ultimo caso la strada verso il giuramento da premier sarebbe più in discesa.
Tuttavia manca ancora qualche mese al voto e vista la natura polarizzante e volatile del fenomeno MoVimento 5 Stelle, non ci sono certezze. Per assicurarsi di governare, ottenendo la maggioranza, Di Maio necessita un numero più consistente di seggi. Per questo anche la Lega Nord di Matteo Salvini, pare non sia stata archiviata come formazione con cui stringere un patto.
“La parola è calzante: il M5S sta al centro – scrive La Stampa – pronto a spostarsi a destra se la Lega si slegherà da Berlusconi. O ancora più facilmente a sinistra”, nel caso in cui Grasso riuscirà a fare un exploit e, dicono, svuoterà il Pd di Renzi.
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