giovedì, luglio 20, 2017
ACS ricostruirà la cattedrale distrutta da un incendio

di Silvio Foini

«Una ferita aperta nel cuore della diocesi». Così Monsignor Emmanuel Bishay, vescovo copto cattolico di Luxor in Egitto, descrive ad Aiuto alla Chiesa che Soffre le condizioni in cui versa ancora oggi la Cattedrale di San Giorgio, distrutta da un incendio il 21 aprile 2016. Il rogo, le cui cause sono tuttora sconosciute, rappresenta l’ennesimo dolore per i fedeli di questa diocesi dell’Alto Egitto. Nell’agosto del 2013 quando i sostenitori del deposto presidente Mohammed Morsi hanno sfogato la loro ira sui cristiani, Luxor è stata tra le diocesi più colpite e i manifestanti sono giunti fino alle porte del vescovado urlando «morte ai cristiani!».

Poi il 27 dicembre 2015, la morte improvvisa di monsignor Johannes Zakaria, vescovo di Luxor sin dal 1994. Infine il 10 giugno 2016, i circa 20mila fedeli della diocesi non hanno potuto neanche assistere all’ordinazione di monsignor Bishay nella Cattedrale di San Giorgio, perché questa era già stata arsa dalle fiamme.

I periti hanno giudicato totalmente inagibile l’edificio, che andrà dunque ricostruito. «Ogni giorno i miei fedeli mi chiedono quando potranno avere nuovamente la loro cattedrale», afferma monsignor Bishay spiegando come la chiesa rappresenti il fulcro della diocesi. È qui infatti che avvenivano le riunioni diocesane, gli incontri con le famiglie, la pastorale giovanile, la formazione dei catechisti e ovviamente le celebrazioni liturgiche. «È l’unica chiesa in grado di accogliere 4500 fedeli – spiega il vescovo – Ora siamo costretti a celebrare le funzioni in una sala vicina che tuttavia ha soltanto un terzo della capienza di San Giorgio. Alle messe di Natale e di Pasqua, in tanti non sono venuti perché sapevano che non avrebbero trovato posto».

Una priorità assoluta dunque ricostruire la cattedrale così come ha scritto, appoggiando la richiesta del vescovo, il Patriarca copto cattolico Ibrahim Sidrak, che ha invitato i benefattori di ACS ad essere generosi.

La restituzione dell’edificio di culto donerà forza ad una comunità provata dai recenti attentati e dalle conseguenze economiche da essi provocate. «Luxor – afferma monsignor Bishay – vive principalmente di turismo ed ogni volta che si verificano attacchi come quello dei giorni scorsi a Hurgada o i due attentati della Domenica delle Palme, moltissime prenotazioni vengono cancellate. È dalle rivolte del 2011 che non c’è più stabilità, e le famiglie cristiane che vivono di turismo sono ormai disperate».

«I cristiani in Egitto sono sotto attacco – afferma il direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro – vittime di attentati a ripetizione anche durante le Sante Messe. Per ACS è prioritario sostenerli, anche restituendo ai cristiani di Luxor e ai 27 sacerdoti e le 67 religiose che animano la comunità, un luogo degno in cui pregare».


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