Milano, Gualzetti (Caritas Ambrosiana): "Siamo stanchi di vedere i poveri concepiti come una minaccia"
Duro attacco del direttore di Caritas Ambrosiana che accusa la società di lasciare i poveri e i migranti in balia del proprio destino. Un pensiero alle Ong: "Doverosamente soccorrono in mare chi tenta la traversata, supplendo alle istituzioni".
Il povero come reietto da tenere distante. Retaggio di una cultura dedita al profitto e alla speculazione, viviamo in società in cui i meno fortunati sono quasi un peso, una zavorra. Ne è convinto il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, che in un intervento alla prima delle tre giornate di studio “Non solo senza”, promosse a Milano dalla Caritas Ambrosiana e dalla Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora, dichiara: "Siamo stanchi di vedere i poveri concepiti come una minaccia, come scarti da nascondere spostandoli da un quartiere a un altro, o da cui difenderci erigendo muri.
Una severa constatazione della realtà, in cui è categorico rimboccarsi le maniche per ridurre il problema. "Vogliamo reagire a questa logica che criminalizzando i poveri finisce con il criminalizzare anche chi li aiuta: prima le cooperative che si occupano dell’accoglienza dei migranti - continua Gualzetti - e ora le ong che doverosamente soccorrono in mare chi tenta la traversata, supplendo alle istituzioni".
In tale ragionamento, però, qualcosa di positivo esiste. Come sottolinea il Direttore: "Ci sono tuttavia anche notizie buone. Per la prima volta – conclude – finalmente abbiamo in Italia un piano nazionale di lotta alla povertà e strumenti, come il reddito di inclusione, forse ancora legati ad una dimensione quantitativa, ma che sono un punto di partenza importante per voltare pagina”.
di Dario Cataldo
Il povero come reietto da tenere distante. Retaggio di una cultura dedita al profitto e alla speculazione, viviamo in società in cui i meno fortunati sono quasi un peso, una zavorra. Ne è convinto il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, che in un intervento alla prima delle tre giornate di studio “Non solo senza”, promosse a Milano dalla Caritas Ambrosiana e dalla Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora, dichiara: "Siamo stanchi di vedere i poveri concepiti come una minaccia, come scarti da nascondere spostandoli da un quartiere a un altro, o da cui difenderci erigendo muri.
Una severa constatazione della realtà, in cui è categorico rimboccarsi le maniche per ridurre il problema. "Vogliamo reagire a questa logica che criminalizzando i poveri finisce con il criminalizzare anche chi li aiuta: prima le cooperative che si occupano dell’accoglienza dei migranti - continua Gualzetti - e ora le ong che doverosamente soccorrono in mare chi tenta la traversata, supplendo alle istituzioni".
In tale ragionamento, però, qualcosa di positivo esiste. Come sottolinea il Direttore: "Ci sono tuttavia anche notizie buone. Per la prima volta – conclude – finalmente abbiamo in Italia un piano nazionale di lotta alla povertà e strumenti, come il reddito di inclusione, forse ancora legati ad una dimensione quantitativa, ma che sono un punto di partenza importante per voltare pagina”.
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