mercoledì, maggio 10, 2017
Gli eserciti di Stati Uniti e Giordania sembrano essere in procinto di lanciare un’offensiva maggiore in Siria. Così fanno intuire le immagini scattate dall’alto che ritraggono centinaia di mezzi pesanti schierati in fila.

Le foto non fanno che confermare le indiscrezioni diffuse da Al-Masdar News che citando una fonte dell’esercito parlava proprio della presenza militare giordana e americana al confine siriano. La base è situata a est di Az-Zarqa, 43 chilometri di distanza dalla frontiera con la Siria.
di Daniele Chicca

WSI - In un rapporto dell’intelligence, che si basa sulle sopra citate foto scattate dai droni di sorveglianza, si nutre il sospetto che un’invasione della Siria sia imminente.

Il governo a Damasco è in allerta dopo che 400 veicoli militari pesanti americani e giordani sono stati avvistati vicino a una base militare della Giordania nei pressi del confine con il deserto siriano.
Si ipotizza che i carrarmati della foto sotto riportata siano modelli M60 in dotazione all’esercito giordano .

Lo scorso weekend l’Esercito libero della Siria (SAA), formazione alleata degli Stati Uniti, ha lanciato un’offensiva nella zona sudorientale di Damasco in cui sono state prese di mira diverse sacche di ribelli presenti nella regione di Badiya. L’operazione militare ha permesso di conquistare alcuni siti strategici come il Checkpoint di Zaza Checkpoint, le montagne di Sabihiyah e l’area di Biyar Al-Saba.

Ieri Trump ha deciso di fornire armi direttamente ai ribelli curdi per aiutarli a sconfiggere le fazioni dell’ISIS. Entrambe sono fazioni ribelli che da più di cinque anni combattono contro le forze governative. Il regime di Bashar al-Assad può contare sull’appoggio della Russia.

Significa che l’approvazione del piano di Trump per armare i curdi in Siria e aiutarli a Raqqa rischia di incrinare ulteriormente i rapporti già tesi tra Cremlino e Washington, ma anche con la Turchia che ritiene l’YPG un gruppo terrorista al pari del partito curdo PKK a cui è legato. Sui mercati la notizia ha penalizzato la lira turca.


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